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Aprilia TUAREG 660 30.000KM. Solo conferme! Raggiunto il traguardo dei 30.000 Km, la Tuareg 660 di Massimo Ferrara conferma le già ottime doti manifestate nei precedenti 20.000. Promossa a pieni voti.

Aprilia TUAREG 660 30.000KM. Quasi senza rendermene conto sono arrivato ai 30.000km con il Tuareg. Un viaggio insospettabilmente comodo scorrevole e veloce. Da marzo ad agosto.

Davo per scontato dopo i primi 20.000 km che avrei trovato tanti lati positivi in questa moto: la maneggevolezza, la poliedricità e il fuoristrada turistico, ma io come sempre se provo una moto lo faccio per l’uso a 360 gradi comprensivo dell’utilizzo in coppia e lunghi viaggi. Il Tuareg è tutto questo ma anche di più. È spesso messa a confronto con il Ténéré 700, ma secondo me il suo metro di paragone è l’Honda Africa Twin 1100 Adventure. Ovviamente c’è un importante gap di cilindrata, ma non in termini di dotazioni e nemmeno tanto in comodità.

tuareg 30.000

Tuareg 660 30.000 KM. La prova definitiva per me, è stato il viaggio in Islanda ad agosto, prima per guidare un tour on\off di Islandainmoto.it e poi per fare dei giri di scouting sempre in questa fantastica isola.

Il 2022 non è stato il migliore che ricordi come meteo e oltre ad una certa quantità di H2O che ci è piovuta addosso, abbiamo anche affrontato parecchio vento. Il Tuareg non si è mai tirato indietro. Comodissimo avere il cruise control in un paese dove spesso ci sono rettilinei lunghi km, da fare ai 90 di GPS fissi, con l’unica alternativa di andare di più e rischiare multe elevate (e comunque per godersi un così affascinante paesaggio quella velocità è anche troppo).

Ho tenuto come di consuetudine le gomme tubeless ad una pressione di 2.0 all’anteriore e 2.3 dietro quindi non elevata ma nemmeno molto bassa perché poi come sempre, mi è capitato più volte di centrare senza conseguenze per il cerchio a 80\90kmh dei bei sassoni o pietre, smossi magari da qualche mega 4×4 che è passato sulla pista.

Nella giornata dedicata alla visita dell’Askya ho avuto modo di provarla sia in complessi guadi che sulla sabbia…in quella giornata ho fatto lunghi pezzi in prima e seconda…spremendo il motore…poi ai 89kmh sul ghiaione…e pensavo, cosi avrò consumato chissà quanto… ma ho comunque fatto 350km con il pieno mettendo 17 litri. In sostanza la moto nei 30.000km che ho percorso al peggio ha fatto 19kml in autostrada in due con valige, ma normalmente non scende mai sotto i 23\26 a seconda del percorso.

Consumo di olio tra 20.000 e 30.000 km il livello è passato da massimo a metà senza alcun rabbocco.
Ho visto come sempre le moto subire molto L’Islanda! Paraoli forcelle che perdono, portapacchi che si smollano, bulloni persi etc. Tante moto hanno avuto problemi e ne ho riportate a casa 3 non marcianti. Il Tuareg in tutto questo ha perso solo una delle 4 viti a sostegno del cruscotto. Nessun segno di usura nessun segno di cedimento. Un rendimento di una costanza commovente e in tutto questo il capolavoro assoluto è il motore. Mai una perdita di potenza o una incertezza. Sempre pronto all’avviamento e sempre dotato di quella incredibile elasticità che rende davvero utile la presenza dell’indicatore di marcia perché’ spesso mi sono trovato a fare guadi in terza o quarta….

La sua incredibile dolcezza sotto, viene spesso tradotta come mancanza di bassi regimi, secondo me commettendo un errore. Avere zero on\off e questa elasticità rendono le cose in ottica turistica molto più semplici.

Tuareg 660 30.000 KM. In questa avventura ho montato le oramai solite per me Anlas Capra X che si sono rilevate affidabili durature e versatili per le varie condizioni di fondo affrontate.

Un nuovo completo da moto della Revit Offtrack davvero ben fatto, è stato il mio supporto tecnico fondamentale. Non ho mai avuto freddo o infiltrazioni di acqua, ovviamente nelle giornate full wet ho messo anche l’antipioggia sopra, ma il completo si è rilevato davvero comodo e ben realizzato. Anche le areazioni funzionano molto bene tanto che in alcuni tratti dove la guida fisica per tenere la moto mi ha fatto alzare la temperatura interna, mi è bastato aprire le feritoie e fare pochi km per sentire subito un beneficio e un abbassamento della temperatura interna. Cosa ottima poi avere tasche davvero a prova di acqua e ben capienti, promossa a pieni voti.

Altro accessorio messo a dura prova sono le borse laterali Enduristan taglia L davvero impossibile farci entrare l’acqua. In alcuni guadi sono andate totalmente in ammollo e niente. Dal lato scarico ci mettevo la mia scorta di golette, guanti barrette etc.…e dall’altro una tanica con 4 litri di benzina (mai usata se non una volta per consentire ad una T700 di arrivare al distributore), compressore e tanti attrezzi che sono stati spesso usati. Ho anche la borsa da serbatoio Enduristan e posso senza paura di sbagliare, affermare che si tratta di accessori molto ben fatti e duraturi. Come sempre le cose ben fatte hanno un costo non irrisorio ma sono destinate a durare nel tempo.

Tuareg 660 30.000 KM. Un’altra cosa di cui ho già parlato a riguardo del Tuareg e che ho visto sul campo essere davvero importante, è la facilità che hai nel settare e configurare la moto. Mappa individual e off road sono settabili a piacimento e con l’opzione resetta non restano così sempre, anche spegnendo e riaccendendo il quadro.
Così ho settato i due riding modo con stessa configurazione di motore (massima prontezza tanto in prima apertura resta sempre senza on\off) freno motore al minimo, ma su individual ho messo traction control a livello 1 cioè il minimo e ABS off road attivo solo avanti, mentre in off road ho messo traction control disattivato e ABS totalmente disattivato.

In Islanda la configurazione Individual andava bene ovunque quindi passando da asfalto a sterrati non cambiavo mai niente, solo nei guadi e sulla sabbia passavo ad off road. Una comodità eccellente mentre i miei compagni di viaggio li vedevo continuamente fermi a staccare ABS o togliere controlli. Salvo poi una volta spenta la moto dover rimettere mano alla cosa: demenziale! Eppure in recenti prestigiose comparative di moto dove ho letto un’infinità di inesattezze sul Tuareg non si dà affatto risalto a questa cosa. Qui c’è elettronica facile e utile e disattivabile anche totalmente in movimento…altrove si parla di moto semplici e poi per staccare il poco che hanno devi tribolare.

Tuareg 660 30.000 KM. Nessuna moto è perfetta e nessuna non è migliorabile ma a me piacerebbe leggere delle prove oggettive e non soggettive e soprattutto senza una classifica finale, che a voglia dirlo ma è totalmente soggettiva.
Ovviamente se nella comparativa delle medie ci metti dentro un 660 e una 1100 giocoforza il 1100 avrà dalla sua, guidato da gente esperta e che sa andare in moto, solo vantaggi…ma l’utente finale secondo me nel 99% dei casi si godrebbe di più una moto più dolce e con meno coppia. Non ho mai spremuto a fondo il Tuareg in 30.000km nemmeno in due. Non c’è alcun bisogno il farlo per andare già più forte del lecito.

 

Ovviamente quando fai 1000km di autostrada vedere il contagiri fisso sui 6000 fa impressione e una
Africa Twin 1100 tanto per fare un esempio che si piazza a circa 4500 giri da’ più sensazione di moto inarrestabile. Ma domandiamoci sempre: quanta autostrada facciamo? Quanti km all’anno facciamo? Ecco secondo me il Tuareg vale molto più di quello che sembra, mentre tante altre moto sono nettamente sopravvalutate, il parere è totalmente soggettivo e personale e non vuole convincere nessuno a cambiare moto.
Mi piacerebbe solo che la scelta della moto come di chi la paga, siano totalmente personali e soggettive e non indirizzate da chi si scambia la moto (parole loro) ogni 20 km…cioè’ senza entrare mai in intimità con una moto, che è il momento in cui ognuno di noi capisce se il mezzo che ha è quello giusto o no.

Aprilia è un grande costruttore di moto, ora è in grado anche di farsi in casa dei motori molto ben fatti, cosa le manca per il grande salto? Secondo me mancano appassionati di moto negli uffici giusti.
Mi auguro che il gruppo Piaggio faccia delle campagne apposta per far provare le moto ma che dia anche un’ opportuna formazione ai concessionari per le prove. Leggo un sacco di impressioni a caldo dopo un test drive piene di strafalcioni: la moto è flaccida di sospensioni. Il setting di base è molto morbido ma se un utente ti segnala questo, devi poter mettere mano (4 minuti di tempo) e farla riprovare con le sospensioni più sostenute. Altri che la provano in una sola configurazione, quando con 1 minuti gli puoi spiegare come cambiare riding mode e fargli capire quanto può essere efficace l’elettronica e infine tanti test da 10 minuti con partenza in città e praticamente giro in città. Far provare così una moto del genere… tanto vale non farla provare. Bisogna organizzare dei test ride in cui porti la moto in montagna e fai fare dei giri da 30 minuti abbondanti su vari tipi di percorso, altrimenti sono solo risorse sprecate. Solo così si può comunicare bene il valore di quello che è stato creato.

Penso infine che con questa motorizzazione sarebbe interessante promuovere anche altre moto

  1. un Pegaso 660 con cerchi da 19\17
  2. una versione ancora più off road ed estrema
  3. una versione rally Touring con serbatoio grande e ancora più protezione e comodità.

Il motore c’è il telaio pure, mi auguro solo che a Noale non smettano di lavorare a pieno ritmo su questa interessante base.
Per me il Tuareg ha superato tutti i test e posso tranquillamente espormi nel dire che è una delle moto migliori che abbia mai avuto la fortuna di guidare.

Un lampeggio a buona strada a tutti.

A destra l’autore Massimo Ferrara durante un momento di relax

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