Motospia

Mareneve, libertà in alta quota “Vi sono dei luoghi magici che meritano di essere contemplati e rappresentano un ponte fra il visibile e l’invisibile”

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Paolo Coelho definiva così la sua visita al più grande vulcano attivo d’Europa, l’Etna. Motivo d’orgoglio e di “scantu” (spavento) per chi è nato in Sicilia, non può passare inosservato dall’alto dei suoi oltre 3300 metri, visibile da centinaia di km con le giuste condizioni meteo e raggiungibile (anche) percorrendo la strada regionale Mareneve, poiché, volenti o nolenti, scandisce i ritmi della vita sull’isola.

In questi giorni di caldo africano straordinario sarebbe impossibile pensare anche solo di avvicinarsi, eppure il richiamo del “Mungibeddu”, uno dei tanti nomi dialettali, si fa sentire con sbuffi, lapilli e attività lavica che ammanta tutta l’aria sottostante di una coltre lattiginosa. Quale scenario migliore per inforcare la sella di una moto, una qualsiasi, e avventurarsi per una delle strade tortuose che lambiscono il perimetro del vulcano? La più battuta è la Mareneve che, dal centro di Linguaglossa porta a Piano Provenzana attraverso oltre 18km di tornanti fra i più emozionanti che ci siano.

Linguaglossa

Fondata nei primi anni del XIII secolo su sette colate laviche, la comunità religiosa del borgo di Linguaglossa festeggia il suo patrono il primo giorno di Settembre per ricordare il miracolo che Sant’Egidio avrebbe compiuto impedendo ad un’eruzione straordinaria di distruggere la cittadina. Tutto il territorio circostante è un’enorme distesa di vitigni, motivo per cui è tutto un susseguirsi di cantine dove potere degustare dell’ottimo vino, intriso dei sapori forti che scaturiscono da una terra vulcanica.

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Impossibile resistere alle tentazioni del buon vino e dei sapori del territorio

Dal centro del paese parte la strada regionale Mareneve con le sue curve e i tornanti, musica per le orecchie di un centauro. La prima cosa che colpisce sono i profumi dei boschi e delle pinete abitati da centinaia di specie animali e vegetali tra il giallo sgargiante delle ginestre e il verde degli arbusti e degli alberi di leccio, castagno, betulla e roverella. Impossibile non “ubriacarsi” con questi profumi, tanto che il rumore del motore quasi sparisce e la sensazione di libertà allo stato puro che si prova su un mezzo a due ruote, si amplifica inebriando i sensi con la forza che solo un vulcano può sprigionare.

La terra è ricca di elementi che bruciano e si mischiano col terriccio dei boschi dando vita a nuove combinazioni di elementi che, evaporando insieme all’umidità dell’aria, portano con sé profumi che  regalano la sensazione di fluttuare fra le curve. Senza fretta, non è una gara. Il premio non è la meta ma il viaggio, indimenticabile a tal punto da creare assuefazione.

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Mareneve: strade tortuose in mezzo alla natura e aree attrezzate

Su queste strade si trovano spesso ciclisti (tanta stima per il dislivello da colmare a suon di pedalate) ma, soprattutto, centauri, in gruppetti o in solitaria, in sella a bolidi fumanti o delle paciose crossover come quella usata per questo articolo, ma tutti accomunati dallo spirito di fratellanza della comunità sancito da regole mai scritte, ma scolpite nel cuore di ogni motociclista con la emme maiuscola, come il saluto quando ci si incrocia.

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Basta mettere due dita  a forma di V incrociando una colonna di “fratelli” per vederli tutti ricambiare un saluto che, anche solo se simbolico, scalda il cuore e ci ricorda che non siamo soli.

Per il momento ci fermiamo qui ma non prima di annunciare una sorpresa che vi attende con la prossima “puntata” del nostro viaggio sul parco dell’Etna attraverso le strette curve della Mareneve anche perché la voglia di viaggiare è appena cominciata.

Stay tuned!

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