Due messaggi arrivati dal mercato ci hanno fatto riflettere non poco. Riguardano la tendenza dei fondi d’investimento ad acquistare qualsiasi azienda che abbia storia e parli italiano.
Due i casi con tempi e storie differenti: Nolan che sta trattando per cedere il pacchetto azionario a un fondo d’investimento asiatico, AGV, già acquisita molti anni fa da Dainese che, a sua volta, si era già concessa prima a un fondo d’investimento americano e a seguire a un fondo con capitali arabi, la Investcorp quotata alla borsa del Barhein.

Il collegamento allo stato è: fabbricano caschi per le moto, sono marchi affermati nel nostro Paese e nel mondo, vestono grandi campioni.
AGV, gestito da anni da un fondo ha messo in vendita i suoi caschi nei negozi a gestione diretta e su e-commerce col 30% di sconto (entrando in diretta concorrenza con punti vendita multimarca) quando non li regala, Nolan allo stato ha una politica commerciale coerente.

Eppure, da oltre 40 anni, AGV, avendo sempre speso cifre enormi, è lo sponsor naturale dei grandi piloti italiani di moto, prima Giacomo Agostini per arrivare ai nostri giorni con Valentino Rossi; d’altro canto anche Nolan ha finanziato il meglio di quanto era disponibile sul mercato con Stoner, Petrucci, Melandri solo per citarne alcuni.
AGV è stata costretta per liberare i magazzini a fare questa promozione molto aggressiva, perché ai caschi proposti l’utente non riconosceva equità nel prezzo di listino, perché i prodotti il pubblico non li considera più qualitativamente italiani e perché da troppo tempo il fondo proprietario non è in grado di innovare e lascia questa caratterizzazione ai marchi giapponesi.
