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CASCHI: TREND & BRAND SOLO SE C’E’ SICUREZZA

Caschi. Da dirigente scolastico/ motociclista, riesco a osservare ragazzi, adolescenti e giovani adulti, da un punto di vista privilegiato, perché, con loro, con i miei studenti, ho sempre avuto un rapporto diverso, causa … la passione comune per la moto, che, mi aiuta ad essere più vicina ai loro sogni e al loro modo di essere. Dirigevo anni fa un Istituto professionale e l’essere motociclista mi ha consentito di possedere una chiave speciale per entrare in contatto con un mondo molto diverso dal mio, quello degli adolescenti e dei giovani adulti, fatto di idee, aspirazioni, stati d’animo, modi di essere di cui a volte nemmeno le famiglie immaginano l’esistenza e l’intensità.

Essere zia di un adolescente appena quindicenne motorizzato (Aprilia 50) mi ha recentemente avvicinato al mondo dei caschi che fanno tendenza tra gli adolescenti e mi ha portato a riflessioni che desidero estendere a tutti i genitori di adolescenti che si accostano per la prima volta alle due ruote, e, insieme alla scelta dello scooter o del motociclo, si trovano davanti alle opzioni di scelta di un casco.

 

Tipo, colore e forma di tendenza, o, … sicurezza innanzi tutto?

Per i ragazzi il problema non si pone. Vogliono il casco di tendenza. E non solo per il colore e il modello, ma anche per la tipologia. I ragazzi che si affacciano alle due ruote attraverso uno scooter prediligono i caschi jet che non hanno la parte della mentoniera o addirittura i demi-jet che offrono meno protezione su nuca e guance rispetto al casco jet.
In casi di impatto frontale questi caschi non sono affatto protettivi ed espongono i ragazzi a traumi facciali non indifferenti.
I ragazzi che scartano lo scooter a favore di una “vera motocicletta” con tanto di frizione e marce, amano indossare caschi integrali da cross. Fanno più “figo”, li hanno tutti, e quindi tutti vogliono la stessa cosa, un casco con questa forma speciale, aerodinamica, con questa visiera sporgente che sembra quasi esagerata, non vogliono occhialoni, si accontentano del vento e della pioggia negli occhi, pur di circolare col casco integrale del momento, coloratissimo e “fighissimo”.

E i genitori? Li accontentano…

Perché un casco integrale sembra più sicuro di un casco modulare o di un casco jet, perché i ragazzi oggi piantano grane micidiali pur di avere quello specifico casco che tutti i compagni indossano, perché il ricatto, a volte nemmeno molto velato, è che indosseranno solo il casco dei loro sogni; qualunque altro casco rimarrà un optional da portar dietro e indossare, di malavoglia, solo se dovessero ravvisarne la necessità estrema (mamma alla finestra o vigili urbani in agguato).

Un fatto che passa ancora inosservato è la modalità di allacciare il casco, la scelta della taglia e la modalità di indossarlo …

Quanti adolescenti vediamo passare per strada sulle loro motociclette o sugli scooter col casco indossato in maniera impropria? Capita ancora osservare ragazzini che guidano i loro motocicli indossando i caschi integrali con la mentoniera poggiata sulla fronte a mo’ di cappellino, pronto a volar via al primo semplice scivolamento sulla strada. Quanti adolescenti non allacciano il casco prima di partire? La frase che pensano e ti ripetono, se ricordi loro di allacciare il cinturino, è … “a me non accade nulla”, ritenendosi sempre al di sopra di qualunque errore di guida, dimenticando che bisogna tener conto del fatto che possono essere “gli altri” a venirti addosso ed investirti.
E infine: quanti genitori si preoccupano di comprendere se il casco dei loro figli sia della misura giusta? Non dev’essere né troppo stretto né troppo largo, sono molti i ragazzi che a causa di una misura non adeguata si danneggiano il viso all’interno del casco in caso di impatto.
Mi capita di parlare di caschi con genitori degli studenti che frequentano la mia scuola. I fatalisti non vogliono sentir parlare di incidenti: “Se deve succedere succede comunque” è la loro affermazione di default per non affrontare l’argomento. Altri sono certi che al loro figlio non accadrà mai nulla perché “è un bravo ragazzo, rispetta la segnaletica e le regole della strada, va piano ed è prudente”.
“L’incidente può capitare a tutti – rispondo – e non per forza per colpa del motociclista” Viviamo in città caotiche, dove le possibilità di distrazioni alla guida sono molteplici e dove, in caso di impatto, il motociclista ha sempre la peggio rispetto all’automobilista.

Non avevo riflettuto sulla pericolosità dei caschi da cross usati in città fino al giorno in cui … il mio nipote quindicenne, dotato di casco da cross della corretta misura ed allacciato, in un impatto frontale con un’auto, ha picchiato e ruotato la testa riportando un pesante trauma facciale, con fratture dell’arcata superiore della mascella e la perdita dei denti.

Solo allora ho rivalutato la notizia, letta non molto tempo fa, sui caschi da cross vietati in Francia sulle piste in asfalto. La Federazione Motociclistica Francese ha aggiornato da poco la propria normativa riguardo le norme di sicurezza per i piloti che girano in pista, con una novità: sulle piste d’asfalto in Francia non sono più ammessi i caschi off-road. In realtà i caschi off-road sono progettati per un diverso utilizzo, risultano meno sicuri se utilizzati su asfalto rispetto al “classico” integrale: la mentoniera pronunciata e il parasole dei crossover, notevoli sporgenze esterne, si prestano infatti a pericolose torsioni responsabili di “colpi di frusta” o problemi assai più gravi.
Rinunciare al “classico” look da motard non è facile e i francesi sembra non abbiano accettato di buon grado le nuove norme, ma in Italia?

Sono migliaia i ragazzini che girano sulle loro motociclette con caschi da enduro e molti di loro (come molti dei loro genitori) non sanno nemmeno che alcuni modelli da competizione vanno indossati con paradenti e vanno “settati” intorno al viso, gonfiando alcuni cuscinetti che proteggono le mandibole.

Ho scoperto, non senza dispiacere, che sono milioni gli adolescenti che utilizzano sull’asfalto caschi che non sono nati per proteggere da impatti violenti, come quelli che possono accadere su strada, dove la brutalità di eventuali collisioni procura danni ingenti a causa della maggiore velocità sull’asfalto rispetto all’offroad. I caschi crossover che, per la loro struttura e conformazione, possono essere indifferentemente usati sia in strada, sia per l’offroad, non sono così di tendenza come i caschi da enduro e sono scartati dalla maggioranza degli adolescenti.

Nel 2020 entreranno in vigore i nuovi standard per l’omologazione dei caschi. L’introduzione del test di accelerazione rotazionale diretto sarà una garanzia di sicurezza che in tanti attendono. E finalmente non parleremo soltanto di nuovi modelli di moto, ma di qualcosa di più importante per la nostra salute e sicurezza: di una normativa sull’omologazione dei caschi (la futura ECE 22-06) che finalmente accoglie quasi vent’anni di studi e sperimentazioni sulla sicurezza dei caschi e tutela maggiormente la tranquillità del viaggiatore su due ruote.

In questi ultimi anni due gruppi di ricerca finanziati dalla Comunità europea attraverso una serie di sperimentazioni hanno valutato le dinamiche degli impatti e le casistiche degli incidenti a livello mondiale. La tecnologia, inoltre, è andata avanti, lo studio dei materiali, delle parti mobili e delle parti sporgenti come della valutazione dell’accelerazione rotazionale saranno aspetti di cui il Global Road Safety Partnership – il gruppo sulla sicurezza passiva che fa capo all’Onu – terrà conto nella stesura della nuova ECE 22-06.

I nuovi test sui caschi valuteranno 6 punti di impatto rispetto ai 4 utilizzati per i correnti test di omologazione, verranno verificati i comportamenti dei caschi in uno spettro più ampio di situazioni – compresi gli impatti a bassa velocità – e, soprattutto, l’introduzione del test di accelerazione rotazionale (l’indicatore che misura il danno riportato dal conducente quando il casco impatta in modo tangenziale) riuscirà con molta probabilità a rendere più complessa l’omologazione di molti caschi attualmente in circolazione.

Ma basterà? Certamente no, se mamme e papà continueranno a comprare ai figli i caschi secondo i loro desiderata,

senza tener conto che non sono trend e brand che contano, ma la sicurezza dei loro ragazzi!

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