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Meteor 350, Royal Enfield prova di nuovo a creare un segmento Con la Meteor 350 Royal Enfield prova a ripetere il successo della formula Himalayan: piccola cilindrata, semplicità di guida e prezzo accessibile. Riuscirà la mini-cruiser di Chennai a creare un nuovo segmento (per la seconda volta)?

meteor 350

Meteor 350. È una piccola cruiser monocilindrica la prima moto dell’ambizioso programma di nuovi modelli di Royal Enfield (28 lanci in 7 anni, uno ogni 3 mesi). La Meteor 350 eredita il nome di un glorioso modello del passato inglese del marchio (che però era bicilindrico) e porta al debutto il nuovo motore mono da 350cc, sviluppato per sostituire la super-collaudata unità UCE 500 pensionata con l’arrivo dell’Euro 5.

meteor 350

A onor del vero non è la prima moto del segmento per Royal Enfield: per alcuni anni è stata prodotta per il mercato domestico la Thunderbird, che però era di fatto quasi esclusivamente una variante estetica della Bullet che puntava a solleticare la giovane middle class indiana che voleva distinguersi dai genitori. La Meteor è invece una moto progettata – tra il centro di ricerca di Chennai e quello in UK – per lo scopo. Anche sul fronte accessori, dove la casa ha pensato ad un catalogo iniziale abbastanza ricco con borse rigide, ripari, cupolini e schienali per il passeggero che strizzano l’occhio – in piccolo – alle possibilità di personalizzazione delle grandi cruiser americane.

meteor 350

Un progetto tutto nuovo, che dà già indicazioni sul nuovo corso della casa indiana e sui modelli che verranno. Partendo ad esempio dalle versioni, quasi una novità per Royal Enfield dove fino a oggi le uniche distinzioni all’interno dello stesso modello riguardavano molto spesso solo la gamma colori; in questo caso si gioca anche con gli accessori. La Meteor si fa in 3: la entry level si chiama Fireball e spicca solo per i colori pastello accesi (ripresi anche sui cerchi); fa l’occhiolino soprattutto ai giovanissimi e a quelli che ne faranno un uso più cittadino. La Stellar è già più orientata al viaggio, magari in compagnia: esce infatti di serie con lo schienalino per il passeggero e spicca per colori un po’ meno vistosi, metallizzati. La Supernova invece gioca a fare la mini Harley/Indian, allo schienale aggiunge anche il cupolino e le colorazioni bicolore che fanno un po’ Route 66. Sono tutte equipaggiate con l’unità Tripper, un display aggiuntivo sviluppato insieme a Google che permette di collegarsi allo smartphone via Bluetooth e avere sempre in vista le indicazioni del navigatore (a frecce, funziona solo con Google Maps). Tranquilli, non c’è da preoccuparsi per la batteria del telefono, c’è la presa USB sul manubrio (che ospita i nuovi controlli, familiari a chi aveva visto il concept KX in EICMA nel 2018).

Veniamo al motore raffreddato ad aria-olio, piccolo ma furbo. Non fa rimpiangere il vecchio 500c, l’unica cilindrata disponibile fino allo scorso anno sulle modern classic monocilindriche di Chennai importate in Italia (in Asia c’è sempre stata la scelta tra 350 e 500); la differenza principale è nella coppia meno rustica, soprattutto nella ripresa dalle marce più lunghe. Rimane invece elastico a medio regime, permettendo ad esempio un buon controllo dell’erogazione tra i tornanti. Ovviamente è molto parco nei consumi e con il serbatoio da 15 litri consente di viaggiare a lungo senza passare a trovare il benzinaio.

La Meteor si presenta come una moto facile, il nuovo telaio monotrave a doppia culla permette una distribuzione dei pesi (la bilancia segna 191 kg in ordine di marcia) che aiuta il pilota a direzionarla in curva – o nel traffico – senza nessuna fatica. Fermarsi non è poi un problema in ogni condizione grazie a lavoro dell’ABS a doppio canale. Comoda poi la posizione di guida, rilassata e con le pedane avanzate, anche per chi è più basso: è già disponibile nel catalogo accessori anche la sella ribassata originale. La Meteor si rivela quindi una moto piacevole da condurre: una volta fatta l’abitudine al cambio a bilanciere si può rimanere in sella per ore senza sentire l’esigenza di scendere per sgranchirsi un po’.

Viste le caratteristiche della Meteor 350, la domanda che ci sorge spontanea è una sola: riuscirà a replicare il fenomeno Himalayan? Quando quest’ultima venne lanciata da Royal Enfield nel 2016 fu la prima moto crossover di piccola cilindrata sul mercato italiano, dapprima guardata con sufficienza dai motociclisti abituati alle potenze di BMW GS, Honda Africa Twin e Yamaha Tenerè e con un po’ di snobismo anche da motocilisti di ritorno, scooteristi pentiti e neopatentati, dubbiosi tanto sulle caratteristiche tecniche quanto sull’affidabilità. Molti di questi però si sono lasciati convincere, trasformando il piccolo mulo indiano tuttofare da 410cc in un discreto successo commerciale (è la moto che per prima ha permesso a Royal Enfield di entrare nella classifica delle più vendute in Italia). Una moto che aprì la strada ad altri modelli di questo nuovo segmento, tra cui la Benelli TRK e la BMW G310 GS.

Ce la farà la Meteor 350 a convincere gli Italiani che si può viaggiare all’americana anche con 20 cavalli? La risposta ce la darà il mercato nei prossimi 2-3 anni, in ogni caso il prezzo sicuramente darà una grossa spinta: difficile trovare una moto nuova in questo segmento (e in molti altri) e con questa qualità costruttiva a poco più di 4.000 euro.

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