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Il conflitto d’interessi! Il nostro Max Ferrara si confronta con un argomento delicato, il conflitto d'interessi nei media. Ma alle riviste di moto non rinuncerebbe mai

conflitto d'interessi

Conflitto d’interessi. Scrivo queste poche righe per dare voce a tutti quei lettori che ci dicono sempre “continuate così”, siete gli unici che dicono le cose come stanno, le vostre prove sono genuine. Messaggi così ci rendono orgogliosi ma c’è molto dietro, e non si tratta di un caso.

Provo a stimolare le vostre riflessioni sull’argomento. Cos’ha Motospia.it che gli altri non hanno? Motospia.it ha dalla sua la libertà di espressione.

Se facciamo un long test non ci danno una moto parco stampa, ce la compriamo, le prove delle moto sono su moto comprate e recensite da reali utilizzatori, questo vale anche per abbigliamento, caschi e per tutto, oppure parliamo di moto o accessori gentilmente dati in uso da un concessionario o un rivenditore che si fida del prodotto ed è disposto a metterlo alla prova.

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La SWM di cui avete letto, acquistata dall’autore e oggetto della prova

Ogni qual volta che un media intriso di pubblicità pubblica una prova, magari proprio di prodotti di quegli inserzionisti, va incontro inevitabilmente ad un conflitto di interessi.

Comprereste una rivista che pubblica recensioni di lavatrici dove trovate 20 pagine di pubblicità di tutti i maggiori costruttori? Una volta le riviste funzionavano con importanti incassi dall’edicola, ma ora la maggior fonte di danaro/ricavi sono gli spazi pubblicitari, siano essi inserzioni sul giornale o banner sul sito o la pubblicità display sui video.

Con ciò non voglio dire nulla di diverso da quanto scritto sopra, ma detto tra noi “si trovano in una brutta posizione”. Casualmente le famose e da me tanto denigrate comparative (per me non ha senso fare una classifica perché la maggior parte degli aspetti legati ad una moto sono soggettivi) vince sempre un modello di un certo marchio, che sotto gli occhi di tutti è molto presente nel fascicolo in questione con ricche inserzioni. Questo per me genera un conflitto di interessi per il quale non esiste un reale rimedio. Da una parte ci vorrebbero strutture di marketing ed editoria completamente separate, ma dall’altra è ovvio che una deve rendere conto all’altra.

Vi ribadisco un concetto fatto mio dopo una quarantina di moto acquistate e 1,5 milioni di km percorsi sulle due ruote: non scegliete mai l’acquisto di una moto sul parere di un altro, magari anche uno di motospia. La lettura motociclistica va vissuta con passione e leggerezza, si possono prendere spunti, ma addirittura decidere un investimento seguendo il cervello di un altro per me rappresenta un errore madornale.

Il marketing poi è fondamentale, e vi racconto una storia che rende bene l’idea. Quando i due famosi attori Ewan McGregor e Charley Boorman decisero di fare il giro del mondo in moto (Long Way Round) si rivolsero a KTM per avere la nuovissima LC8 950. I lungimiranti Austriaci non pensarono alla cosa come ad un potenziale business ma come una cosa da fare per forza perché sono loro, e ragionando con razionalità gli risposero: prendete la 640 Adventure per il vostro viaggio, molte tappe sono su percorsi estremi e questa è la moto giusta…I due attori non ne vollero sapere e si rivolsero a BMW che nonostante mettesse sul campo moto ancora meno adatte capì perfettamente il potenziale che c’era dietro questa operazione. Gli attori hanno poi pagato a caro prezzo la scelta (pagato caro nel senso che hanno preso e usato una moto non concepita allo scopo, la stessa KTM che aveva un prodotto più adatto per non rischiare problemi li aveva indirizzati su una moto ancora più leggera), soprattutto tra Russia e Mongolia, ma BMW (che ne è uscita nella realtà con le ossa rotte – le moto si sono quasi distrutte sostituite a metà percorso) con un investimento irrisorio per l’attenzione mediatica generata a livello mondiale. E la portata dell’iniziativa ha fatto vendere molto bene confermando nel percepito dell’appassionato che si può fare il giro del mondo anche con moto pesanti e non proprio adatte a usi estremi. Sono stati geniali e il mercato che già li stava premiando lo ha fatto ancor di più. Sia chiaro che non sto’ affermando che KTM sia migliore di BMW queste potrebbero essere considerazioni personali sono entrambi marchi solidi ed affermati che fanno ottimi prodotti, ma le capacita’ di marketing della tedesca sono anni luce avanti alla austriaca.

Questa esperienza l’ho tirata in ballo solo per ricordare a me, e a voi, che si vendono le illusioni e se Massimo Ferrara dice che non ha senso fare fuoristrada con una maxi enduro con le camere d’aria, i “giornalisti” in questione per difendere la insensata ma del tutto legittima scelta di montarle su alcune moto per risparmiare sui costi, ti diranno che in fuoristrada sono meglio gli pneumatici con la camera!!! Si meglio se hai una moto da enduro con gomme da enduro. Avete mai tolto una gomma tubeless con camera da un cerchio con un paio di leve? Non è precisamente un’operazione semplice, la gomma è fatta per avere tenuta stagna quindi ci vuole una forza notevole per toglierla…. e anche per rimetterla.

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L’autore Massimo Ferrara, grande viaggiatore e autore de “Un milione di km..”

Le ragioni del business condizionano, succede…. perchè comunque entrambe le soluzioni hanno pregi e difetti: in fuoristrada meglio la camera… certo meglio anche la mousse in certe situazioni ma stai provando una moto che al 99% farà asfalto, una moto che è omologata per andare a 180kmh almeno. Ma è una moto che ti ha prestato chi poi ti dà i soldi per mandare avanti il business e torniamo al punto di partenza: conflitto d’interessi.

Conflitto d’interessi. Con questo voglio dire che non vanno lette le riviste di moto, come non vi chiedo di smettere di leggere i quotidiani siano essi di informazione che d’opinione? Assolutamente no! Io sono il primo che legge più quotidiani e quasi tutte le riviste di moto, per curiosità ma anche perché ho imparato a leggere la verità tra le righe, con un po’ di malizia.

Mi auguro tuttavia che ci sia un dilagare e prosperare di piattaforme libere dal vincolo del denaro come Motospia dove chiunque scrive lo fa per darvi la sua Verità, senza alcun conflitto di interessi!

Un caso che rappresenta la sintesi del pensiero relativo al conflitto d’interessi sopra espresso è la Moto Guzzi V100. Una moto molto interessante, ma soprattutto un evento storico con un motore completamente nuovo a Mandello. Come la interpreta Motociclismo, la rivista che più aspettavo? Pensavo di trovarci 40 pagine come fu al lancio della Breva 1100. Noo! La mia rivista esce con una comparativa mettendoci dentro il Monster di Ducati che non c’entra niente e la nt1100 di Honda, che potrebbe essere paragonata per destinazione d’uso, ma in verità è distante anni luce. Le ragioni? Non lo sapremo mai ma possiamo solo constatare che c’è un certo scetticismo nei confronti di Pontedera, ricordo a proposito il Tuareg di Aprilia che è stato accolto con un entusiasmo significativo dai motociclisti e dalla stampa di tutto il mondo, mentre in Italia resta sempre un gradino sotto a certi prodotti giapponesi con la stampa che nega l’evidenza. Addirittura in un confronto tra le medie da viaggio non è stata nemmeno presa in considerazione, mentre c’era la Yamaha WR700 priva di tubeless e cruise control.

Diceva un illustre politico anni fa “A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”

Buona strada.

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