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La nuova truffa dei siti di compravendita

truffa compravendita

Una volta era sufficiente evitare di acquistare dai siti che fanno da bacheca per le compravendite tra privati. Adesso non basta più, i truffati sono quelli che vendono.

A chi non è mai capitato di avere in garage un cupolino di troppo, una sella standard sostituita con una “comfort”, un famoso “doppio regalo”? In nostro soccorso giungono gli ormai famosissimi siti come subito.it, ebay annunci, bakeka ed il sempreverde ebay. Purtroppo da anni le cronache sono piene di acquirenti che, fiduciosi di poter fare un affare clamoroso o anche solo di aver finalmente trovato un pezzo di difficile reperibilità, hanno inviato soldi nei modi più disparati a questi soggetti senza scrupoli senza mai ricevere la merce in cambio. A nulla sono servite le linee guida dei portali, chi vuole truffare continua abilmente a farlo indisturbato.
Quindi alcuni si sono messi il cuore in pace, per evitare sole vendo su subito.it ma non compro nulla.
Questa regola di vita è stata valida fino a poco tempo fa, quando i truffatori hanno inventato LA TRUFFA DEL PAGAMENTO TRAMITE ATM POSTALE.

Funziona così: i truffatori contattano persone che hanno in vendita su internet dei beni di valore tra i 1000 ed i 2000 euro. Chiamano o scrivono, si informano sullo stato del materiale e sulla disponibilità del venditore di spedire. Il venditore si sente in una botte di ferro, dopotutto gli viene prospettata la possibilità di spedire solamente dopo aver ricevuto l’accredito sul proprio conto corrente. Quindi, perché sospettare?

Il momento in cui ci si accorda per il pagamento anticipato è quello in cui bisogna prestare più attenzione: l’acquirente propone di pagare “con pagobancomat”. Nell’esempio della tentata truffa da me scoperta il pagamento non viene citato, troviamo scritto solamente “come ti ha detto mia moglie per telefono”. E come funziona questo pagamento? Semplicemente, il venditore deve inserire il proprio bancomat (di qualsiasi istituto di credito) nello sportello ATM postale ed eseguire le operazioni indicategli dall’acquirente. Tramite alcune elaborate spiegazioni il truffatore guida il malcapitato ad eseguire una ricarica postepay di cifre non irrilevanti, alcune volte perfino superiori a quelle dell’oggetto in vendita.
Tali truffe sono abbastanza facili da scoprire, ma certamente qualcuno per distrazione, buona fede o sentendosi al sicuro in quanto ancora in possesso del bene ci sarà cascato “regalando” a questi individui migliaia di euro. Notate come questo tentativo di truffa si svolge: il malintenzionato si accerta che io sia lontano, per scongiurare il rischio di scambio di persona. Lascia quanti più dettagli possibile sul vago, evitando di scrivere come dovrebbe funzionare il pagamento, e poi visualizza e non risponde quando gli viene fatto notare che il metodo di pagamento da lui proposto “assomiglia molto” a quello pubblicato da subito.it
Il consiglio è quello di verificare sempre se le modalità di pagamento proposte sono di uso comune o “fantasiose”, se possibile incontrare e fare lo scambio a mano, verificare da quanto tempo il venditore pubblica sul sito di annunci (ove non è possibile controllare lo storico del venditore, i famosi feedback ) e verificare sempre il numero di telefono da cui veniamo contattati. Potrebbe essere un numero di telefono nuovo, acquistato ed attivato pochi istanti prima della telefonata “tranello”, ma potrebbe essere anche un numero già utilizzato per truffare e quindi segnalato su internet.

Oltre a questo nuovo metodo che truffa i venditori sono sempre in corso le truffe agli acquirenti, quindi approfittiamo dell’occasione per ricordare che cercare sempre l’affare alimenta il mercato della ricettazione. Può capitare che a vendere l’oggetto del nostro desiderio ad un terzo del suo valore di mercato sia un onesto “sprovveduto”, ma molto spesso chi propone queste occasioni è un ricettatore di professione, che ruba appositamente per vendere a buon mercato ed ottenere quindi un facile guadagno.
Prestiamo la massima attenzione perché per il nostro codice penale non è colpevole solamente chi vende, ma anche chi partecipa all’azione criminosa acquistando il bene oggetto di ricettazione.

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