Valesca Valeria, conosciuta come Valeri, dalla quale prende il nome lo store, è una donna davvero sorprendente.
Umiltà, determinazione, passione: lei è così.
Nel febbraio del 1984 la giovane imprenditrice aprì il suo primo corner di abbigliamento dedicato ai motociclisti: Valeri Sport a Montebelluna, Treviso.
Nata e cresciuta in questa zona, Valeri è diventata famosa nel mondo, come il suo store: un vero e proprio fenomeno del nord est italiano.
Nell’84 però non solo si è coronato il suo sogno, ma è stato un nuovo inizio per lei e la sua famiglia, che ormai da molti anni faceva parte del mondo dei motori e del pellame conciato.
L’impegno, la voglia di innovazione e l’interesse per le attività artigianali fa crescere la voglia in lei di affermarsi in questo territorio e farsi conoscere nel mondo.
Anche se lo store è di grandi dimensioni e attrae gente da tutta Italia e non solo, il clima che si respira all’interno è di familiarità. Valeri e il figlio Francesco sono una squadra in tutto e per tutto, con una complicità davvero invidiabile. E insieme a tutto il loro staff costituiscono una vera e propria famiglia.
L’atteggiamento verso il cliente è davvero unico e speciale: tra quelle mura, in mezzo a quegli scaffali, in quel mondo dedicato alle motociclette, tutti i motociclisti sono amici, e come tali vengono accolti dal personale e da Valeri, che personalmente segue le vendite. È la star lì dentro!
Vederla al bancone, sotto le varie tute da corsa appartenute a diversi piloti e personalmente donate allo store, fa sentire davvero bene. È una persona davvero squisita e disponibile.
Parlare con lei mi ha fatto capire la sua passione e la sua forza.
Valeri è a capo di questo regno, insieme al figlio Francesco. Da quando è stato aperto, negli anni è diventato sempre più un punto di riferimento per tutti i tipi di motociclisti e motocicliste, dove è possibile trovare qualsiasi cosa di cui si abbia bisogno.
Valeri, il nome dello store, deriva dal suo nome?
Si, io ho due nomi: Valesca e Valeria.
Mia mamma quando sono nata mi voleva chiamare Valesca. Lo so, è un nome particolare. Maria Valesca era una delle amanti di Napoleone e mia mamma adorava quel nome. Poi però quando mi ha dovuta battezzare, il sacerdote non ne voleva sapere di quel nome, quindi all’anagrafe sono Valesca Valeria e in chiesa solamente Valeria. Valeri deriva da Valeria.
E all’inizio, quando mi chiamavano così, non mi giravo neanche. Non pensavo stessero chiamando me!
Quando ha scoperto la sua passione per le moto?
In realtà ho sempre avuto la passione per i motori in generale. Quando ero piccola mio papà aveva una fabbrica di calzature. Dai 14 anni, ho “lavorato” nella sua azienda. Ogni tanto, quando arrivavano i suoi clienti andavo da loro e di nascosto da mio padre chiedevo le chiavi delle loro auto, per poter fare un giro. All’epoca non c’erano tante auto in strada e, anche se avevo 14 anni o 16, provavo le auto di tutti!
E le lasciavano provare le auto? Le davano le chiavi senza farsi problemi?
Non proprio. Tutti mi dicevano “sei troppo piccola”. Io ero solita rispondere “se sono grande abbastanza per lavorare e aiutare mio papà, sono grande anche per provare una macchina!”. E poi mi dicevano “non sei capace!” ma io non mi lasciavo intimidire. Mai dire non sono capace! Si prova e si vede, mai precludersi la possibilità di provare. Se non provi non sai realmente se sei capace o no. Dire di non essere capace prima di provare è arrendersi. E alla fine mi lasciavano le chiavi.
E le moto? Ha una moto sua?
Adesso no. Adesso quando posso vado in moto con mio figlio.
Hai presente quella sensazione? Quando sei in moto e ti senti libero. Adoro guardare il cielo quando sono in moto. Infatti quando sono in moto con mio figlio non faccio altro che guardare il cielo, sopra di noi.
Ma come si è avvicinata al mondo delle moto?
Ho iniziato ad andare in moto nel momento in cui si sono affermate le moto giapponesi. Il viaggio e la voglia di indipendenza sono stati fondamentali.
Ho iniziato a viaggiare in moto, a sentire il vento tra i capelli – all’epoca il casco non era obbligatorio. La mia passione era talmente forte che nel 1975 ho deciso di aprire una concessionaria con officina Kawasaki. Siamo stati i primi nelle preparazioni Moriwaki, lavorando anche sulle Bimota. Per 10 anni il mio lavoro è stato questo. In concessionaria mi occupavo della parte amministrativa, ma se c’era bisogno di cambiare l’olio a qualche moto non mi tiravo certo indietro.
E poi come le è venuta l’idea di aprire uno store di abbigliamento moto?
L’essere motociclista è stato fondamentale.
Sarà stato forse per una fantastica intuizione, o magari per merito di qualche “sbraciolata” (o come le chiama Lei nel suo stretto dialetto trevigiano “…gero sempre piena de brose e pache” – …ero sempre piena di abrasioni e lividi -) che ho capito quanto è importante l’abbigliamento specializzato per un motociclista.
Pensare alla sicurezza dei miei amici è stato molto semplice: se ami e conosci la moto non hai dei clienti ma dei compagni di viaggio, hai degli amici perché è con loro che hai affinità, ed è per loro che cerchi il meglio.
Quindi il primo Valeri Store quando è nato?
Nel 1984, ad Altivole. Lì ero ancora da sola, avevo una commessa che mi dava una mano, ma tutti i lavori da negozio li facevo io. Dallo spacchettamento della nuova merce da esporre a seguire i clienti.
Ho aperto il Valeri Store dopo aver girato molte aziende. Ho creato una rete di conoscenze che ancora oggi è solida. Volevo che il mio negozio potesse offrire a qualsiasi tipo di motociclista tutto quello che cercava o di cui avesse bisogno. Così come ognuno di noi è diverso e in qualche modo unico, così sono le aziende e i loro prodotti. Così come ogni motociclista ha il suo stile e le sue esigenze di guida, così le aziende e i loro prodotti hanno caratteristiche che possono privilegiare maggiormente la vestibilità, o il comfort, o la tecnicità. Il mio desiderio è proprio di dare a ciascuno il prodotto migliore, il più adeguato, il più giusto.
Collaborate con molte aziende quindi?
Sì, fin da subito. Ho iniziato a girare per portare a casa quanta più “roba” possibile e così iniziarono le conoscenze con la famiglia Gazzola (GAERNE), i Signori (SIDI), i Mazzarollo (ALPINESTARS) e con Lino (DAINESE). In seguito la famiglia Dalla Grana (SPIDI) e i Bizzotto (brand internazionale SPYKE) e tutti gli altri senza dimenticare nessuno. Senza dimenticare nessuno proprio perché volevo che la mia vetrina fosse la vetrina di tutti!
Conosco quasi tutti i proprietari dei grandi marchi di abbigliamento da moto. E molti di loro si fidano del mio parere quando devono mettere sul mercato un nuovo prodotto.
Ah sì? Perché?
Perché la mia filosofia è sempre stata quella di essere sincera con tutti, da subito. Dire esplicitamente quello che penso.
Se racconti una bugia per sembrare più simpatico, quando ti scoprono perdono la stima che hanno in te. Perdi credibilità e quindi anche la fiducia. Se dici quello che pensi, cose belle o brutte che siano, all’inizio magari si crea un distanziamento, ma col passare del tempo il tuo giudizio diventa importante ai loro occhi.
L’attuale Megastore Valeri Sport?
L’abbiamo aperto nel 2011, a Cornuda. Ci sono voluti 5 anni fra progettazione e costruzione, avviare lo shop on line Valeri Sport per raggiungere clienti in tutto il mondo: dalla Svezia all’Australia, dal Brasile al Sudafrica. E abbiamo sempre cercato di applicare la stessa filosofia: “il cliente deve poter trovare tutto!”.
Il mio lavoro, ancora dopo 30 anni, è stato ed è un divertimento e non mi sono mai pesati fatiche e sacrifici, ma anche con un progetto, un sogno, nel cuore. E per fortuna c’è anche mio figlio Francesco che oggi mi affianca nella gestione dell’attività di quello che oggi è uno dei centri di abbigliamento più considerati a livello europeo.
E del Riders District 84 che mi dice?
Quello l’ho pensato per mio figlio. Infatti lo gestisce lui.
È stato aperto nel 2019, per il 35esimo anniversario del Valeri Store.
L’attuale Megastore Valerisport continuerà a concentrarsi nel settore racing e touring e fuoristrada, mentre il nuovo Valeri84 Riders District è dedicato a tutto il mondo scrambler, custom, caferacer, heritage e vintage, dove l’offerta per il motociclista non è esclusivamente concentrata su capi tecnici ma è ampliata e completata da abbigliamento alla moda in puro stile bikers!
E poi c’è anche il bar, un punto di ritrovo, che mancava nella nostra offerta.
Per il futuro? Avete qualche altra idea?
Ancora tutto top-secret. È nella mia testa, non l’ho ancora detto a nessuno.
Ovviamente quello che è stato è già passato e per chi è di razza corsaiola quello che importa è sempre il prossimo obiettivo, il prossimo limite e nella mia mente ci sono ancora mete da raggiungere e superare perché in fondo quello che importa è il viaggio.
Che consiglio darebbe in generale alle giovani donne e alle motocicliste?
Il mio consiglio è di credere in sé stesse, di seguire i propri sogni, mantenendo sempre i piedi per terra, e di mettercela tutta per raggiungere i propri obiettivi, senza dire “non sono capace”, ma provare! Dire sempre quello che si pensa, che con la sincerità e la verità si arriva sempre dappertutto. E soprattutto per chi va in moto, di stare attente e avere sempre 6 occhi: due davanti, due a lato e due dietro!
Con la voglia di scoprire i loro progetti futuri e la promessa di tornare da lei a farmi raccontare qualche altro aneddoto sulla sua vita, sono ritornata alla mia moto.