Motospia

IDRATARSI PER GUIDARE BENE

L’idratazione è indispensabile per mantenerci in salute, ma anche per la guida della moto perché permette al cervello di rimanere vigile, e a muscoli e articolazioni di lavorare in modo ottimale.

L’acqua è essenziale per vivere. Trasporta all’interno delle cellule le sostanze nutritizie e al loro esterno i rifiuti, aiuta a regolare la temperatura corporea, regola la pressione sanguigna, la digestione, il corretto funzionamento di articolazioni (effetto lubrificante), muscoli (effetto ammortizzatore) e cervello. Costituisce circa il 50-55 percento del nostro corpo.
Una lieve disidratazione, pari a una perdita dell’1-2% del peso corporeo, può compromettere la capacità di concentrazione; se la perdita è oltre il 2% può danneggiare il cervello che lancia segnali come il mal di testa e la stanchezza per indicare che questa perdita sta intaccando le funzioni cognitive, la memoria a breve e a lungo termine, la coordinazione motoria, i tempi di reazione, la percezione del pericolo, la concentrazione e la vigilanza.
Parliamo dal fabbisogno fisiologico giornaliero di acqua per arrivare a capire come regolarci prima di mettersi alla guida e durante un viaggio. Come abbiamo già fatto per l’alimentazione, ci siamo rivolti al dott. Marco Guidarini, medico traumatologo, presidente dell’Associazione Motociclisti Incolumi, pilota e istruttore di guida sicura in pista e su strada. Guidarini è anche autore del volume “Una guida per chi guida” che descrive come godere al massimo del piacere di guidare la moto e salvarsi in caso di pericolo.

dott. Marco Guidarini

 

– Dott. Guidarini parliamo del corretto apporto giornaliero di acqua…
«Occorre idratarsi bene fin dal mattino imparando fin da giovani a reintegrare acqua e sali minerali in base al proprio fabbisogno giornaliero. Per l’adulto è almeno di 2 litri e, in estate, 3 litri in caso di attività sportiva o lavori faticosi. Come base si può utilizzare la regola dei tre bicchieri di acqua: 3 prima di metà mattino, 3 prima di pranzo, poi 3 prima di metà pomeriggio e altri 3 prima di cena.
Chi fa sport (soprattutto endurance) dovrà integrare liquidi e sali minerali in base al proprio fisico e alle attività praticate.
Per gli adulti, ricordo anche la regola del 2 che garantisce una buona idratazione, quindi un apporto di sostanze che prevengono invecchiamento, obesità e tumori: durante la giornata assumere due litri di acqua, due bicchieri di spremuta di arance rosse, due bicchieri di vino rosso, due tazze di tè verde, due bicchieri di latte. In ambienti caldi e in caso di attività fisica l’assunzione di acqua ed eventualmente di sali minerali non deve essere inferiore a 2 litri al giorno».
– Nel suo libro lei scrive che se non siamo sufficientemente idratati ne risente anche la nostra capacità di guida. Può spiegarci perché?
«Chi guida lievemente disidratato è deconcentrato, ha i riflessi rallentati e pertanto è propenso a sbandare sulla corsia opposta, frenare tardivamente, transitare sulle bande sonore o sulle linee che suddividono le corsie di marcia, soprattutto sui rettilinei e le strade statali a velocità moderata che non richiedono particolare attenzione. Commette il doppio degli errori di chi guida in condizioni ottimali e può fare gli stessi errori di chi guida con un tasso alcolemico ematico di 0,8 g/l.
Alla guida della moto è facile non avvertire la disidratazione perché è un processo che si instaura più rapidamente di quanto avviene in altre situazioni.

Edouard Manet – Il bar delle Folies-Bergère

 

Il modo migliore per restare concentrati alla guida è quindi bere regolarmente circa 2 litri di acqua al giorno: questo volume permette di mantenere un buon equilibrio tra quantità di acqua in entrata e in uscita dal corpo (idratazione) ed è utile anche per sostituire il sodio perso con il sudore, soprattutto se si guida a lungo in una giornata afosa quando c’è maggior probabilità di sudare con grandi perdite di acqua e sali minerali. Una buona idratazione consente al corpo di mantenere costante (circa 37°) la temperatura degli organi interni i quali non gradiscono sbalzi di temperatura. Quando il clima è freddo il cervello impone una vasocostrizione cutanea per trattenere il calore; quando il clima è caldo una vasodilatazione cutanea con aumento della sudorazione per disperdere il calore. Tali reazioni fisiologiche riescono se l’organismo ha a disposizione abbondanti liquidi. Alla guida della moto, corpo e veicolo pretendono che i liquidi siano al livello consigliato!».

– Come ci si deve idratare prima di affrontare un lungo viaggio?
«Consiglio di fare pasti leggeri a base di alimenti facilmente digeribili (ad esempio primo e contorno) e limitare le associazioni di carboidrati e proteine. Suggerisco inoltre di bere al mattino prima di mettersi alla guida e fare soste ogni due ore per bere bevande analcoliche che aiutano anche a ridurre il senso di affaticamento. Durante le soste, per contrastare il freddo, consiglio bevande a temperatura ambiente o calde (acqua, tè, tisane, camomilla, orzo, caffè) mentre per contrastare il caldo suggerisco di assumere bevande (acqua, tè, spremute) a temperatura ambiente (non fredde). Ci si può aiutare anche indossando sulla pelle indumenti di cotone per assorbire il sudore e impedire all’organismo di perdere ancora più acqua nel tentativo di perdere più calore. Anche le calzature e i guanti protettivi aiutano a tenere fresco il corpo se sono ventilati con fodera mesh perché consentono all’aria di fluire e al sudore di evaporare; meglio se hanno un leggero strato esterno colorato che riflette, anziché assorbire, il calore dei raggi infrarossi provenienti dalla superficie stradale. Aiuta anche riposarsi e sgranchirsi le gambe».

 

Pierre Auguste Renoir – La colazione dei canottieri

 

– E a proposito del consumo di alcol?
«Il vino è il nettare degli Dei e quello italiano è insuperabile e ricco di cultura, ma è necessario avere anche una cultura del bere, per apprezzarlo nella qualità (più che nella quantità) e consumarlo al momento giusto e nel posto giusto. Occorre astenersi dal consumo di bevande alcoliche quando si devono frequentare ambienti a rischio come la strada o i luoghi di lavoro con ponteggi, utensili, macchinari, macchine agricole. Il buon senso suggerisce qualità e quantità adeguate al contesto. Il tasso di alcolemia tollerato dal Codice della strada è inferiore a 0,5 grammi/litro di sangue: guidare un veicolo oltre questo limite, e quindi in stato di ebrezza, è un reato. Esistono differenze individuali di tolleranza all’alcol (a breve e a lungo termine) che dipendono dal peso corporeo (rapporto tra grammi di alcol assunto/chilogrammo) e dall’efficienza del proprio sistema enzimatico (alcol deidrogenasi gastrica ed epatica) capace di metabolizzare l’alcol etilico.
Le donne, rispetto agli uomini, hanno una maggiore vulnerabilità biologica da alcol perché mediamente hanno un peso corporeo minore e sono carenti dell’enzima alcol deidrogenasi. Indipendentemente dal sesso, l’assorbimento è massimo a stomaco vuoto mentre è ridotto a stomaco pieno, soprattutto se il cibo contiene grassi. Per stare tranquilli ed essere nei limiti di norma e sicurezza, alla guida e sul lavoro consiglio di non bere alcolici e tantomeno superalcolici a stomaco vuoto».

Jan Van Bijlert – Giovane che beve un bicchiere di vino

 

– Come deve regolarsi chi è abituato a pasteggiare con il vino?
«Durante un pasto, un calice di vino DOCG (acronimo di Denominazione di Origine Controllata e Garantita) non farà certo superare la soglia dei 0,5 grammi/litro. Se invece aggiungiamo altri calici o superalcolici il rischio aumenta.
Un aforisma diffuso in Toscana tra veri esperti del piacere di Bacco recita: “Quel che fa male un è il bere… è il ri-bere!”.
In una persona di 60-70 kg di peso corporeo questo limite può essere raggiunto (indicativamente) bevendo 2 bicchierini di superalcolici, 2 calici di vino, 1 boccale grande di birra (soprattutto se a digiuno).
Oltre a influenzare negativamente la capacità di guida e alterare la percezione del rischio, l’alcool induce un’ingannevole sensazione di caldo e una vasodilatazione cutanea che incrementa la dispersione di calore dell’organismo con inevitabile raffreddamento degli organi interni fino a facilitare (se la temperatura esterna è molto bassa) una pericolosa ipotermia.
In montagna, anni fa, quando i cani San Bernardo non erano laureati in Medicina, trasportavano al collo contenitori con la grappa per rianimare gli sciatori colti dal freddo. Oggi anche gli amici quadrupedi (laureati e non) sanno che per contrastare il freddo, occorrono bevande analcoliche, soprattutto se si deve guidare!».

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