Milano AutoClassica 2022, il vintage in fiera.
Se Novegro è forse la mostra scambio più nota in Italia, la fiera dei motori vintage di Milano si è affacciata al circolo degli eventi di auto e modo d’epoca da pochi anni. In termini di dimensioni è ancora molto lontana da Techno Classica di Essen o Auto e Moto d’Epoca di Padova (che dal prossimo anno trasloca a Bologna). Ha però un vantaggio: essere nella capitale finanziaria d’Italia in un momento storico in cui l’interesse speculativo per i motori d’epoca è forse al massimo. Una fortunata coincidenza che renderà presumibilmente affollati i tre padiglioni della Fiera di Rho dedicati all’evento nei giorni 18, 19 e 20 novembre.
Tante auto, ma le moto?
Che le moto siano sempre sottorappresentate agli eventi per i veicoli d’epoca non è certamente la novità di fine 2022. Sono sempre le auto a farla da padrona, nonostante le due ruote siano molto più semplici da approcciare per un aspirante collezionista (in termini di spazio, ad esempio). Eppure, c’è qualcosa che – perlomeno in Italia – frena l’attività espositiva di Club, sodalizi di altro genere e commercianti. Alla fine, sono sempre le istituzioni a fare volume: ASI, FMI, ACI e i pochi registri di marca più sofisticati, ma non si tratta di altro se non display statici non sempre esteticamente accattivanti. L’edizione 2022 di Milano AutoClassica non fa eccezione, e ad un veloce giro durante la fase di montaggio della Fiera abbiamo constatato che per noi motociclisti non c’è tantissimo.
Qualche bellezza in asta.
Non disperate, se manca la quantità non si può dire lo stesso per la qualità. Ed è così che i due stand irrinunciabili per noi Motospioni sono quelli delle due Case d’Asta presenti a Milano AutoClassica, la inglese Bonhams e l’italianissima – a dispetto del nome – Wannenes. 11 moto (7 da Bonhams e 4 da Wannenes) per tutti i gusti, da quelle vecchissime a quelle fresche di concessionaria. E anche per tutte le tasche. Si va infatti dall’equivalente di prezzo di uno scooter di seconda fascia a esemplari limited edition numerati che costano come un box doppio o un appartamento. A ciascuno il suo.
Le belle (e possibili) di Wannenes.
Partiamo dall’offerta di Wannenes, poche moto ma accessibili. Si parte con una Honda CB750 Four del 1972, nel classico colore arancione. Con un prezzo atteso tra i 2.500 e i 4.000 euro ci sembra un pezzo da tenere d’occhio. Difficile trovarne una in queste condizioni e con solo due proprietari, a queste cifre. Molto bello anche il Puch 175 elaborazione Frigerio, un classicone della regolarità anni Settanta. È una moto semi-ufficiale (Frigerio le importava e le preparava per le corse), fatto che giustifica la stima di 5-10.000 euro. Seguono infine due BMW: una R90 e una R100 anni 70. Entrambe care (10-20.000 euro la prima, 6-12.000 la seconda), ma ormai i prezzi delle BMW classiche sono quelli.
Da Bonhams ci sono le instant classic, Ducati protagonista.
Nel catalogo dell’asta di Bonhams sono le moto più recenti a farla da padrona, pezzi di gran qualità e molto particolari. Ovviamente a prezzi adeguati. Quelle più avvicinabili sono una Rudge anni 30 (le fece correre anche Ferrari agli albori della scuderia) e una Aermacchi Ala D’Oro ex Walter Rugg, che potrebbero arrivare nel vostro garage con un esborso di 14-18.000 euro la prima e 25-30.000 euro la seconda. C’è poi una Norton 588CC F1 (col motore rotativo e la giustissima livrea nero e oro John Player Special, non la solita Commando), che può essere vostra con 60-80.000 euro (ma ha solo 519 miglia sul contachilometri, fresca-fresca). Il resto è dominio Ducati, con le Diavel in edizione speciale (il prototipo della AMG del 2012 e una delle Lamborghini del 2021) per le quali bisogna staccare assegni tra 30-40.000 euro (AMG) e 80-120.000 euro (Lamborghini) o la Panigale V4 R di Superbike (ex Rinaldi, 140-160.000 euro). Tranquilli, c’è anche la più abbordabile 926CC pronto-pista che ha fatto furore tra i cordoli negli anni Novanta. Per lei potrebbero bastare – sigh – anche 20.000 euro.