È stato divulgato da Regione Lombardia l’elenco delle strade milanesi, dove è avvenuto il maggior numero di incidenti stradali negli ultimi cinque anni
Nel corso della IX giornata regionale della sicurezza stradale dedicata all’educazione stradale, organizzata dal Centro Regionale di Governo e Monitoraggio della Sicurezza Stradale (CMR) di Regione Lombardia – Direzione Generale Sicurezza, in collaborazione con PoliS Lombardia, sono stati presentati i dati 2018 dell’incidentalità stradale in Lombardia. In particolare è stato comunicato il nome delle strade del capoluogo lombardo più a rischio di incidente.
I dati sono stati presentati dall’ing. Bruno Donno, responsabile tecnico del CMR, nel suo intervento dal titolo “Approfondimenti”. Donno ha così commentato i tre incroci stradali che hanno registrato il maggior numero di incidenti.
«I dati raccolti si riferiscono al numero assoluto di incidenti avvenuti in 5 anni a Milano, elaborati sulla base dei dati ISTAT. Ai primi posti della classifica ci sono le tangenziali est e ovest e le tre intersezioni di viale Cassala con via Enrico Schievano, viale Marche con viale Zara e viale Sarca con via Chiese. Nelle tre intersezioni sono avvenuti dai 50 ai 60 incidenti con feriti; mediamente, oltre 10 incidenti all’anno e uno al mese».
«Il primo incrocio tra viale Cassala e via Schievano, nella zona sud-ovest della città, è un’intersezione ‘vissuta’ dove la presenza di persone è oltre la normalità. L’elevata incidentalità (scontri, investimenti di pedoni ecc.) rilevata in quest’area indica che esistono zone con fattori di rischio di incidente (elementi da individuare e indagare) che coinvolgono tutte le categorie di utenti».
«La seconda intersezione, viale Zara con viale Marche, una zona di grande traffico del capoluogo lombardo, è molto complessa e si raggiunge arrivando da piazzale Loreto e dalla stazione centrale. Lungo questi viali esistono diverse svolte a destra e un impianto semaforico articolato. La localizzazione degli incidenti non sempre è precisa, cambia in relazione al luogo in cui lo strumento di rilevazione è stato situato e/o allo spazio dove il veicolo si è fermato».
«Il terzo crocevia, viale Chiese con viale Sarca, è in prossimità di un parco e ha un’area centrale asfaltata, dove non è possibile l’attraversamento pedonale, o meglio, dove difficilmente i pedoni attraversano fuori dalle strisce pedonali. Infatti, gli incidenti rilevati sono tutti scontri tra veicoli. Queste informazioni, dovrebbero essere a disposizione degli Uffici tecnici del Comune e integrate con altri elementi conoscitivi rilevati dalla Polizia Locale. Sarebbero molto utili per capire quali sono i problemi e cosa si potrebbe fare per ridurre il rischio di incidente in queste aree».
«Nel corso del 2018, le strade lombarde hanno registrato un drammatico aumento del numero di morti in incidenti stradali (60). Il maggior numero di morti si è avuto nelle province di Brescia, Lecco e Sondrio (la provincia di Brescia ha avuto ben 22 decessi in più del 2017). Tra i capoluoghi di provincia, Lecco ha registrato 5 decessi diversamente dall’anno precedente in cui non ne aveva avuti mentre Milano è stato il capoluogo più virtuoso con 4 decessi in meno rispetto al 2017. Nessuno si aspettava un aumento così importante del numero di decessi. È importante valutare dove sono avvenuti attraverso l’analisi degli incidenti stradali, anche direttamente sul territorio».
«Sono tante le cause che concorrono un incidente stradale. La fatalità sicuramente non c’entra. Occorre fare un salto qualitativo nell’affrontare il problema. In Regione lo diciamo da tanto tempo – ha continuato Donno – e lo mettiamo in pratica con i bandi e il rapporto diretto con le Amministrazioni locali. Qualche ufficio tecnico comincia a seguirci e ad applicare il nostro metodo di affronto del problema, che stiamo diffondendo da anni.
Il problema della sicurezza stradale si deve affrontare con un approccio multidisciplinare iniziando dalla conoscenza del fenomeno per poi passare all’analisi per l’individuazione dei fattori di rischio e alle proposte di intervento. Il processo di miglioramento della sicurezza stradale si completa con il monitoraggio dei luoghi oggetto di intervento per verificare l’efficacia di quanto realizzato.
L’altro ‘fronte’ su chi agire – ha affermato Donno – quello dell’educazione e della formazione: occorre iniziare dalle scuole. Ogni materia scolastica (in particolare matematica, fisica, italiano) ha concetti inerenti direttamente o indirettamente alla sicurezza stradale, che possono essere acquisiti dagli studenti di ogni età. Sono nozioni che si imparano fin dalle scuole primarie e poi si portano avanti per tutta la vita. Generano nella persona un processo virtuoso. È proprio dall’infanzia che si deve incominciare per formare i futuri utenti della strada in modo che siano più consapevoli e responsabili. Ricordo un proverbio che mi ripeteva mio padre quando ero piccolo: “La pianta si può raddrizzare finché è piccola…”».