Motospia

NOI DONNE SIAMO DIVERSE

È dura convincere gli uomini che noi donne, alla guida delle moto, siamo diverse. Chiosando la solita bagarre che si scatena per l’8 marzo, vorrei dedicare qui qualche riga all’essenza che alberga nell’anima della donna motociclista.

noi donne siamo diverse

Siamo donne, con la nostra forza, le nostre fragilità, le nostre idee, modi di fare, credenze, manie, superstizioni. Siamo esseri umani, imperfetti e fallaci, incredibilmente attivi e seduttivi, innamorati di quel senso di libertà che la moto ci dona.

noi donne siamo diverseMolte di noi si allenano duramente in palestra, molte svolgono un lavoro sedentario e l’unico moto che fanno … è in sella a una moto, appunto. Molte sono mamme e vanno in moto per divertimento, alcune ne hanno fatta una professione, molte guidano due ruote per necessità. Tutte, in comune, abbiamo qualcosa di essenziale, speciale: siamo esseri umani, poco diversi dagli altri esseri umani di sesso maschile.

Parcheggio la mia moto in centro all’ora di punta. Sfilo delicatamente i guanti. Tolgo il casco e scuoto un po’ i miei capelli affinché riprendano una forma decente.

Ho già mille sguardi puntati addosso.

                                                            Gli uomini con la” testa in moto”

Motocilette per donne

Gli uomini con la “testa in moto”, (oggi in numero crescente, per fortuna) manifestano evidenti sguardi di compiacimento. Non male, per le ragazze alle quali piace essere ammirate. Peccato che molte di noi non tollerano più nemmeno il compiacimento. Incarna un deciso segnale di persistenza, nell’universo mentale maschile della differenziazione degli uomini dal sesso debole. “Brava, portare una gran moto per una ragazza è notevole, Chapeau!” Si legge sulle labbra, negli occhi, nella mente… E per carità è un gran bel tributo… ma sottolinea una concezione di incapacità di base, come se solo alcune elette fossero in grado di riuscire nell’impresa.

I maschi Alpha

I maschi Alpha non motociclisti guardano la biker con molto scetticismo. “Ora le cade giù dal cavalletto” oppure: “Vedi questa, a letto dev’essere una bomba” oppure ancora “Sposto la macchina, ora mi parcheggia la moto qui vicino e mi graffia la carrozzeria” oppure “Esce una treccia dal casco, avrà preso la moto del marito, meglio stare lontani, non si sa mai”. Per non parlare della pratica dell’insulto per strada. Inutile commentare ulteriormente: diversità di genere = inferiorità di competenze come conduttrici di motociclette.

Motociclette per donneLe donne non motocicliste

Le donne non motocicliste, generalmente, guardano le biker circondate da un alone di supereroe, come  wonderwoman. “Ma è tua o è la moto di tuo marito?” “Ma la guidi proprio tu?” “Come riesci a tenerla in piedi? Sarà pesantissima!” “Ma non ti stanchi a fare tutti questi chilometri?” “E se ti cade? Come la rialzi? ” “Quando sei in curva non ti tira giù”?

È un senso di impotenza misto ad ammirazione. Credono di non essere capaci, pensano che non riuscirebbero mai a guidare una grossa moto, hanno la pre-cognizione di donna=sesso debole e non si spiegano come sia possibile che il sesso debole possa essere così “forte” da poter guidare una moto. E hai voglia spiegare che la moto non si guida “di forza” ma “di equilibrio”, di testa e di corpo e non di pancia… Niente. Sei sempre wonderwoman per le non motocicliste.

Guidare la moto in climi caldiLa verità è che noi donne siamo diverse dagli uomini. Però soffriamo, gioiamo, mangiamo, ci alleniamo, impariamo ad andare in biciletta, a guidare le motociclette esattamente con lo stesso spirito, le stesse ansie e lo stesso divertimento di un uomo. Certo, siamo poche rispetto agli uomini. È ancora percentualmente più basso il numero delle ragazze che possiedono un motorino o uno scooter rispetto ai loro coetanei maschi. E poi c’è la selezione della specie. Sono ancora poche le donne che fanno il salto dallo scooter alla motocicletta e ancora meno quelle che osano girare il mondo, anche da sole, a cavallo delle loro due ruote.

Eppure siamo noi: sensibili, delicate, ironiche, irascibili, forti, determinate, volitive, tenaci. Come gli uomini.

Vittorina Sambri, donna in pantaloni

Vittorina Sambri, la pioniera italiana delle donne motocicliste, nei primi anni del secolo scorso ha sfidato gli uomini in sella a una Borgo 500 monocilindrica. E ha fatto mangiare tanta polvere ai suoi colleghi in pantaloni! Erano gli anni ‘20 e Vittorina, motociclista di Ferrara, vinceva le corse suscitando invidie e facendo parlare di sé. Era difficile accettare che una donna potesse sbaragliare molti uomini correndo su una moto meglio di loro… e misero in giro la voce che fosse un uomo travestito da donna…

Oggi finalmente noi donne incarniamo una reale rivoluzione di pensiero in relazione alla dicotomia uomo donna. Noi motociliste anche se guidiamo meglio di tanti uomini su strada, su pista, o in off … non vogliamo assomigliare ai nostri colleghi motociclisti.

Ci sentiamo, invece, femminili e rivendichiamo, anche sulla moto, la nostra femminilità.  La nostra specialità è essere diverse sulle nostre moto: essere donne, interessanti, spigliate, sensuali, così come siamo in tutti i momenti della nostra giornata.

Buona strada donne!

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