22 squadre provenienti da 25 nazioni, tra cui un equipaggio italiano e quattro nuove squadre. E come in Mongolia nel 2018 ci sono due squadre femminili “internazionali”. Questo lo schieramento dell’International GS Trophy che prende il via in questi giorni in Nuova Zelanda. Gli equipaggi esordienti sono quelli di Paesi Bassi, Malesia, Nord Africa e Medio Oriente.
Con l’eccezione del team australiano, arrivare in Nuova Zelanda per l’International GS Trophy 2020 ha richiesto un lungo viaggio per tutti i partecipanti. Quindi la giornata dell’8 febbraio è stta dedicata a smaltire il jet lag, sbrigare la ultime pratiche di registrazione dell’evento e prendere possesso delle motociclette BMW F 850 GS (e apportare le modifiche personali).
Ciò che ci aspetta ora i partecipanti all’edizione 2020 dell’International GS Trophy sono otto giorni e circa 2.400 km di avventura che attraversano le isole del nord e del sud. Circa il 60% del percorso sarà fuoristrada. Il restante 40%, apparirà ai partecipanti molto simile alle strade alpine europee. La nuova Zelanda è un paese di appena cinque milioni di persone – e la maggior parte di queste sono concentrate nei centri urbani – quindi le strade sono “deserte” e conducono attraverso paesaggi incredibili, quasi sempre collinari e spesso montuosi.
Il percorso inizia a Rotorua, vicino al centro dell’Isola del Nord, un’area di attività vulcanica attiva. E termina nella stazione sciistica alpina di Queenstown, nell’isola meridionale. Lungo la strada i partecipanti potranno godere della natura e della cultura di queste isole remote affrontando sfide quotidiane che contano ai fini della competizione. Sfide che comprendono abilità di guida, conoscenza della moto o comprensione della natura selvaggia.
A rappresentare l’Italia in questa corsa/avventura saranno:
Michele Pradelli, 39 anni, di Modena. Alberto Ballardin, 27 anni, di Padova, e Federico de Angelis, 42 anni, di Terni.