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Salviamo EICMA, il Salone di Milano La pandemia ha cambiato il mondo. E non è detto che tutto turno come prima… Anzi

EICMA

La BMW nei giorni scorsi ha reso noto che, dopo essersi resa conto di quanti soldi ha risparmiato nel 2020 azzerando praticamente tutte le spese di marketing (saloni, pubblicità, eventi, iniziative ecc), ha deciso che continuerà a farlo in futuro. E che spenderà in modo diverso i budget previsti. Prima mossa: la Casa madre non parteciperà più ai Saloni. Se vorranno, potranno farlo, a loro spese, le filiali. 

C’è una notizia che sta facendo passare notti insonni a molti protagonisti del nostro settore. E soprattutto ai dirigenti di EICMA, il Salone di Milano. La notizia è che la BMW, resasi conto di quanto denaro è rimasto in cassa nel 2020 (cash flow del settore Auto incredibilmente aumentato nonostante la crisi) ha deciso che da quest’anno la partecipazione ai Saloni di Milano (EICMA) e Colonia (Intermot) non sarà più gestita e pagata dalla sede centrale. Le filiali, se vorranno, potranno partecipare, ma a loro spese.

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La Casa madre, invece, concentrerà le risorse finanziarie su altri tipi di comunicazione. Prevalentemente digitale ed eventi personalizzati live.

«Il nostro riallineamento strategico della comunicazione in cui utilizziamo maggiori formati live e digitali ci consentirà di ispirare ancora più persone in tutto il mondo per i prodotti e le offerte BMW Motorrad in futuro e di affrontarli in modo mirato in modo ottimale», ha affermato il dott.Markus Schramm, Responsabile di BMW Motorrad.

Questo semplice comunicato è stato il classico primo tassello di un domino che rischia di far cadere in un colpo solo certezze che durano da sempre. Perché pare che anche KTM, Triumph Suzuki e altri marchi importanti siano pronti a fare altrettanto.

Se ne parla in modo sempre più palese, tanto palese che oggi EICMA, società organizzatrice del più grande Salone moto del mondo, si è affrettata ad emettere un comunicato che ha tutta l’aria di un voler mettere le mani avanti. 

“Nel pieno rispetto delle idee strategiche di ciascun brand – si legge nel comunicato – quello che continua a rappresentare oggi EICMA è un valore universale e attuale per l’industria della mobilità: caratteristica unica che conferisce da sempre pari opportunità e visibilità a tutti gli espositori. Facendo di loro una forza solida e compatta, a prescindere dal peso specifico e dalle quote di mercato. Inoltre, la grande attenzione attorno al settore, che ha assegnato alle due ruote a motore e a pedale un rinnovato protagonismo, rappresenta oggi un ulteriore elemento di attrattività. Come dimostrano le numerose adesioni che stiamo già ricevendo. Questo vivo fermento consegna all’Edizione 2021 un grande valore simbolico. E anche un’importante responsabilità nell’incanalare e catalizzare questo interesse in un unico grande contenitore di passione, visibilità, ma soprattutto di opportunità misurabili”.

EICMA, cioè il salone di Milano, è un patrimonio italiano, una di quelle eccellenze che il mondo intero ci invidia. Ma la pandemia sta mettendo in discussione questa metodo di comunicazione. Perlomeno nella forma faraonica che abbiamo sempre conosciuto e che da spettatori ci siamo sempre goduti. Ma spendere 1-2 milioni di Euro per una settimana di esposizione, è una cosa che non si possono (o vogliono) più permettere neanche i grossi marchi.

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Ai dirigenti di EICMA ora spetta l’ardua impresa di convincerli che si tratta di soldi spesi bene. O di inventarsi alternative che possano accontentare tutti. Le casse di EICMA, gli spettatori e gli espositori. 

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