Motospia

Un milione di chilometri, uno dopo l’altro. La prefazione

Un milione di chilometri APRILIA PEGASO CUBE 650

Un milione di chilometri, uno dopo l’altro

la prefazione

1.115.769 non sono numeri a caso, bensì la somma ad oggi, dei conta km delle moto possedute finora e siccome gli strumenti di una moto sono in perenne movimento, mi piace pensare che anche questo racconto lo sia. Vi mostrerò la strada percorsa, per quella ancora da percorrere tenete sempre accesa la fantasia, l’unico motore indispensabile che io conosca.

Mi chiamo Massimo Ferrara, uno come tanti, né santo né poeta, forse un moderno navigatore, di sicuro con uno smodato desiderio di viaggiare in moto e come la bussola, guardo quasi sempre a nord.
Come sono arrivato a scrivere dei miei viaggi, delle mie oramai oltre 30 moto, che ora varrebbero una bella e grande casa al posto del mio monolocale, e del milione di km?
Nessuna pretesa di scimmiottare i grandi narratori tanto meno bisogno di autocelebrazione.
Chi mi conosce sa che non giudico i motociclisti in luogo del loro monte-km ma in base alle emozioni che riescono a catturare con questa inimitabile passione che è la moto.
La voglia di mettere i miei km su un foglio è scattata quando un giorno, sull’ ennesimo traghetto per l’ Islanda, l’ozio e la forzata inattività mi hanno fatto riflettere che varcata la soglia dei 40 anni ero ad un punto dove non scorgendo più la partenza e per fortuna neanche l’ arrivo, se non avessi lasciato traccia di tutti i miei viaggi, sarei finito col perderli nei cassetti, o nei bauletti se preferite, dei ricordi.

Sostanzialmente sono uno che vive per il presente e per il futuro, il “mio” futuro e siccome ad un certo punto della vita si tirano le somme, vorrei ritrovare solo le cose che mi piacciono e per le quali sento di aver vissuto.
Ho suonato il basso per passione, ho giocato a basket per amore di quello sport e sono andato tanto in moto semplicemente perché volevo farlo.
Tutto questo mi è costato molto lavoro ma credo che alla fine il prezzo sia stato equo, tante e tali sono state le emozioni che ho ricavato da ogni singolo km percorso.
In certe fasi, che prima di tutto cercherò di raccontare a me stesso, sono andato anche solo per il gusto materiale di macinare km, in altre ho avuto un approccio più spirituale ed intimistico ma mai è venuta meno la passione che mi ha fatto vestire di tutto punto e partire.
Dopo tanti anni in sella e animato dal desiderio di una sempre maggiore qualità, ho consolidato alcune tecniche di guida, sia in su strada che in off road, di indubbia efficacia; quest’ ultima comprovata dal fatto che tendenzialmente torno sempre a casa intero come sono partito.
Per questo non cerco l’adrenalina nella prestazione fine a se stessa o nella competizione con altri utenti della strada ma nel godere di un paesaggio, in profumi inaspettati, nella condivisione di un’ emozione con un passeggera speciale, nello svegliarmi in una nazione e addormentarmi in un’ altra; questa è la mia personalissima filosofia e se continuerete a leggere la storia dei miei km sappiate che questo racconto è prima di tutto per me stesso e per cercare di piazzare un traguardo a quella vera gara fra interrogativi e risposte di cui sono pieno al termine di ogni viaggio.
Dai miei inizi è trascorso molto tempo e cambiate naturalmente un bel po’ di cose: il lavoro, il mio ritmo di vita e così via. Ai miei esordi su strada i cellulari non erano nemmeno nella fantasia degli scrittori, partivo e dopo 10km ero già solo, io e la mia moto. Ora è tutto diverso, non posso prescindere dal casco con vivavoce e bluetooth e anche ora che sono sul traghetto, in mezzo al nulla a mettere in ordine i miei pensieri a due ruote, ho con me un tablet e un cellulare che mi tengono collegato al mio mondo e mi permettono di inviare mail e lavorare quasi come fossi in ufficio. Non so voi ma pur cosciente che il mondo cambia e che dobbiamo adeguarci non ho la certezza che questi siano poi obbligatoriamente dei miglioramenti e rimango nel dubbio.
Ben altri sono stati i cambiamenti, senza dubbio migliorativi, dei quali sono stato testimone nel tempo.
Le gomme ad esempio: da ragazzo le compravo in anticipo e le lasciavo un inverno ad indurirsi per succhiargli qualche km in più, le mitiche Pirelli MT 40, già di legno … di serie!
Ora ci sono gomme per l’ estate e quelle per l’ inverno un po’ come le collezioni di alta moda.
E poi c’è il traction control che è una benedizione e l’ABS che pare dorma salvo svegliarsi in un istante quando tutto sembra perduto. E di pari passo, in questi anni, sono andati l’ abbigliamento e gli accessori. A tal proposito lo dichiaro subito: io non sono un romantico o almeno non per quanto riguarda la tecnica delle moto, non rimpiango nulla delle belle moto che furono che sono come la nostra gioventù…andate.
Se potessi avrei 10 moto nel garage invece ne ho quasi sempre avuta una alla volta, con la quale fare “tutto”.
Uno degli aspetti della modernità col quale non vado proprio d’ accordo è l’ aumento costante e irrazionale delle prestazioni velocistiche, come l’ aumento delle polemiche in giro per la rete quando affermo che poi, nei lunghi rettilinei, io mi piazzo ai 100 orari o poco più se consentito e mi godo il panorama. Come già detto la velocità non mi attrae, anzi ci vedo solo pericoli inutili.
In moto non conosco sfida, chiunque voglia ingarellarsi con me, avrà vita facile.
Ho un solo obiettivo: vivere.

Anzi due: vivere e bene.

Buona lettura
Massimo Ferrara

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