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KTM entra in MV Agusta, che succede a Schiranna?

KTM entra in MV Agusta

Pierer Mobility, la holding che controlla KTM, Gas Gas e Husqvarna, entra in MV Agusta. Cosa si possono aspettare i fan della casa di Schiranna dall’ingresso di un nuovo socio così ingombrante? Si tratta dell’ennesimo colpo di genio di Timur Sardarov o di un evitabile spin-off della telenovela societaria che ci aveva tanto intrattenuto durante la gestione Castiglioni?

KTM entra in MV Agusta
Periodo di novità di prodotto (e non solo) in casa MV Agusta

Si stringe il legame tra il mondo KTM e MV Agusta

Cosa prevede l’accordo grazie a cui il gruppo di KTM entra in MV Agusta? Innanzi tutto, una partnership commerciale grazie alla quale Schiranna potrà distribuire la propria gamma di prodotti in molti paesi esteri (ad esempio in Nord America) tramite la rete di vendita KTM. Questo è sicuramente un bel colpo per il marchio varesotto, che in virtù di volumi piuttosto esigui fa probabilmente fatica ad attirare, soprattutto all’estero, concessionari motivati che hanno voglia di spingere il prodotto e investire localmente nel marketing. Ma c’è di più. Pierer offrirà a MV Agusta anche supporto nella logistica di produzione e soprattutto si occuperà direttamente della gestione dei fornitori. Un insieme di attività industriali che vengono di fatto delegate in toto ad un partner esterno. O meglio, che esterno non è più.

Anche gli austriaci mettono i soldi. Archiviata l’idea della Borsa

KTM entra in MV Agusta
Stefan Pierer, amministratore delegato di Pierer Group. Forse sogna di aggiungere MV al suo portafoglio di marchi

Nell’ambito dell’operazione, infatti, il Gruppo Pierer ha partecipato ad un aumento di capitale da 30 milioni di euro sottoscritto sia da Timur Sardarov sia dalla casa di Mattinghofen, che si ritrova quindi azionista al 25,1% di MV Agusta. I dettagli dell’accordo non sono noti, in ogni caso l’esborso dovrebbe essere compreso tra i 20 e i 25 milioni di euro. Una iniezione di liquidità che si aggiunge ai 30 milioni già messi in azienda dall’attuale proprietà qualche mese fa a servizio di un business plan ambizioso e soprattutto dell’estromissione prima del tempo di Giovanni Castiglioni. Tramonta quindi per il momento l’ipotesi della quotazione in Borsa, una prospettiva affascinante ma resa incerta dall’attuale momento di mercato (la cosiddetta “finestra di quotazione” non è delle migliori) e più costosa rispetto all’assegno arrivato dall’Austria.

Partnership industriale e nulla più. Ci crediamo?

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L’accordo Pierer-MV prevede che il gruppo austriaco si occupi anche della logistica di produzione e della gestione fornitori

Tenendo da parte i proclami di entrambe le parti sulla logica fortemente industriale dell’operazione (sulla cui bontà concordiamo, soprattutto per MV Agusta), siamo invece piuttosto scettici sul fatto che la mossa non sia il preludio a qualche evoluzione inattesa, magari nei prossimi 3-5 anni.
Mettiamoci per un attimo nei panni di chi dirige il gioco a Mattinghofen. Che senso ha per un gruppo industriale come Pierer iniettare del capitale in MV Agusta senza avere alcuna prerogativa di controllo se non due soli consiglieri di amministrazione? Quello è un mestiere che fanno di solito i fondi di private equity e gli altri investitori finanziari. Non è roba per un gruppo che fa solo ed esclusivamente moto e scooter e che dovrebbe investire solo in quello. In un mondo finanziariamente efficiente, se un’azienda ha soldi che non sa come investire li ritorna agli azionisti con un bel dividendo, non compra quote in società a caso dove non conta nulla. Anche perché avere il presidio di due aree chiave dell’attività industriale, come la gestione della supply chain e delle forniture nell’accordo con MV Agusta, significa avere già un bel piede nella porta senza dover necessariamente sborsare un euro.

KTM entra in MV Agusta
Un rendering della 921s. Anche la governance societaria di MV è in chiaroscuro?

Cosa aspettarsi per il futuro?

Più facile pensare che la stampella finanziaria, un bell’aiuto per MV Agusta specie ora che il mercato dei capitali è un po’ meno pimpante, sia di fatto un’opzione degli austriaci verso un possibile percorso di controllo futuro della casa di Schiranna, nel momento in cui il clan Sardarov si dovesse stufare di un giocattolo affascinante ma impegnativo.
Per ora ci dobbiamo accontentare solo del silenzio stampa – perlomeno verso Motospia – di Schiranna e di qualche dichiarazione che qualche altro media ha raccolto in questi giorni. A quanto pare, il patron Timur Sardarov difende la bontà dell’accordo con cui KTM entra in MV Agusta confermando che tra le i due gruppi non sono previste collaborazioni di prodotto o di altra natura fatto salvo questo accordo industrial/finanziario annunciato piuttosto in sordina. È curioso che la notizia, datata 3 novembre sul sito internet di MV Agusta, sia stata diffusa alla stampa con un comunicato solo la scorsa settimana. Se è un accordo senza secondi fini e industrialmente virtuoso, perché non sbandierarlo a EICMA? Difficile pensare che a Schiranna non l’abbiano fatto solo per non togliere i riflettori all’Ampelio
Vedremo, per ora ci spiace solo doverci occupare ancora di cronache societarie in casa MV dopo un periodo di focus sui prodotti. Nonostante qualche perplessità iniziale, l’entusiasmo per il prodotto di Timur Sardarov e il rinnovamento della strategia della casa di Schiranna ci avevano convinto parecchio, ci spiacerebbe dover tornare a parlare di soci che entrano, litigano ed escono (come Mercedes) e di altre bufere che poco hanno a che fare con le motociclette e di cui MV Agusta può, in questo nuovo corso, fare decisamente a meno.

Stay tuned….

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