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La moto nasce per muoversi

muoversi in moto

Muoversi in moto turismo, custom, special, cross e d’epoca.

La moto nasce per muoversi, come il mezzo più naturale per sostituire il cavallo. Ci si muove con moto turismo, moto custom, moto special, sugli sterrati con le moto da cross e ci si muove anche con le moto d’epoca.

La prima moto con motore termico è nata due secoli fa, alla fine dell’ottocento, era la Daimler Reitwagen, anche se il primo brevetto non tutti sanno era dell’Ingegnere italiano Giuseppe Murnigotti ma non fu mai realizzato.

Da allora, correva il 1885, milioni di moto sono state prodotte in Italia e nel mondo. La moto è stato per anni, dalla fine della prima guerra mondiale, il mezzo per muoversi, per spostarsi, per andare al lavoro durante la settimana e la domenica in gita. In Italia, almeno fino agli anni 90 del secolo scorso quando nel nostro paese si vendevano, tra moto, scooter e ciclomotori, anche un milione di pezzi, è stato un mezzo di trasporto con pari dignità dell’auto.

Oggi le regole e le condizioni costringono la moto ed i motociclisti in un angolo, tartassati da avide assicurazioni, autostrade costose ad un bene. Oggi nonostante tutto ci si muove, si fa commuting anche con la moto.

Con le moto da turismo si va dalla gita fuoriporta al grande raid intorno al mondo. Le moto da turismo preferite sono le BMW GS, equipaggiate con il motore Boxer nelle versioni GS e RT, sono ottime moto da turismo le indistruttibili Honda e le affidabili Suzuki. Le moto preferite per i raid sono le Honda Africa Twin, le KTM della serie Adventure, le potenti 2 cilindri V-Strom di Suzuki. Ci si muove comodi anche con le moto naked, ma in questo caso meglio dotarle almeno di un cupolino. Sono moto da turismo anche le MV, ma meno comode per i lunghi viaggi.

Ci si muove con le moto custom, lentamente, per chi preferisce le slow ride, meglio sulle lunghe strade di pianura. Le moto custom, dalla sella bassa sono moto adatte a tutti, posizione di guida distesa, quasi rilassata. Ma quando apri il gas, ecco tutti i cavalli, e la Dyna Low Rider o la Suzuki Intruder 1800 diventano dei missili.

Le moto custom sono per godere il paesaggio, per chi non deve fare il record, per chi ama sentire e vivere quello che attraversi quando ti muovi in moto. Le moto special, che spesso nascono per differenziarsi, sono moto per muoversi.

Prediligono i brevi spostamenti. Vediamo nei caffè e nei bar delle nostre città le moto special più belle, più originali. Le moto special sono meno indicate di solito per i lunghi spostamenti, perché spesso l’estetica condiziona la funzionalità. E’ più un muoversi per farsi notare, per distinguersi, ma rimangono ottimi mezzi per spostarsi.

Auspichiamo che la tendenza sia quella di fare delle moto special anche per lunghi spostamenti, per un turismo special. Ma ci si muove anche dove ci sono poche strade, sulle nostre montagne o nelle campagne, allora la moto da cross diventa una compagna insostituibile. Le moto da cross sono leggere, alte più delle altre, per affrontare tutte le asperità del terreno, essenziali per non “perdere troppi pezzi”. Le moto da cross ti portano veramente ovunque. Tutte le moto da cross del mercato le trovi su Motocatalogo.

Ci si può muovere anche con le moto d’epoca, a patto di averle revisionate correttamente e di mantenerle in perfetto stato. Le moto d’epoca, dopo decine di migliaia di kilometri, sono molto più delicate delle nuove. I materiali con cui al tempo erano prodotte quelle che oggi sono le moto d’epoca non sono al livello di quelli attuali e sono soggette ad un usura più veloce, e a questo va aggiunto che spesso è difficile il reperimento dei ricambi.

La moto per muoversi potrebbe essere la soluzione a molti, troppi dei nostri problemi: dal traffico congestionato, alla drastica riduzione delle emissioni nocive (una moto percorre più spazio in minor tempo a confronto con le auto tanto sostenute e promosse dal sistema), e non da ultimo riporterebbe il sorriso, perché come scriviamo nel nostro ultimo editoriale gli italiani erano più felici quando andavano in moto.

La moto è la soluzione al moderno commuting, e forse più della moto lo scooter che della moto è una declinazione meno affascinante ma molto più comoda. Il primo scooter fu la Vespa di Piaggio e per anni si contese lo scettro di regina del mercato con la Lambretta di Innocenti che ora non esiste più, erano gli anni del boom e della “motorizzazione di massa”.

La potenza non bastava mai, e allora nascevano quelli che oggi chiamiamo preparatori, che realizzavano kit di potenziamento come gli storici Pinasco, Polini o Malossi.

Poi alla produzione italiana si sono affiancate quelle europee con Peugeot e asiatiche con Honda e Kymco. Lo scooter potrebbe, se ci fosse la volontà politica, sostiruire tranquillamente la seconda auto di casa, potrebbe essere come suggeriamo sulla nostra Guida Scooter e su Donneinsella anche il veicolo per cominciare. Lo scooter intimorisce meno della moto, è più semplice e leggero, e oggi anche molto economico, almeno nelle piccole cilindrate.

Siamo certi che lo scooter potrebbe, se promosso, diventare un prezioso strumento di avviamento alla motocicletta, una via sicura per riportare il sorriso sul viso di molti.

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