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A Schiranna in MV Agusta: molti coinquilini con poco potere

MV Agusta, un marchio dalla storia tanto evocativa quanto travagliata. Casa capace di far sognare milioni di appassionati, scrive un nuovo capitolo della propria saga produttiva e finanziaria. Il nuovo cavaliere bianco questa volta è il figlio del magnate russo Rashid Sardarov. Soluzione finale o ennesima “palla in tribuna” in quel di Varese?

Riportata in auge dopo un lungo letargo alla fine degli anni novanta da Claudio Castiglioni, MV Agusta, ha un nuovo partner.

Sì, di nuovo, l’ennesimo”.

Lo ha dichiarato nel numero in edicola Motorrad, autorevole rivista tedesca del settore che spiega anche chi c’è dietro al fondo Black Ocean, il “salvatore” della più desiderata delle motociclette oggi in commercio.

MV AGUSTA
MV AGUSTA, la notizia pubblicata su Motorrad

Nel frattempo, un altro capitolo della storia: il Tribunale di Varese ha da pochi giorni ammesso la società di Schiranna al cosiddetto “Concordato in Continuità”. Per farla breve, MV scongiura il fallimento, congela la situazione con i creditori almeno fino al prossimo giugno e può continuare ad operare, tuttavia sotto l’occhio attento del Commissario nominato dal Tribunale Riccardo Broggini.

Di partner, dalla rifondazione di MV Agusta, la famiglia Castiglioni ne ha cambiati diversi, con uno schema piuttosto consolidato: cessione di quote sociali importanti a cifre da capogiro, salvo poi ricomprarle con poco. Ci sono passati gli americani di Harley-Davidson, i malesi di Proton e c’è ancora dentro la tedesca Daimler tramite la propria divisione ad alte prestazioni Mercedes-AMG, in possesso del 25% della società (nel 2014 Giovanni lo definiva un “matrimonio per convergenza di vedute”).

MV AGUSTA
MV AGUSTA Brutale LH44, l’unico esempio di partnership con AMG (celebra il titolo mondiale di Formula Uno vinto da Lewis Hamilton qualche anno fa)

I dettagli dell’operazione di ingresso del nuovo socio ad oggi non sono noti, proviamo però a vederci più chiaro.

Chi è dunque il nuovo co-inquilino di Schiranna? Black Ocean è parte della holding internazionale Ocean Group, fondata da Oliver Ripley e Timur Sardarov. Nato nel 2005, il gruppo ha attività sparse tra Russia, Europa e Stati Uniti che spaziano dall’agricoltura alla finanza d’impresa e ai servizi fiduciari, all’immobiliare, a l’on-line, alle miniere e all’aviazione privata. Proprio quest’ultima ha dato notorietà e grattacapi all’investitore, infatti Ocean Sky, compagnia aerea che operava nei voli charter privati, citata persino in un recente film di James Bond, è stata sciolta nel 2012 sotto il peso di oltre 75 milioni di sterline di debiti da pagare. Che dire, non proprio la miglior credenziale possibile. Ah, un altro dettaglio non banale: nessuna esperienza automotive all’appello, secondo quanto si legge nel sito internet del gruppo di investimento.

L’operazione è una transazione tra privati, quindi i dettagli non sono stati rivelati. Certo, visto il delicato momento attraversato da MV Agusta ci saremmo attesi un po’ più di trasparenza tanto per gli appassionati del marchio quanto per i fornitori dell’indotto e per i dipendenti.

Simpatica invece è la figura di chi è indicato quale soggetto che prende le decisioni in Black Ocean. Timur Sardarov, che ne riveste la carica di Presidente, è il figlio del magnate del petrolio Rashid Sardarov, un oligarca vecchia scuola che ha fatto i soldi con la conglomerata South Ural Industrial Company. Un signore amico del Presidente russo e sufficientemente ricco da spendere 10 milioni di dollari per il matrimonio della figlia (compresa performance del cantante-icona Robbie Williams), ma che da alcune foto facilmente reperibili in rete sembra molto meno tenero e circondato da amici dall’aspetto poco bonario se confrontato ai signori di Milwaukee, della Malesia o di Stoccarda con i quali Giovanni Castiglioni si è trovato a trattare in passato.

MV AGUSTA

MV AGUSTA, al centro Rashid Sardarov, a sinistra il figlio Timur. Per gentile conCessione del Daily Mail

Mettiamo per un attimo da parte la finanza e torniamo alle moto, quelle da costruire e immatricolare.

Sempre l’autorevole magazine tedesco dichiara che per il 2017 sono previste 5.000 motociclette. Sicuramente troppo poche per una produzione industriale di larga scala, e comunque troppe per qualificare una produzione artigianale (con tutte le connotazioni di nobiltà che un termine del genere dovrebbe implicare). Il break-even economico si dovrebbe raggiungere con circa 20.000 unità prodotte e vendute (gli annunci di numeri sensazionali a fronte di piazzali pieni di giacenze ci permettiamo di considerarli non validi).

MV AGUSTA
MV AGUSTA

È ragionevole pensare che la società speri nel contributo significativo alla causa del mercato americano, grazie anche ad un nuovo e molto più efficiente importatore: Urban Moto Imports. Un solo dubbio al riguardo: l’importatore americano… non è americano. Urban Moto Imports è infatti australiana, il che è quasi come voler aprire il miglior ristorante italiano di Los Angeles e prendere un cuoco della Pennsylvania (dove peraltro si trova la sede principale USA della società, mentre nella molto più ricettiva West Coast californiana solo un ufficio secondario più piccolo). E, per inciso, non ha esperienze dirette precedenti negli Stati Uniti sebbene studi il mercato già da molti anni.

In ogni caso, anche augurando al nuovo importatore tutta la fortuna possibile, il target di produzione ci sembra proprio basso. Basta pensare ad altre realtà più strutturate, come ad esempio Triumph e Ducati, che producono oltre 50.000 moto sono ben lontane da essere considerate delle generose slot machine.

Partner e mercati a parte, i guai a Schiranna non mancano, compreso il presunto ammanco di oltre 7 milioni di Euro che, secondo la Guardia di Finanza, avrebbero preso la strada dei fornitori e delle banche anziché quella dei contributi INPS dei dipendenti. Speriamo che le indagini in corso confermino la smentita, stizzita, della società.

Un’ultima considerazione, di costume. Chissà se l’eccentricità del nuovo azionista e dei suoi familiari troveranno posto anche tra le tante selfie del profilo Instagram di Giovanni… Preferiremmo che i suoi 422mila follower vedessero foto di modelli rinnovati ed affidabili o di lui stesso alla scrivania dell’ufficio che fu di suo padre Claudio, intento a risollevare un marchio che, francamente, sta aspettando la riscossa da troppo tempo.

Una delle foto postate mostra un cartello che recita don’t grow upNo Giovanni, secondo noi sarebbe invece giunto il momento di farlo.

MV AGUSTA
MV AGUSTA, la F4 in attesa da anni del nuovo motore annunciato lo scorso anno da Giovanni Castiglioni in una intervista rilasciata a MOTOCICLISMO

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Fonti

https://urbanmotoimports.com.au/mv-usa-takes-it-to-the-next-level/

https://ultimatemotorcycling.com/2017/03/20/urban-moto-imports-talks-operating-mv-agusta-in-usa-qa/

https://www.gqitalia.it/gadget/auto-e-moto/2014/12/11/intervista-a-giovanni-castiglioni-moto-mv-agusta/

http://www.motoblog.it/post/826016/laccusa-i-contributi-dei-dipendenti-mv-agusta-per-finanziare-lazienda-il-board-varesino-smentisce

http://www.oceangroup.com/

https://www.flightglobal.com/news/articles/ocean-sky39s-defunct-business-units-chalked-up-16375m-379010/

http://rusletter.com/articles/rashid_sardarov_married_off_his_daughter_victoria_for_10_million_in_prague

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