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VIAGGIO IN ITALIA PRIMA PUNTATA (Emilia: Piacenza e Parma)

Comincia dall’Emilia, dalle provincie di Piacenza e Parma, il mio viaggio in Italia, ovvero le avventure di una neofita attempata attraverso il Belpaese

La passione per la moto, per me, significa passione per il viaggio.
C’è chi ama la pista, chi il cross, chi l’enduro… a me piace perdermi su strade secondarie con destinazione la bellezza.

Avendo cominciato tardi, ho saltato a piedi pari quei passi che si compiono da ragazzine: la velocità ricercata a tutti i costi, la fuga, l’adrenalina… le cerco anch’io a volte, ma con pacatezza, poco per volta, cercando di superare di un quid il limite raggiunto la volta precedente.

Con un’amica che ha la mia stessa storia alle spalle mi ero prefissa di salire sulla moto e fare un viaggio (anche in due/tre volte) che toccasse tutte le regioni d’Italia. Lei ha dovuto per forza di cose scegliere altro ed abbandonare la moto, io porto avanti il progetto.

Il primo reportage del mio personalissimo Giro d’Italia è qui, “sotto casa”, in quella bellissima regione che è l’Emilia Romagna. Anzi, visto che la regione non è poi così conosciuta, dai, partiamo da ovest per spostarci poi, in un secondo momento, verso il mare seguendo la consolare Via Emilia, guidando lungo la pedemontana oppure per i passi appenninici, da cime di 2000 metri d’altezza, fino a territori marini e lagunari di una bellezza stupefacente.

PIACENZA

L’Appennino è ricco di spunti naturalistici e storici molto interessanti, sia per chi desidera immergersi nella natura, che cercare curiosità ed arte in luoghi impervi. Le strade sono panoramiche e percorribili in qualsiasi stagione (tranne con la neve a terra, ricordatelo sempre, il codice della strada sanziona i motociclisti che viaggiano in condizioni di neve e ghiaccio), ma bisogna stare attenti all’asfalto. Siamo in territorio sismico e fortemente sottoposto a problemi dovuti al dissesto idrogeologico. Chi volesse avviarsi, dovrebbe fare i conti con molte indicazioni di frane (e quindi tratti di strada ghiaiati) e dossi importanti.
Però la bellezza che ci circonda è ristoratrice.

Il Piacentino è terra di vini e di paesaggi marini. Sull’Appennino. Tanto tempo fa (ma non in una galassia lontana lontana) la Pianura Padana era in realtà un fondale marino.
Il posto migliore dove osservare tale meraviglia è il Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano: calanchi e torrenti che, a seguito dell’erosione, hanno rivelato stratificazioni geologiche e meravigliosi fossili, tra cui quello di una balena.

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Il parco dello Stirone

Le strade piacentine sanno essere sinuose e delicate oppure selvagge e impervie, sia che si arrampichino verso imponenti castelli (la Rocca d’Olgisio, ad esempio), sia che seguano il corso dei bellissimi fiumi e dei passi verso la Liguria, e ci offrono nomi evocativi come Lugagnano, Morfasso, Ca’delle Donne, il Monte Moria, il Passo Penice, Veleja. La Val Trebbia, la Val Nure, la Val d’Aveto, i tanti fiumi che solcano l’Appennino portano ad altrettante meraviglie.
Non possiamo non fermarci a Bobbio, città romana con uno sviluppo medievale importantissimo, contrassegnata dal famoso ponte gobbo (romano) e dalla bellissima abbazia di San Colombano.
Di Rivalta, col suo famoso monumento agli elefanti di Annibale, e del suo castello, ha già parlato Cristina Paladin, nel reportage sulla GS Academy e GS Experience di BMW che trovate sul numero in edicola. 

Nella bassa, nella zona tanto amata da Giuseppe Verdi, al confine tra le due province, è assolutamente meraviglioso il castello di San Pietro in Cerro, restaurato meticolosamente da un appassionato. Nella stessa zona, se siete di passaggio da metà maggio ai primi di giugno, non potete perdervi le meravigliose ciliegie di Villanova sull’Arda. Da lì, ci si avvia verso Busseto, e la provincia di Parma.

PARMA

Nel parmense, il Passo della Cisa, al confine con la Toscana, è la porta al mare, oltre al passaggio dei pellegini da nord-ovest verso Roma (la via Francigena) e la SS 62 è costellata di paesini ricchi di storia e di bellissime chiese o pievi romaniche, punto di appoggio per i viaggiatori medievali. Il fondo stradale è stato sistemato lo scorso anno, quindi una gita è consigliata. Sempre guidando con prudenza tra i suoi tornanti e le curve serpeggianti fra i boschi.

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Al passo della Cisa

Vale la pena una sosta a Berceto, col suo favoloso Duomo e una serie di iniziative dedicate ai giovani portate avanti da una amministrazione piacevolmente visionaria: il gemellaggio tra il comune parmense e la tribù dei Sioux Lakota, la creazione di un piccolo museo dedicato a mostre di grande impatto sociale (una bellissima sui freak e la spettacolarizzazione del diverso, un paio d’anni fa), e soprattutto il sacco da boxe davanti all’ingresso del Municipio “per sfogarsi prima di andare a parlare col sindaco”. Hai in mente una manifestazione motociclistica? Vai dal sindaco, parlagliene, e ti aprirà le porte di Berceto con il cuore in mano. E una foto davanti alla stele dedicata al SIC, in piazzetta Marco Simoncelli, è d’obbligo per ogni motociclista.

Un’altra visita doverosa è quella al Castello di Bardi. Su una strada che serpeggia verso il confine piacentino, si raggiunge questa maestosa fortezza costruita su uno sperone di diaspro rosso. La cosa che mi ha sempre attratta di questo posto sono i camminamenti sulle mura, percorribili quasi per intero, a controllare l’intera vallata.

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Il Castello di Bardi

Sulla strada per Bardi ci si può fermare a Varano alla sede di Dallara (nominata in tutto il mondo, in questi giorni, per aver costruito una vettura che salvato la vita a Sophia Floersch, protagonista di un terribile incidente nella gara di F3 a Macao), dove in una nuova struttura cilindrica sono esposte le automobili che hanno fatto di questa area del parmense una “motor valley”, insieme al circuito automobilistico Paletti, sede di varie scuole di guida sicura e dove si tiene, tra maggio e giugno, un weekend all’insegna del divertimento motociclistico, i “Wildays”. Quest’anno, il piccolo bar sul greto del fiume Ceno (dotato di un bellissimo guado da fare e rifare in moto) è stata l’attrazione fatale dell’evento.

Che dire poi della Val Parma, la Val Baganza, la Val d’Enza? Ecco, attraversando l’Enza si raggiunge la provincia di Reggio Emilia e le Terre Matildiche.
Ma ne parleremo la prossima volta…

 

L’unico rettilineo del passo della Scalucchia.  Una foto di gruppo è irrinunciabile! Tutto intorno, il pascolo per le mucche che, come in alpeggio, sono pronte a fissarti o ad attraversarti la strada, sempre con la loro proverbiale tranquillità

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