I veicoli a due ruote. Inquinano meno, occupano meno spazio nel traffico e nei parcheggi, richiedono meno tempo negli spostamenti, favoriscono una maggior indipendenza e flessibilità.
E sono divertenti da guidare.
Non c’è alcun dubbio: utilizzare i veicoli a due ruote negli spostamenti abituali è vantaggioso. Lo hanno capito quasi due milioni di italiani che ogni giorno si recano al lavoro in bicicletta (897mila, in maggioranza tra 20 e 24 anni di età) o in moto (922mila, soprattutto tra 35 e 44 anni di età, per la maggior parte dirigenti, imprenditori e liberi professionisti) (dati Istat – vedi tabelle). E sono sempre di più quelli che abbandonano l’auto o i mezzi di trasporto pubblico per preferire questi veicoli.
Perché i veicoli a due ruote sono così vantaggiosi?
Innanzitutto inquinano meno delle auto grazie a un volume e a una mole contenuti, perché occorrono meno materie prime ed energia per realizzarli e se ne possono trasportare tanti insieme in un unico viaggio fino ai punti di distribuzione. Richiedono meno spazio per lo stoccaggio e il deposito nelle concessionarie in attesa di essere venduti, una minore manutenzione e una rottamazione più rapida al termine del loro ciclo vitale.
Parliamo di motoveicoli: uno scooter che percorre, in un anno, in città, 5000 chilometri emette 72 g/km di CO2 e produce 360 kg di CO2 contro i 180 g/km di CO2 emessi da un’auto e 1800 kg di CO2 prodotti in 10000 chilometri di percorrenza, nello stesso periodo di tempo.
L’inquinamento prodotto da un motociclo può essere neutralizzato da 36 alberi, quello di un ciclomotore da 25, di un’auto da 180. E’ stato calcolato che, in una mattina di un giorno settimanale qualunque, nel tragitto casa-lavoro, i motocicli emettono fino al 40% in meno di sostanze inquinanti.
Quando si parla di inquinamento, si intende anche quello acustico.
Il rumore di motocicli e ciclomotori è contenuto perché è prodotto prevalentemente dal motore e dalla trasmissione e non dai pneumatici come avviene nel caso delle auto. Nella maggior parte dei casi, il motore è di cilindrata molto più piccola di quello delle auto quindi meno “sfruttato” perché deve vincere inerzie minori in accelerazione; il rumore prodotto dagli pneumatici è di modesta entità perché le ruote sono due invece di quattro mentre nelle auto il rumore viene innanzitutto dagli pneumatici poiché quello che deriva da motore e trasmissione è minimo perché queste due componenti sono efficacemente isolate.
Il rumore percepito da motocicli e ciclomotori si esprime nelle brusche accelerazioni in ambienti silenziosi quindi dipende dal comportamento di guida (ad esempio dagli alti regimi del motore) e, se sono presenti, dai dispositivi di scarico illegali che producono 10-15 dB oltre i limiti consentiti.
I motoveicoli rimangono meno tempo in strada perché hanno una velocità media più elevata a parità di percorso rispetto alle auto grazie alle ridotte dimensioni che li rendono più scorrevoli nel traffico, e a motori che lavorano a regimi più regolari e meno inquinanti.
Hanno un minore ingombro: un motociclo occupa uno spazio di 2-2,5 metri e una larghezza di 1 metro mentre un’auto occupa uno spazio medio in larghezza di 2-2,5 metri e in lunghezza di 4,5-5 metri (compreso il passaggio della persona).
Il posto di un motociclo equivale a 2,5 m2, cinque volte inferiore al posto che occupa un’auto (12,50 m2).
I motoveicoli contribuiscono a rendere il traffico cittadino più scorrevole perché la loro capacità di trasporto è più elevata (60%) di quella dell’auto (24%, pari a una media di 1,2 persone trasportate per veicolo).
È evidente quindi che più veicoli a due ruote circolano, un minor numero di auto intasa le strade, più scorrevole è il traffico e meno incidenti accadono tra auto e veicoli a due ruote (gli scontri tra motocicli e auto ammontano al 60% del totale degli incidenti stradali).
Incentivare l’utilizzo dei veicoli a due ruote in sostituzione delle auto e in alternativa al trasporto pubblico aiuta a ridurre l’inquinamento e a ridare spazio ai cittadini.
Se da una parte l’aumento della densità di piste ciclabili (nel 2017 ha raggiunto il valore di 19,4 km ogni 100 km2) ha favorito la crescita dei servizi di mobilità condivisa (il bike sharing è in 60 città con più di 11mila biciclette, il doppio del 2011), dall’altra i veicoli a due ruote (biciclette comprese) continuano a pagare un prezzo troppo alto in termini di incidenti stradali poiché sono coinvolti nel 23% degli incidenti stradali; l’indice di mortalità è molto più elevato di quello delle quattro ruote: più di 3,8 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,4 delle auto.
Finchè le istituzioni non argineranno il problema delle morti sulle strade attraverso misure più incisive come il ritiro immediato della patente a chi si distrae alla guida e non rispetta il Codice della strada, e pesanti sanzioni amministrative a chi sbaglia a progettare e costruire le infrastrutture stradali e non ne cura la manutenzione, ciclisti e motociclisti continueranno a essere i più esposti ai pericoli della strada.
Un cambiamento di mentalità e una maggior diffusione della cultura della sicurezza stradale permetteranno alla società di godere pienamente di tutti i vantaggi offerti da queste tipologie di veicoli.