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Women Motors Bootcamp. Un evento delle donne per le donne

Women Motors Bootcamp. Ho comprato il biglietto a dicembre, incuriosita, quando ancora se ne parlava poco. E poi, l’ho accantonata lì, finché non ho iniziato a sentirlo nominare da altre motocicliste, quasi dimentica di cosa fosse… Fino all’8 marzo.

Il mio intento era di arrivare al Women Motors Bootcamp a  Verona già di prima mattina, però gli imprevisti hanno preso il sopravvento. L’evento aveva una durata di tre giorni e l’acquisto di un solo biglietto dava diritto d’accesso indistintamente, per tutto il weekend.

Il che si è rivelato sicuramente comodo e allettante per tutte quelle che hanno orari incerti o che hanno potuto pianificare solo all’ultimo momento. Me inclusa che sopraffatta da molti impegni e dalla stanchezza, ero tentata di non andarci e, alla fine, sono comunque partita nonostante il ritardo.

Due le tipologie d’acquisto: un regular ticket e uno, maggiorato, comprensivo di volo “panoramico” (tra l’altro rimborsabile in caso di maltempo) sul Lago di Garda.

Women Motors Bootcamp  si è tenuto presso l’aeroporto – pista, in realtà – di Boscomantico nella periferia della bellissima Verona: arrivarci è stato semplice, nonostante qualche centinaia di metri di sterrato sulla via per il parcheggio! Fattibilissimo, ma un po’ impegnativo per le ragazze inesperte.

E per chi non fosse autonomo, anche un servizio navetta totalmente gratuito che l’organizzazione ha predisposto grazie alla concessione di un paio di Mini da parte di BMW.

Linea da e per la stazione ma anche da e per l’aeroporto, distante solo pochi km, ma che ha sicuramente snellito e facilitato la spola anche solo di chi dovesse andarci per il volo.

Domitilla Q. (Quadrelli), la vulcanica fondatrice del camp, le cose le ha pensate in grande e le ha pensate bene. Dalla convenzione con alcune strutture ricettive al trasporto, appunto, a – e non fingiamo non sia stato graditissimo – fornitura di cibi e bevande, no stop e gratuitamente durante il giorno.

Una bellissima airstream omologata come “cucina semovente” – il Rocket Truck – ha provveduto a sfamare, insieme con i proprietari di un caseificio locale, altro sponsor, e a dissetare le partecipanti, viziandole anche con litrate di caffè, rigorosamente fatto con la moka!

Women Motors Bootcamp.

Cos’è il WMB?
Non credo esista una definizione univoca. Un evento, sì. Un motoraduno. Una “festa”. Insomma: un “happening” che ha voluto coinvolgere solo donne.
E, guarda caso, si è tenuto proprio durante la festa della donna. Da venerdì 8 marzo a domenica.

Gli uomini sono stati banditi, eccezion fatta per la crew: dagli istruttori ai coorganizzatori, e basta.
E qui, entra in… campo il Camp. Una community ben targettizzata, nata ancor prima dell’evento stesso. Credo che la capacità di attirare e di incuriosire che il WMB ha avuto sia stata davvero forte.

Il Camp, concretamente, era un’area attrezzata e dedicata a diverse attività che portassero a imparare o anche a rispolverare nozioni, le più varie. Con anche una zona “lounge” oserei dire. Un’area isolata, lontano dal caos. Come un mondo a sé tant’è che, in alcuni momenti, ho percepito il tutto quasi come “alienante”. Un universo parallelo.

Appena giunti al parcheggio, la prima cosa che si poteva notare era un enorme truck americano, allestito all’interno a mo’ di reception, dove registrarsi e ritirare il proprio cadeau.

Women Motors Bootcamp.

Domitilla e Officine Vivaldi hanno riempito il Camp di mezzi made in USA, alcuni dei quali omologati su strada dalla nostra motorizzazione… vedere quel camion girare per la periferia di Verona è stato quasi emozionante!

Ognuno di questi mezzi debitamente adibito a una precipua attività. Uno degli schoolbus, ad esempio (esattamente quelli dei Simpson!) ospitava la massaggiatrice.

Una roulotte è diventata un temporary store ove comprare alcuni gadgets del WMB o dei leggins innovativi, presentati da una piccola start up italiana, ovviamente dedicati alla sicurezza in moto. E via discorrendo… Le attività previste, come accennato, erano molto diverse tra loro. Alcune a pagamento, come il volo su ultraleggero, il lancio in tandem in paracadute, il massaggio e il minicorso di drifting con Pattuglia Acrobatica 75 di Verona.

Il resto, invece, era compreso nell’esperienza. Quindi, tutto a portata di mano e disposto a raggiera, come a voler creare la base di un’ipotetica Yurta che ci accogliesse all’interno.

Tra le partnership di Women Motors Bootcamp, la DiTraverso School di Marco Belli: il flat track inizia a essere conosciuto anche in Italia e la scuola di Marco – che io stessa ho sperimentato tempo fa – ha un nome che ormai non resta in ombra.

Un corso che può essere sembrato bizzarro, ma che a noi donne sicuramente non sarà mai di troppo, è stato quello di Krav Maga (by Krav Italia). Autodifesa: perché donne sì, ma un po’ “sull’attenti” è meglio!

Il mio preferito credo sia stato il corso di orientamento al motorally e “lettura” del roadbook: da quando ho iniziato a viaggiare e ad appassionarmi alle competizioni, è sicuramente il primo stand che ho puntato. Ancora prima del cibo, il che la dice lunga! Le ragazze che ne hanno spiegato il funzionamento, Anna e Anna, sono due rider eccezionali, dolci e una – reduce dal Chica Loca – ci ha introdotte anche a questo, cedendo la parola a Veronica. Una ragazza alta alta che mi aveva messa in soggezione, ma siccome non si deve mai fermarsi alle apparenze… ho scoperto essere dolcissima e tanto sorridente! (Chica Loca è una competizione, anch’essa tutta al femminile, che si è svolta per la prima volta nel 2018 in Marocco e che, manco a dirlo, ha già stuzzicato il mio animo).

Women Motors Bootcamp.

Pakelo e Scuola Moto hanno contribuito con un corso di meccanica, che non ho seguito. Credo tuttavia che le ragazze più inesperte l’abbiano trovato utile e interessante.

Quello che invece mi premeva provare, e ne sono uscita come allucinata (!) – l’esperienza da saldatrice! Saldatrici Arrowed hanno messo a disposizione delle belle placche, ognuna un po’ iconica dell’evento, da saldare su un’altra, totalmente spoglia. Due le tipologie: mig e tig, a scelta. Credo sia stato utile, sì, ma anche tanto divertente per tutte noi. La saldatura penso possa essere una delle cose più distanti dal mondo “canonico” di una donna. Conosco più biker capaci di tagliandarsi la moto che di saldare pezzi di scarico esplosi, ecco…

Women Motors Bootcamp.

Piacevoli i test drive. Yamaha,  Honda e BMW – tra cui ho scelto proprio quest’ultima – che si sono svolti a gruppetti guidati, per la periferia della città. Ciò che mi ha colpita, tuttavia, non risiede tanto in ciò che ci hanno permesso di fare, per quanto strabiliante potesse essere.

Women Motors Bootcamp.

Ecco la mia personale idea del Women Motors Bootcamp…

I dettagli.

Lo staff. A partire da Domitilla a scendere, effetto piramide: cortesia. Garbo. Socievolezza. Ci hanno trattate tutte come se ci conoscessero da sempre, senza risparmiarsi nell’esaudire le richieste o nel risolvere un inghippo.
Ancora prima di partire, con un anticipo di settimane, sono state inviate varie mail: una in particolare che richiedeva la compilazione di un form (tanto per dare un’idea all’organizzazione di chi volesse fare cosa e quando) e un’altra con una check-list, una sorta di memorandum pre partenza.

Organizzazione che, quindi, ha permesso anche di gestire le due cene.

Una, il venerdì, da Special Mr. Martini a Verona. Sicuramente molto azzeccato il locale dato che lui – Nicola Martini – è un noto customizzatore che fa rima con moto da sempre!

Il sabato, invece, Domi ha accordato una cena presso il ristorante adiacente l’aeroporto, rendendo sempre molto comodi gli spostamenti e tutto decisamente molto compatto. Peccato per la sala gremita anche da altra gente, che ha reso difficile la socializzazione. Però ho apprezzato molto il cibo.

Photo contest. Le migliori foto sarebbero state premiate con degli omaggi interessanti. Foto che non sarebbero state ritenute tali da un punto di vista tecnico, ma sarebbero state scelte quelle più rappresentative della “vita”, dell’animo del Camp.

Women Motors Bootcamp.

Women Motors Bootcamp. Ciò che mi ha lasciata perplessa.

Moto. Su oltre trecento biglietti venduti, ho contato al massimo una ventina di moto. Mi ero già immaginata posteggiare a km di distanza a causa di un parcheggio troppo pieno, e invece… Ammetto che questo mi ha un po’ delusa. Vero che a marzo ancora c’è chi ha l’assicurazione non attiva. Che, tante ragazze, non sono ancora moto – o patente – munite. Vero che un viaggio tutto in autostrada potrebbe essere noioso, ma… Speravo in qualche “dueruote” in più.

Women Motors Bootcamp. Ambassadors, influencers & co.
Ho incontrato varie “ambassador” di qualsiasi cosa che – buon per loro! – sono state omaggiate in qualche modo e poi altre donne – tipe toste eh! – di cui si ignorava perfino la presenza. E che, a mio parere, sono davvero donne che avrebbero tanto da dire…

Mi è un po’ dispiaciuto non conoscere alcune delle portavoci designate, però. Le straniere soprattutto. Le ho intraviste sul sito, ma non sarei stata capace di riconoscerle e, essendo il Camp un’esperienza itinerante, il rischio di girarsi intorno senza scontrarsi c’è stata.

Women Motors Bootcamp. Voto?
No. Non darò un voto perché non è il mio compito e posso solo esprimere il mio parere. Sicuramente Domitilla è riuscita perfettamente a centrare un target, a fidelizzarlo e a creare interesse intorno al WMB.

I continui messaggi, le mail, i post e le stories sui social tengono vivo il ricordo e alimentano la voglia di un bis che – sono certa – non tarderà ad arrivare e non necessariamente sotto forma di Bootcamp.

L’esperienza è stata sicuramente piacevole, forse un pelo dispersiva. Attendo con grande curiosità i prossimi progetti di Domitilla, dunque!

Women Motors Bootcamp.

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