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Autodromo di Imola: si profila un semaforo rosso

autodromo di imola

La Consulta Ambiente istituita dal Comune di Imola con l’idea di dare voce ai cittadini su temi legati all’ambiente, non appena insediata devia dal percorso immaginato dalla Giunta e viene usata per fare la guerra all’Autodromo di Imola. Ora addirittura, oltre al rumore, minacciano di monitorare l’aria attorno alla pista. Vanno alla ricerca di “polveri sottili” killer, senza sapere che non è certo il circuito a generarle… Roba da cinepanettone!

Si fa sempre più buio il futuro dell’Autodromo di Imola. Il Comune di Imola ha recentemente istituito la Consulta Ambiente. Le Consulte Cittadine sono degli splendidi strumenti di democrazia in cui i cittadini e le associazioni sono chiamati, nel rispetto di statuti appositamente redatti dai Comuni, per discutere e dibattere fra di loro su temi specifici. E arrivare poi a formulare alla Giunta Comunale delle proposte sui temi trattati. Nel caso specifico, la Giunta del Comune di Imola sperava che nella Consulta Ambiente si discutesse di ambiente, quindi, giustamente,  nello statuto è stato previsto l’ingresso nella Consulta a enti, associazioni e cittadini “esperti” di ambiente, o che si sono occupati spesso di ambiente.

Imola infatti ha dei grandi problemi da risolvere, in questo campo. Il più grande di tutti, ad esempio, è quello della discarica, che da tempo ha esaurito la sua capacità ed opera in deroga. La si vorrebbe ampliare perché è una grossa fonte di reddito (serve anche molti altri comuni) ma naturalmente c’è anche chi si oppone e la vorrebbe chiudere definitivamente. Ed il Tar regionale si è già espresso contro l’innalzamento della discarica. Insomma, probabilmente si sperava che dalla Consulta arrivassero prima di tutto suggerimenti e proposte riguardo a questo vero problema da risolvere. 

autodromo di imola

E invece, non appena insediata, la Consulta Ambiente si è occupata (e si sta occupando) di un solo argomento: il rumore dell’autodromo. 

Il rumore che si genera in autodromo è sicuramente una criticità, ma investe l’interesse di pochi cittadini. Fra l’altro, c’è da chiedersi se dietro a queste proteste degli ambientalisti non ci sia qualcuno pronto a sfruttare la situazione per trarne un vantaggio. Perché non pensare, ad esempio, ad  interessi legati (la nostra è solo una provocazione priva di alcun riscontro, sia chiaro), al valore delle case attorno all’autodromo? Abitazioni (ville) che nel 99% dei casi sono state costruite nella zona più “esclusiva” di Imola quando l’autodromo c’era già. 

Non lo avevano visto? non lo avevano “sentito”? Chi li ha obbligati a costruirsi o comprarsi la casa attorno all’autodromo? Addirittura pare che fra loro ci sia anche chi da un lato sta protestando per il rumore e dall’altro ha già provveduto ad ampliare il volume della casa…

Vogliamo essere un po’ maliziosi e fare un po’ di fantapolitica? Non è che magari dietro a questa battaglia (corretta nei presupposti a nostro giudizio, ma sbagliata nei modi) c’è anche chi si sta fregando le mani pensando ad una maxi speculazione edilizia da far partire nella zona collinare più esclusiva di Imola dopo aver “tifato” per far chiudere l’autodromo?

A queste persone, se davvero ce ne fossero (speriamo proprio di essere smentiti dai fatti) vorremmo ricordare che già al Mugello c’è chi ha provato a battere lo stesso percorso “distruttivo/speculativo”, ma lì il TAR regionale Toscana ha dato ragione a chi c’era prima, cioè il circuito…

Per carità, nessuno nega che sul rumore generato dall’autodromo si debba parlare, vigilare e si debbano trovare soluzioni. E nessuno nega che se siamo arrivati a questo livello di litigiosità una parte di responsabilità sia anche da attribuire alla gestione dell’autodromo. Ma bisogna anche ricordare che gli stessi enti ora nella Consulta, nella loro battaglia contro il rumore hanno già speso decine di migliaia di euro per fare azioni legali e ricorsi al Consiglio di Stato contro la rumorosità dell’autodromo.

E fin qui le hanno perse tutte regolarmente. La legge gli ha dato sempre torto. 

Vabbé…Finché spendono i soldi che i cittadini gli mettono a disposizione con il 5 per mille della dichiarazione dei redditi niente da dire. Facciano pure. Ne devono rispondere solo a loro. Il problema è che con le loro cause continue ne hanno fatti spendere altrettanti in consulenze legali alla società (a controllo pubblico) che gestisce l’autodromo. E quelli sono soldi di tutti i cittadini!

Non sarebbe ora di finirla di fare sprecare a tutta la cittadinanza questa montagna di soldi?

No, non contenti, loro raddoppiano! Infatti, ora che siedono nelle poltrone della Consulta Ambiente continuano a perseguire solo e soltanto quell’obiettivo, proponendo cose assurde, da barzelletta. Nella loro battaglia contro l’autodromo, ora si sono convinti che questo sia un generatore di inquinamento ambientale a tutto tondo. E la prima proposta che hanno saputo partorire è di andare a misurare le emissioni di polveri sottili nell’area dell’autodromo per dimostrare la loro tesi. 

Ma, scusate: in teoria i componenti della Consulta Ambiente non dovrebbero essere esperti di ambiente? È decisamente preoccupante il fatto che da “esperti” non sappiano che le polveri sottili si sviluppano soprattutto in ambiti industriali, nelle zone ad alta densità abitativa (soprattutto dove si usano ancora sistemi di riscaldamento centralizzato a gasolio o kerosene) e in corrispondenza dei nodi stradali dove c’è molto traffico e/o dove circolano molti mezzi con motore diesel, soprattutto quelli industriali… Cioè, ovunque in una città come Imola, prima che in un autodromo!

Ma loro sono così convinti della “potenza” della loro idea da usare questa proposta come arma di minaccia (espressa con lettere pubblicate sulla stampa locale) contro chi, cercando di difendere l’Autodromo, ha richiesto un accesso agli atti della Consulta (cosa prevista dalla legge e dalla democrazia) per controllare se la stessa stia operando nel rispetto della legge!

Quindi, riassumendo, possiamo dire che la loro prima azione dimostra senza ombra di dubbio che o sono ignoranti in materia, o stanno biecamente cercando di usare la Consulta per far chiudere l’Autodromo di Imola. Uno scopo ben diverso da quelli per cui è stata istituita la Consulta!

Per fortuna la Consulta ha soltanto potere propositivo. Quindi, si spera che quando le loro proposte passeranno alla giunta comunale ci sarà qualche assessore che chieda un parere ad un vero esperto per poi archiviare tale assurda proposta pregandoli di usare il loro tempo in maniera più proficua per la popolazione. 

Ma rimane il fatto innegabile e preoccupante che ad Imola oggi esiste una Consulta Ambiente che, nei fatti, si è autoproclamata “Consulta Contro l’Autodromo”. 

Ciò appurato, non sarebbe il caso che il Comune la richiamasse all’ordine (sempre che possa farlo nel rispetto della legge) e/o istituisse finalmente una Consulta Autodromo dove si possano riunire allo stesso tavolo tutte le parti, pro e contro l’autodromo? Una Consulta dove riunire, insomma, le associazioni, gli enti, i privati cittadini e gli imprenditori (albergatori, ristoratori, fornitori, ecc ecc) e lì discutere civilmente, democraticamente e soprattutto con cognizione di causa del futuro dell’autodromo di Imola?

Troppo difficile da immaginare una soluzione così logica? 

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