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BALI. In moto nell’isola degli dei

Isola dall’anima mistica e misteriosa, Bali ti accoglie con un arcobaleno di colori: il verde della rigogliosa natura delle foreste tropicali e delle risaie terrazzate, le sfumature di rosso e di giallo dei tessuti e dei fiori offerti alle divinità hindu, il marrone dei chicchi di caffè. Non solo natura, paesaggi mozzafiato e spiritualità: se avete il fegato per sfidare in moto il folle traffico delle aree urbane ed abbandonarle verso l’ignoto potrete cogliere la vera essenza di questo paradiso.

 

Bali
A Bali si viaggia tenendo la sinistra, come in Gran Bretagna

Il viaggio che vi raccontiamo non è il solito giro “parto-da-casa – faccio-chilometri- arrivo-torno-indietro”. Questa volta vi portiamo in un mondo lontano, molto spirituale. Non è un’esperienza di mototurismo in senso stretto, quanto piuttosto l’esigenza di fare di necessità virtù. Potreste girare Bali a piedi zaino in spalla (scomodo), prendere un taxi o un’autista (lento) oppure utilizzare gli autobus (difficile da pianificare).
Noleggiare una moto (o uno scooter) è la soluzione più rapida per girare Bali senza perdersi nulla.
Ecco qualche dritta per il viaggio che a noi è piaciuto molto e che siamo certe vi cambierà.

Piccoli consigli pre-partenza

Volo: Ethiad ed Air Singapore hanno ottimi prezzi e consentono di fare uno stop-over nell’aeroporto di Singapore, dove potrete ingannare il tempo tra giardini tropicali e laghetti artificiali. Il costo del volo ad agosto in economy è di circa 900 Euro, ma se volate in altri periodi dell’anno la tariffa si riduce significativamente.
Passaporto: sempre che non vi innamoriate perdutamente di Bali (altamente probabile) e non vi fermiate per più di 90 giorni, non serve nessun visto anticipato; vi verrà fatta compilare in aereo o in aeroporto la richiesta di visto turistico da far timbrare in ingresso nel paese (armatevi di pazienza, ci vuole un po’).
Assicurazione di viaggio: fatene una, la sanità locale non è il massimo…
Valigia: Il nostro consiglio? Partite con solo un cambio! Sembra un approccio un po’ aggressivo, specie per tante di noi che vorrebbero portarsi l’intero armadio dall’Italia: la realtà è che a Bali è tutto così bello e particolare e costa così poco che vorrete comprare ogni cosa e in poco tempo inizierete a vestire colorati come i balinesi, con i loro tessuti dipinti a mano e sgargianti. Lo spazio in valigia all’andata vi potrebbe solo servire per le protezioni, un giubbotto leggero da moto e il casco: meglio portarsi il proprio equipaggiamento, quello che offrono i noleggi non è omologato ne, spesso, in buone condizioni.
Alloggio: lusso a buon mercato. A Bali, con un budget ridotto, potrete soggiornare in ville mozzafiato con colazione compresa o in hotel con piscina e spa meravigliosi. Se volete girare per tutta l’isola cercate una villa non troppo lontana da Denpasar, la capitale dell’isola, posizione ideale per raggiungere facilmente le varie mete.
Cibo: la cucina è tipicamente asiatica ma non eccessivamente speziata, quindi vi abituerete molto rapidamente. A noi piace molto il Nasi Goreng, un riso pre-cotto mescolato a pesce o carne…una vera prelibatezza. Un’esperienza che vi consigliamo vivamente è quella di mangiare al mercato del pesce di Jimbaran: comprate il pesce direttamente dai banchi dei pescatori dove, con un piccolo contributo, ve lo cucineranno sotto i vostri occhi su bracieri ricoperti di foglie di alberi da cocco.
Clima: si passa dal livello mare ai 3.000 metri di altezza delle montagne a nord come il monte Agung (detto anche “montagna madre”), un vulcano ancora attivo. Il clima è tropicale, quindi portate sempre con voi una giacca impermeabile ed un piccolo ombrello: le piogge, soprattutto al centro dell’isola, sono tanto frequenti quanto brevi, soprattutto tra novembre e marzo. La temperatura è di circa 30 gradi, tuttavia il venticello che troverete in riva al mare vi farà sopportare anche le giornate più calde.
Cultura e religione: rispetto al resto dell’Indonesia Bali si distingue nettamente, tanto che ha la fama di essere l’isola più felice dell’arcipelago. La religione hindu, prevalente tra la popolazione dell’isola, riecheggia nei favolosi templi, che valgono certamente una visita (ce ne sono 20mila, fate la vostra scelta), come il Tempio di Tanah Lot in riva al mare o il Petilan Pengerebongan, così come permea le cerimonie a cui bisogna assolutamente assistere almeno una volta e che fanno capire quanto questo popolo, incline alla gioia e al ballo, sia pacifico e ospitale. Riti, cerimonie e preghiere scandiscono la vita quotidiana dei balinesi; in ogni abitazione, tempio o lungo le strade è facile imbattersi in piccoli altari, anche improvvisati, da cui sono innalzate offerte agli dei: incensi dai molteplici profumi, fiori coloratissimi e ciotole di riso.

In moto per l’isola

Trovare una moto o uno scooter per girare per l’isola non è complicato né tanto meno occorre prenotarla dall’Italia. Potrete rivolgervi ad uno dei tanti noleggi oppure, nel caso dormiate in un albergo o in una villa in affitto, organizzare direttamente tramite il concierge o il padrone di casa.

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Durante la nostra permanenza abbiamo noleggiato una Kawasaki KLX 150cc, molto versatile, ma avremmo potuto fare gli stessi percorsi con un Honda Scoopy, lo scooter più diffuso sull’isola. Il costo per il noleggio è risibile: per uno scooter servono circa 3-5 euro al giorno mentre per una moto l’ordine di valore è 5-10 euro. Ovviamente, più lungo è il noleggio meglio vi tratteranno. La gran parte del parco mezzi circolante è made in Japan, con qualche sorpresa: per quanto possa sembrare strano c’è una abbastanza nutrita comunità di vespisti, prevalentemente possessori di mezzi prodotti su licenza in India. Se parlate con la persona giusta potreste anche riuscire a noleggiarne una.
Trovato il mezzo, si inizia a circolare. Attenzione però! La guida è all’inglese (a sinistra), ma non è quella la difficoltà: aspettatevi di tutto, dai mezzi contromano a nessun concetto di precedenza, animali, carretti, galline e naturalmente una miriade di motorini e moto con intere famiglie sopra!
Le strade principali o comunque quelle per arrivare ai luoghi turistici sono tutte asfaltate ma strette e soprattutto trafficatissime vicino all’aeroporto e al centro delle città. Nessun video di YouTube potrà prepararvi a quest’esperienza…

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Per circolare occorre la patente internazionale, e in ogni caso la polizia tende a fermare i turisti per contestazioni spesso pretestuose. Non discutete per nessun motivo con le autorità e tenetevi un po’ di moneta locale per un’eventuale multa (nell’ordine di 10-15 Euro).
Per i problemi meccanici o le forature non preoccupatevi, a Bali troverete quasi ovunque piccole officine che in men che non si dica faranno riparazioni improvvisate ma efficaci. Difficile trovare un vero e proprio benzinaio: ogni bar, negozio di alimentari e in qualche caso anche i garage dei privati vendono benzina. Scordatevi le pompe, però: in molti casi vi faranno il pieno vuotando nel serbatoio la benzina direttamente da qualche vecchia bottiglia di superalcolici (quelle della Absolut Vodka fanno furore).
Se siete appassionate di off-road potrete partecipare a tour organizzati nella foresta di Ubud, che vi permetteranno di conoscere da vicino dei paesaggi tropicali mozzafiato attraversando anche piccoli fiumi. Unica controindicazione, gli animali… potreste fare la conoscenza di serpenti lungo la strada o di scimmie per nulla intimidite dall’uomo. In ogni caso, nessuna paura: sarete accompagnate da guide esperte.

L’itinerario suggerito da Womenonbike.com

Bali non è poi così piccola come tutti pensano (circa 11.200 kmq di superficie, metà della Toscana) e sono così tante le cose da vedere che se ci si ferma per pochi giorni è indispensabile studiare in anticipo un itinerario. Ecco la nostra proposta per un primo contatto con l’isola.

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Giorno 1: se volete immergervi nella cultura e nella tradizione balinese la vostra destinazione è Ubud. Altari, templi e monasteri sono visitabili anche dai turisti e in un’area forestale protetta è possibile osservare diverse specie di scimmia o vedere le risaie terrazzate dichiarate patrimonio dell’Unesco. Imperdibile è il mercato nel centro città, che prima delle 8 di mattina è frequentato solo dai locali. Vedrete ceste di pesce, spezie, fiori recisi per le offerte religiose che come per magia, dalle 8 in poi, spariranno per lasciare spazio al mercato turistico delle t-shirt e dei souvenir. Ubud è poi la zona degli artisti, dove trovare artigianato locale di ottima fattura. Imperdibile è il palazzo “Pura Marajan Agung”, luogo di culto della famiglia reale di Ubud e il “Pura Desa Ubud”, tempio principale della comunità. Nelle vicinanze si trova anche il “Pura Taman Saraswati”, il palazzo sull’acqua, dove si possono ammirare sculture in legno raffiguranti diverse divinità e assistere a spettacoli di danza tradizionale al suono del gamelan, strumento simile allo xilofono dal suono percussivo e stridente che il tempo insegna ad apprezzare (anche se con noi non ha funzionato…).
Giorno 2: lasciando Ubud ci si può dirigere verso la costa nord fino alla località di Lovina, caratteristica per le spiagge nere di origine vulcanica protette dalla barriera corallina, dove acque calme e limpide attirano gli appassionati di immersioni. Imperdibile l’escursione in barca all’alba, alla ricerca dei delfini. Spostandosi da Lovina si arriva poi a Singaraja, la seconda città più grande di Bali, caratterizzata da edifici coloniali che ospitano le università dell’isola.

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Giorno 3: abbandonata la costa è arrivato il momento di visitare le alture di Bali, ossia la zona interna e più orientale dell’isola, montuosa e ricca di vulcani in alcuni casi ancora attivi come il Gunung Agung (3.142 m), luogo sacro agli dei considerato dalla popolazione locale il centro del mondo. Il paesaggio diventa qui impervio e spettacolare, interrompendo le vaste distese fertili coltivate a riso. Le guide locali organizzano escursioni in trekking alla vetta del vulcano, da cui si gode una fantastica vista sull’isola e, se si è fortunati, anche sulla vicina Lombok. Da vedere il lago nel cratere, le colate di lava e le sorgenti calde dai coni fumanti.
A pochi chilometri di distanza, ai piedi del vulcano, sorge l’importante complesso religioso di “Pura Besakih”, che raccoglie molte delle tipologie di architettura sacra presenti a Bali. Se avete tempo regalatevi anche un’escursione sulle rive del lago vulcanico Danau Batur, il più grande dell’isola in splendida posizione tra le montagne, sulle cui sponde è possibile pernottare in cottage rustici.
Giorno 4: spostandoci lungo l’estrema costa orientale troviamo la località balneare di Amed; mare incontaminato e magnifici panorami, con la possibilità di praticare immersioni e snorkeling. Amed è formata da una serie di piccoli villaggi situati nelle insenature più protette lungo la costa frastagliata, un perfetto rifugio di tranquillità in cui dedicarsi a sport acquatici e, più in generale, in cui rilassarsi. Al rientro si può seguire la costa ad est per 35 km di rocce a picco e foreste, passando attraverso a villaggi dove i bambini vi vedranno come un temerario esploratore e verranno a toccarvi e giocare con voi.

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Giorno 5: Seminyak, Nusa Dua e Kuta. Si trovano a sud dell’isola e si caratterizzano per spiagge bianche e mare cristallino. Stanchi di bagni e abbronzatura? Nessun problema, shopping e trattamenti termali nelle spa. Si tratta delle località predilette dal turismo giovane dall’Australia e dall’Europa. Vita notturna assicurata, attenzione però a scegliere solo posti di qualità.
Giorno 6: Gilimanuk, un parco naturale conosciuto per lo snorkeling che si trova a ovest di Denpasar. Lungo la strada vi imbatterete in risaie, foreste, piante di cacao e mango, spiagge incontaminate dove fare il bagno in totale libertà. Troverete inoltre barche che vi porteranno sul reef a vedere coralli, pesci leone, razze e pesci palla.

Giorno 7: Si finisce in bellezza! Changu è la zona di Bali a più alta carica di moto e surf… Spiagge con onde pazzesche, locali carini in cui mangiare ed un tempio, probabilmente quello che vi piacerà di più: il “Temple of Enthusiasm“, quartier generale indonesiano di Deus Ex Machina. Hamburger deliziosi, creazione dal vivo di special super-cool e, dietro il portone accanto, produzione di tavole bellissime con cui cavalcare le onde. Insomma, seppur laico, si tratta sempre di un santuario…

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7 giorni, molto pieni, per scoprire un’isola dai mille volti. Vi basteranno?
Certamente no, dovrete tornare.

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