Le targhe personalizzate, una chimera, e come vi dimostriamo anche un’altra occasione sprecata dallo Stato per fare cassa
A chi non è mai capitato di vedere foto di targhe personalizzate straniere che richiamano il nome o le caratteristiche del veicolo, o il proprietario?
Questa bellissima personalizzazione che aiuta a rendere il proprio veicolo unico ed inconfondibile è in realtà stata pensata anche per gli italiani. È infatti contenuta nell’articolo 100 del Codice della Strada, comma 8, e contiene solo poche limitazioni che sono le stesse che sono in vigore per l’assegnazione casuale delle targhe. Nello specifico: le prime lettere scelte per la targa personalizzata non possono essere la X, la Y o la Z, in più, la targa personalizzata non può prevedere lettere quali la Q, la I, la U e la O perché facilmente confondibili e quindi vietate.
Il problema
C’è solo un grosso problema, la possibilità di avere targhe personalizzate è stata solamente prevista durante la stesura del Codice della Strada, ma nessuno si è poi degnato di fare i decreti attuativi, un autogol del ministero competente. Questo significa che presentarsi agli sportelli della motorizzazione, come tanti dicono di fare, equivale solamente ad una perdita di tempo in quanto l’operazione è di fatto impossibile.
C’è un altro aspetto da considerare, le targhe personalizzate potrebbero rendere più difficile il lavoro dell’unica fabbrica italiana che produce le targhe per il Belpaese, di proprietà della Zecca dello Stato, che già con la produzione in serie non ha mai dimostrato di saper brillare particolarmente nello svolgere il proprio lavoro.
“Viene da pensare, da buoni ficcanaso come siamo, che qualche potere forte possa aver influenzato tempi e modi per l’introduzione di tale novità, che avrebbe potuto infastidire qualcuno che adesso lavora in modo più semplice.”
Che fare quindi? Purtroppo nulla, se non continuare a guardare ammirati gli stranieri fortunati che ci passano davanti con le loro bellissime targhe personalizzate.