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Un Milione di Km – capitolo 32, la SWM Ritorna con la sua autobiografia motociclistica Massimo Ferrara, il grande viaggiatore che ci racconta il ritorno ad un antico amore, il monocilindrico con la SWM

Un milione di chilometri APRILIA PEGASO CUBE 650

Ritorno al primo amore con la SWM Super Dual…. Un milione di Km, la saga continua

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Un altro anno si è concluso, e in mezzo alle tante vicende della mia vita ho continuato la mia ricerca della moto totale, con esiti come sempre deludenti. Ho provato varie accoppiate SuperTènèrè 1200 e Tènèrè 700 avevo provato Moto Guzzi V85TT e KTM 790 e ultimamente ho provato a tenere il Tuareg insieme al SuperTènèrè, ma nessuna di queste formule soddisfa il mio concetto di moto totale.

Probabilmente il Tuareg 660 rappresenta il mezzo più trasversale che io abbia mai avuto e guidato. Poterne avere due in garage, una gommata stradale e una gommata con i tasselli potrebbe essere la soluzione di moto totale…e già il fatto che sto parlando di una cosa assurda dimostra che la moto totale non esiste.

In questo mio peregrinare per il pianeta alla ricerca di risposte… che non esistono, proverò con una formula estrema: ho trovato usata una SWM Super Dual X, onesta monocilindrica poliedrica che attrezzerò per il fuoristrada, con Anlas Capra Extreme, e per i viaggi ho scelto una Honda Africa Twin 1100 Adventure sulla quale testerò alcuni componenti ed accessori che mi sembrano interessanti come la catena senza manutenzione della Regina e le nuove borse Model x della Mytech, ma non solo.

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Gli anni passano, e sono arrivato ai 50, che sicuramente rappresentano più della metà del tempo che ho a disposizione in questa vita e se mi guado indietro di km ne ho percorsi tanti, e di risultati ne ho raggiunti tanti.

Rimpianti?

Nessuno, quando vivi così intensamente come faccio io è difficile avere rimpianti perché era impossibile fare di più. Certo non significa che il mio percorso non sia pieno di errori di valutazione e sbagli, assolutamente no! È però un percorso intenso e pieno di gratificazioni, in continua evoluzione.

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Sulla carta quando è uscito il Tènèrè 700 poteva essere la moto perfetta abbinata ad un SuperTènèrè, me qualcosa tra me e quella moto non ha funzionato. Alcune risposte alle volte sono palesi davanti ai miei occhi, eppure io metto la testa sotto la sabbia per l’eccitazione di una nuova moto da provare e guidare. Il Tènèrè nasce senza niente. La sua tanto apprezzata linea, è una linea che a me non piace!

Perché? Perché non può piacermi un moto incompleta, al netto che io ci volevo fare soprattutto del fuoristrada, una moto non può essere senza protezioni, senza un cavalletto centrale (e se devo cambiare una camera?) o senza un robusto portapacchi.

Infatti tra i tanti che la apprezzano e se la godono vedo tante foto di uscite con lo zaino. Lo zaino per me è un argomento tabù io non posso andare in moto con un zaino, non lo concepisco. Con lo zaino andavo a scuola alcune ere geologiche fa’. Nel bagaglio fisso porto anche alcune cose rigide e pesanti, averle attaccate alla schiena è solo stupidamente pericoloso.

Molti dicono che il Tènèrè, come il Tuareg, pesa circa 200kg, bene nel mio modo di vederle e allestirle di base queste pesano già 20 kg in più. Un para coppa decente, dei tubolari come protezioni, un cavalletto centrale e un portapacchi… forse sono anche più di 20kg.

Ecco perché’ nelle prime uscite che ho fatto con la SWM ho avuto la sensazione di una moto leggerissima, eppure dicono tutti che è pesante perché’ pesa circa 170kg. Solo che la moto con quel peso ha già tutto cupolino, protezioni tubolare, un bel serbatoio, cavalletto centrale, telai per le borse (utili anche per montare le borse morbide) e un bel portapacchi. Quindi sulla SWM ci ho solo messo su i miei bagagli fissi e mi ritrovo una moto pronto esplorazione.

Guidare di nuovo a 50 anni un monocilindrico, di un marchio glorioso come SWM, rappresenta per me un’esperienza molto interessante. Nel 2022 ho guidato i primi mesi ancora il SuperTènèrè 1200, sempre con grande soddisfazione, poi ho fatto i miei oltre 33.000km con il Tuareg compreso il fantastico viaggio in Islanda e sul finire dell’anno…. questo ennesimo e radicale cambiamento.

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Il mono ce l’ho nel sangue, è lì che ho iniziato, mi piace perché sembra vivo e ha un pulsare che ho sempre amato. Complice un certo ritardo nell’arrivo della Honda mi sono ritrovato per un paio di mesi come unica moto questo monocilindrico dal cuore morbido e dolce. Amo la guida rilassata e poco sportiva e la ciclistica sana, e la SWM ha tutte queste caratteristiche in sé oltre ad un efficace ABS che mi regala sicurezza su asfalto.

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Chi mi conosce e mi legge ricorderà che con la Honda Africa Twin 1000 ADV le cose sono andate bene ma non benissimo nella nostra esperienza insieme, ma io non giudico mai l’affidabilità di un prodotto dalla sola mia esperienza. E’ chiaro che Honda ha impostato la sua ammiraglia tutto fare con questa versione nel 2020 vocandola al turismo. Oltre ai problemi tecnici che ho avuto io sul mio esemplare, sulla 1000 c’erano anacronistici cerchi con camera d’aria, mancava il cruise control e di precarico automatico nemmeno se ne parlava.

Quando ho ragionato su cosa volessi fare da grande, ho pensato che adoro l’accoppiata 21\18 anche nella guida su strada, che mi piace avere autonomia, che ho tanto apprezzato in diverse moto le sospensioni a controllo elettronico, non tanto per le doti dinamiche comunque valide ma molto di più per la facilità con la quale si passa da un assetto per il giro da solo a quello in due con bagagli, passaggio che io faccio molte volte in un mese.

Con le sospensioni tradizionali, e il Tuareg non ha fatto eccezione, finisco sempre per mettere un setting via di mezzo, un po’ duretto quando giro da solo e un po’ molle quando siamo in due. In questa mia ricerca il mercato offriva solo due moto: quella che avrei scelto è il Tiger 1200 ma 150 cv e 25.000 euro mi sembravano davvero fuori luogo anche se la versione Rally pro mi ha regalato qualche notte insonne. Della Honda apprezzo già sulla carta quello che in tanti penseranno sia un limite i 102 cv. Da un 1100 oggi giorno è un attimo tirar fuori 150-160cv, Ma se decidi di plafonarti a 102 è evidente che da quel motore vuoi tirare fuori altro. Elasticità e prontezza ai bassi regimi, una erogazione pulita e lineare e per questo non vedo l’ora di poterci macinare dei km insieme, soprattutto dopo un paio di mesi di vita motociclistica solo con un mono SWM da 55cv sarà come salire nell’iperspazio per me.

Trovo sia sempre utile e interessante per un motociclista passare dalle fuoriserie alle utilitarie come la SWM, serve per capire e parametrare tante cose.

Il 2022 è stato un anno di grandi cambiamenti, una guerra che si sta consumando, molto vicino a noi e che comunque ha conseguenze sulla nostra vita, il carburante alle stelle, una crisi energetica senza eguali da quando io ricordi, ma tanti altri problemi incombono all’orizzonte.

La famosa transizione energetica si sta rilevando un affare socio\politico più che un vero cambiamento culturale. Si può pensare all’elettrificazione del trasporto privato senza prima aver creato le basi di un’energia pulita per alimentarlo? Siamo davvero così stupidi da pensare che guidare un mezzo a trazione elettrica nel 2022 sia una scelta “ecologica”?

Io sto’ ragionando di ampliare il mio impianto fotovoltaico studiato per l’autoconsumo in azienda per poterci poi alimentare dei miei veicoli a 4 ruote, solo cosi potrebbe avere una valenza ecologica altrimenti il passare dal combustibile fossile all’energia elettrica sarà un passaggio totalmente a vuoto.

In ogni caso perchè i potenti vogliono questa transizione? A me sembra una mediazione tra chi dice che il mondo ha i giorni contati, cosi come lo conosciamo, e la coscienza ambientale che c’è in tutti noi. Giocando con questi fattori si crea un ennesima operazione di ipocrisia assoluta.

Io mi pongo da tempo altre domande: può il pianeta reggere il carico di popolazione che abbiamo raggiunto? Se consideriamo l’aumentare delle zone desertiche e la scarsità di acqua potabile, credo davvero che il problema primario da affrontare e risolvere sia la sovrappopolazione. Quindi la mia ricetta è lo sterminio globale? Assolutamente no, ma forse una politica mondiale ragionata sulle nascite e la distribuzione di queste. Tutti discorsi impossibili da realizzare perché siamo più che mai totalmente disuniti come popoli. Guerre, religioni, differenze di etnia, tutto divide poco unisce se non gli interessi economici. Pensate solo che nel 2022 abbiamo ancora alcuni paesi con la guida a destra e il resto del mondo a sinistra pensate sia possibile attuare delle politiche “mondiali”?

Si va’ a fare un campionato del mondo di calcio quindi mondiale di calcio in un paese dove i diritti umani sono da medioevo. Non è il caso di boicottarli ora, ma il dio Denaro ci ha portato anche a questo, l’avidità un aspetto della natura umana che non ha eguali in nessuna specie animale. Quindi se c’è un interesse economico rilevante nessun problema a fare un evento di portata mondiale in un paese con queste limitazioni alla libertà personale e un trattamento delle donne per me inconcepibile.

Tanto nella mani di pochi questo è quello che vedo e la proiezione per i prossimi anni, tuttavia parlando nello specifico di disastri ambientali sappiamo benissimo che il pianeta ha avuto più volte nella sua lunga storia fasi calde e fasi fredde e noi stiamo decisamente andando verso una fase calda, poi che noi elettrifichiamo o meno penso cambi poco… anche perché se elettrifichiamo in maniera pulita il trasporto privato ma non facciamo niente per l’industria, facciamo volare migliaia di aeromobili che inquinano in maniera significativa e a mezzo di enormi navi spostiamo cose da una parte all’altra del mondo….. è evidente che tutto il grande fermento intorno all’inquinamento atmosferico non è altro che un fattore economico visto da un’altra angolazione.

Io spero un giorno non tanto lontano di guidare una moto elettrica alimentata dai miei pannelli solari, ma a quel punto come potrò sostenere l’economia dei potenti se non pago un dazio sulla loro energia?

Pieno di queste domande in testa mi metto in questo periodo di fine anno alla guida di questa vetusta moto SWM e ad ogni pistonata del suo grosso e unico stantuffo penso che bella la vita. Basta poco per essere felici, eppure vivo in un pianeta in cui il credo è non mi basta mai.

Sta per uscire un nuovo GS1300… (siamo partiti da 800cc con il primo GS ed era tanta roba.), KTM ha il 1300, Ducati ha presentato un Multistrada Rally 1200 V4 che è un spettacolo ma sono tutte moto a mio modo di vedere totalmente sbagliate per quello per cui saranno usate. Troppo potenti…. troppo tutto.

Le prestazioni delle moto, delle gomme, dell’elettronica sono cresciute in maniera esponenziale negli ultimi 10 anni. Il livello di guida, esperienza media e capacità di guida del pilota medio secondo me invece è clamorosamente calato negli ultimi anni. Un po’ per la vita frenetica e molti usano meno la moto, un po’ perché manca un vero percorso formativo, poi tutto va veloce quindi anche se una parte con una Benelli 500 l’anno dopo ha bisogno di più cv, più sostanza, più potenza.

La potenza non basta mai dicono, io invece penso che il cervello non basta mai, l’allenamento non basta mai e per questo sto facendo l’ennesimo corso di guida in fuoristrada per migliorarmi e per godermi con più serenità la guida nei terreni naturali.

Umiltà ci vuole ed è alla base di tutto, ma ne vedo pochissima nei biker in giro. Fate attenzione dico, ci sono molti più animali selvatici, tanti “vecchi” con il cappello, tanti individui intenti a giocare con lo smartphone e poi ci siamo noi motociclisti sia endotermici che i futuri elettrici, ma restiamo sempre un anello debole della fauna stradale e per questo penso sempre che la sicurezza e l’attenzione alla guida non siano mai abbastanza.

Quale che sia l’alimentazione del futuro, non mi sono affatto stufato di guidare la moto, anzi più passa il tempo e più capisco che la mia comfort zone è sopra una moto anche se è un mono traballante e vibrante come questa SWM.

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Un lampeggio….

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