Diego Pensalfini, classe 1981, è il campione italiano di velocità 2023 nella categoria Old Open Cup over 800 cc. Romagnolo, avvocato a Rimini e collaboratore parlamentare al Senato, lo abbiamo incontrato a Coriano, dove ha tenuto una lezione sul Codice della strada a 120 studenti e studentesse in età di patentino, nell’ambito dell’iniziativa “Sport e sicurezza stradale: rispettare le regole per ridurre i rischi” organizzata lo scorso 10 febbraio dall’Associazione Motociclisti Incolumi.
Non ci ha stupito trovarlo nella terra dei motori, nel paese che ha dato i natali all’indimenticato Marco Simoncelli, dove la passione per la moto è così diffusa da essere parte della quotidianità. Diego è nato a Cattolica, ha vissuto tanti anni a Misano Adriatico e risiede a Riccione. Ha quindi respirato sempre un’aria intrisa di passione per la moto, i circuiti e le gare. E per non farsi mancare nulla, si è iscritto al Moto Club Misano Adriatico di cui era vicepresidente fino all’anno scorso e i cui colori ha portato in gara nel 2023.
Abbiamo voluto capire perché un avvocato di successo ambisca a gareggiare con la propria Suzuki GSX R 1000 K 7.
La nostra impressione è che innanzitutto si diverta.
-
Diego, a che età ti sei appassionato di moto?
«Sono cresciuto in una famiglia di motociclisti in cui papà Francesco e zio Luciano erano crossisti. Da ragazzo ho giocato a calcio per cui il mio avvicinamento alla pista è arrivato tardi, a 30 anni compiuti».
-
Con quale moto hai incominciato a gareggiare?
«Ho incominciato nel 2012 con la Suzuki GSX R 600 poi nel 2014 ho corso in Coppa Italia con la Suzuki GSX R 1000 K 7 e ho continuato fino al 2019, quando mi sono iscritto al Trofeo Italiano Amatori e Trofeo Bridgestone».
-
Tra i piloti famosi chi era il tuo idolo?
«Barry Sheene, icona Suzuki. Ho quasi sempre corso con il 7, il suo numero in gara e quindi sempre con Suzuki, tranne nel 2018 quando ho corso con la Yamaha R 1 in Coppa Italia e quando mi sono classificato secondo nel Trofeo Emilia Romagna, in prova unica, sul circuito di Misano».
-
Quando sei approdato al Campionato Italiano Classic Trofeo Old Open Cup over 800 cc?
«Nel 2020 con la stessa moto con cui mi sono classificato secondo, e nel 2022 terzo. Nel 2023 sono riuscito a laurearmi Campione Italiano Old Open Cup over 800 cc dove le moto devono essere immatricolate al massimo entro il 2008».
-
Quando hai capito che avresti vinto il titolo di campione italiano?
«Nel 2023 ho iniziato subito bene con una vittoria, e un secondo posto a Vallelunga nella prima gara. Poi sono arrivato secondo a Cremona. A Varano sono rimasto senza freni mentre ero tra le prime posizioni e ho fatto il primo zero. Sono arrivato a Magione a settembre con la possibilità di vincere il titolo anticipatamente, ma in prova sono caduto e ho fratturato una clavicola. Tutto è stato rimandato a Misano, a metà ottobre, per la gara finale. Durante la prova ho capito che avrei potuto vincere perché ero molto più veloce dei miei diretti avversari».
-
È stata una gara impegnativa?
«Si, perché ho avuto un problema alla partenza: mi è entrata la folle quindi ho girato in ultima posizione alla prima curva. Rimonta furiosa e a suon di sorpassi ho concluso al terzo posto prendendomi i punti necessari per vincere il campionato».
-
Qual è stato il miglior circuito?
«Misano Adriatico, dove al termine della gara ho festeggiato la vittoria con gli amici e i supporter».
-
Com’ è il rapporto con gli altri piloti?
«Molto amichevole nel paddock, ma in pista non faccio sconti a nessuno».
-
Quante volte ti alleni durante la settimana?
«Mi alleno solo quando vado in moto a girare nelle prove libere».
-
Quale team ti assiste?
«Sui campi gara mi assistono papà Francesco e zio Luciano. Negli ultimi anni anche l’amico Davide Bulega, papà di Nicolò Bulega, ex pilota campione europeo 250 cc nel 1997, cui sono grato per i consigli. Mi hanno sempre raccomandato di aprire prima, e frenare il più tardi possibile».
-
Quanto ti è costato gareggiare in termini personali?
«In questi anni di agonismo ho fatto numerose rinunce e sacrifici. Il costo è stato salato poiché ho dovuto sottopormi a un intervento di protesi all’anca in seguito a un incidente a Misano nel 2015 per un violento ‘high side’. Ciononostante oggi sono molto felice per il risultato raggiunto».
-
Cosa consigli ai tuoi coetanei che hanno la tua stessa passione, ma che non hanno mai osato cimentarsi in gara?
«Ai miei coetanei dico che il motorsport è pericoloso, ma la strada lo è ancora di più. Cimentiamoci in pista dove abbiamo vie di fuga e siamo sempre equipaggiati al massimo della sicurezza».
-
Progetti per il futuro agonistico?
«Nel 2024 difenderò il titolo con il numero 1. Sono pronto a vendere cara la pelle!»