La nuova Hayabusa mantiene intatto tutto il fascino delle versioni precedenti, ma migliora nella guida e nella facilità di sfruttamento delle sue prestazioni grazie ai tanti interventi degli ingegneri Suzuki e alla nuova completissima gestione elettrica di ultima generazione. Costa 19.390 Euro.
Nei primi anni 2000 Hayabusa &Co. (Honda CBR 1100XX e Kawasaki ZX-12R) erano le rappresentanti di una categoria nata per esaltare le prestazioni velocistiche. Le Ultimate Sport. E L’Hayabusa è stata senza dubbio la migliore fra queste moto che si sfidavano sul filo dei 300 all’ora.
La Honda fu la prima, ma i 300 li superò solo a Nardò, in condizioni particolarissime. L’Hayabusa arrivò subito dopo e con i suoi 175 CV (197 la seconda versione) e la sua raffinatissima aerodinamica, li superava in pianta stabile: 306 normalmente e 311 ripiegando gli specchietti nelle piste da alta velocità tipo Nardò.
Anche la Kawasaki ZX-12R arrivava a 304, ma non è mai stata bella ed equilibrata nella guida come Honda e Suzuki.
Smaltita l’ubriacatura collettiva da velocità, questa razza di dinosauri si è praticamente estinta in Europa a metà della prima decade del nuovo secolo.
Ma nel mondo sono rimaste sacche di resistenza ben radicate di fan dell’Hayabusa. Negli USA e nei ricchi Paesi del golfo arabo è la moto preferita da chi vuole mostrare di avere il massimo. Ed è raro vederne una completamente di serie. Le modificano in vere e proprie Dragster con forcelloni allungati e gomme posteriori enormi. Poco importa se la legge non ti permette di superare la velocità che questa moto sa fare in prima marcia… Quello che conta è mostrare a tutti di avere fra le mani questa bestia impressionante.
Probabilmente è pensando a questi mercati che la Suzuki ha deciso di rinnovare ancora una volta la sua mitica 1300 quattro cilindri. Ma l’arrivo di questa terza versione non può che far piacere anche a noi, perché si tratta veramente di una moto unica, un simbolo della nostra passione che merita di protrarre ancora nel tempo la sua ormai più che ventennale storia.
Ma cosa significa Ultimate Sport oggi? Ha ancora senso una moto come L’Hayabusa?
Se ci limitiamo a leggere la scheda tecnica, la risposta è no. 200 CV oggi ce li ha qualsiasi sportiva. E tutte pesano dai 60 agli 80 kg meno dell’Hayabusa. E praticamente tutte sono in grado di superare i 300 km/h sul rettilineo del Mugello, senza bisogno di piste speciali o autostrade tedesche. Per non parlare poi dell’accelerazione 0-100: i suoi pur eccellenti 3”2 oggi possono essere battuti da qualsiasi moto elettrica…
Insomma, dal punto di vista tecnico e prestazionale, comprare l’Hayabusa non ha più senso. A maggior ragione oggi che la Casa di Hamamatsu, giustamente per motivi di immagine, ha deciso di limitarne la velocità massima a 299 km/h. E di avere “solo” 190 CV (la versione precedente arrivava a 197) a vantaggio di una maggiore coppia motrice ai bassi e medi regimi.
Ma la GSX 1300 R Hayabusa è ben altro che una fredda e ormai insignificante scheda tecnica. Rappresentava e ancora rappresenta un sogno. E il motociclismo si alimenta e cresce nei sogni. Il ritorno di questa mitica maxi quattro cilindri rinnova un mito di cui il motociclismo ha bisogno. E ci ricorda che quando i giapponesi decidono di costruire una moto come solo loro sanno fare, ne esce fuori un prodotto eccezionale.
L’Hayabusa 2021, infatti, prima di tutto è un prodotto di altissima qualità. I materiali, l’assemblaggio, il livello tecnico, la cura del particolare… tutto è giapponese, proprio come quando uscì la prima versione e l’aggettivo “giapponese” era sinonimo di inarrivabile qualità.
Si riconosce subito l’impostazione di guida da Hayabusa.
Salire in sella a questa nuova versione e fare un salto indietro nel tempo è un tutt’uno. Si riconosce la stessa impostazione di guida sport touring, con baricentro molto basso, piedi che toccano terra facilmente e busto disteso in avanti, ad impugnare due semimanubri stretti ma qui un po’ più vicini (12 mm) al corpo del pilota, quindi meno affaticanti. Oggi l’Hayabusa non è più una “Ultimate Sport”, ma una velocissima e gustosissima sport touring. Una moto che non ti fa mai passare inosservato, con quelle abbondanti e inconfondibili curve disegnate dalla galleria del vento, ma che sa anche darti tante soddisfazioni quando la usi.
Come la progenitrice, conserva infatti un magnifico avantreno che non vede l’ora di mostrarti il suo rigore, la sua precisione e la sua reattività. Un avantreno attorno al quale puoi disegnare una guida che mai e poi mai ti aspetteresti da una moto con questo interasse e questa stazza. L’Hayabusa ha sempre avuto questa splendida caratteristica, e in questa versione che vanta nuove tarature delle sospensioni, nuovi pneumatici e un impianto frenante Brembo Stylema, le cose sono ancora migliori. Insomma, il manubrio stretto e la precisione e facilità di guida dove c’è da fare una curva, a qualsiasi velocità, sono da sportiva di razza.
Immaginate l’avantreno di una moderna Superbike trapiantato su una pastosissima gran turismo, e non siete lontani dal capire cosa significhi guidare la nuova Hayabusa. Su questa moto il motore ricchissimo di coppia a qualsiasi regime, l’avantreno preciso e la ciclistica equilibratissima rendono facile qualsiasi percorso, a qualsiasi velocità. Ma fate attenzione, perché la “rilassatezza” che l’Hayabusa concede, non ti fa accorgere della velocità a cui tutto avviene. Tanto per fare un esempio, in sesta a 6.500 giri, regime attorno al quale il motore pare ancora al minimo, si è già a 200 km/h…
Per fortuna Suzuki ci ha messo un limitatore regolabile.
La facilità di guida, unita alla sorniona e corposa risposta del motore, ti fa ritrovare in ogni momento oltre i limiti di velocità. E bene ha fatto la Suzuki ad inserire nel pacchetto della nuova elettronica anche un limitatore da impostare a discrezione del pilota. Perché davvero non ti accorgi di quanto tu possa andare forte appena sfiori il gas, anche con i rapporti lunghi. Il motore è così generoso che anche nei percorsi extraurbani più stretti si può usare solo la sesta, come se fosse una moto con il cambio automatico. O meglio, come se fosse monomarcia. Ti diverti sempre e comunque!
E se poi decidi di sfruttare al massimo il motore, apriti cielo: grazie al completo pacchetto di gestione elettronica che comprende quickshifter up & down, launch control e sistema anti impennata, la partenza da fermo è quella di un razzo terra-terra. La differenza rispetto al passato è che adesso chiunque può permettersi questa scarica di adrenalina pura! E quando l’ago del contagiri si avvicina alla zona rossa (11.000 giri) il quattro cilindri 1300 urla che è un piacere.
L’abbiamo usata anche per qualche giro di pista. Un ambiente che non è certo l’ideale per una moto così. Eppure anche in questa situazione l’Hayabusa ci ha stupiti. Forte del già citato splendido avantreno, affronta le curve senza paura ed è frenata in modo spettacolare dall’impianto Brembo e dal sistema di frenata combinata e dal freno motore elettronico. Insomma, stacca da vera sportiva e non si scompone al limite come ti aspetteresti da una moto così lunga e pesante. E questo aiuta molto a gestire in sicurezza il suo peso elevato. Pure le gomme di primo equipaggiamento reggono botta in piega fino a consumare i piolini delle pedane. E al momento di riaprire il gas, ci pensa il sofisticato sistema di gestione elettronica a evitare brutte sorprese al posteriore. Insomma, promossa a pieni voti!
Insomma, per i nostalgici delle sfide al semaforo l’Hayabusa 2021 ha intatto il DNA del passato con l’aggiunta di un pacchetto elettronico che la rende ancora più facile da usare al 100%. E per che è alla ricerca di una moto unica, dall’elevato rapporto qualità/prezzo, con cui distinguersi sempre e comunque, la spinta all’acquisto è ancora più giustificata.