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Un borgo da favola … in moto

Vale la pena trascorrere un giorno intero in moto dalle parti di un borgo da favola dove leggende, tradizioni e realtà si fondono con la natura in una suggestione unica e irripetibile. Castelluccio di Norcia è un borgo dove colori, natura, favola, leggenda, buona cucina e profumi ti rapiscono e non ti lasciano andar via.

Un borgo da favola in motoCastelluccio di Norcia è un borgo che sorge a 1450 mt. a 30 km da Norcia, proprio di fronte al Monte Vettore che con i suoi 2.476 mt. è la cima più alta della catena dei Monti Sibillini. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si estende su una superficie di circa 72.000 ettari ed è il posto ideale per le scorribande dell’aquila reale, dei falchi pellegrini e dei lupi.

Come arrivare

Per raggiungere in moto il minuscolo borgo da favola di Castelluccio di Norcia bisogna percorrere la SS685 in direzione di Pescara del Tronto per poi imboccare la SP 477 che da Norcia arriva, appunto, fino a Castelluccio. La strada, non è buona: è ancora in fase di ripristino dal terremoto del 2016 che ha raso al suolo buona parte del borgo antico.

Un borgo da favola in moto

Il percorso è invivibile proprio nel periodo della famosa fioritura della piana di Castelluccio.

Il sabato e la domenica il traffico di turisti che vanno a vedere la fioritura è indicibile, le macchine si fermano dappertutto. Con le moto, specialmente in salita e nelle curve e sui tornanti, facendo lo slalom tra le auto, si fatica a mantenere un minimo di velocità coniugata a un buon equilibrio.

 

L’ideale, in realtà, è evitare proprio i giorni di festa e fare un giro godendosi la moto e la strada durante la settimana. Il paesaggio si trasforma: non c’è anima viva in giro e si entra quasi in simbiosi con la natura… tanto da desiderare, quasi, di viaggiare in moto elettrica per entrare in contatto perfetto con i colori, i profumi, le sensazioni che questo territorio induce nell’anima.

Un borgo da favola in moto

La fioritura

La “fioritura” è in assoluto uno degli spettacoli più belli in natura ai quali si possa assistere in Italia. Attira moltissimi turisti ed è un fenomeno naturale che ha reso famoso in tutto il mondo borgo da favola di Castelluccio di Norcia.Un borgo da favola in moto

Questo fenomeno non ha una “data certa” la cosiddetta fioritura avviene in relazione a diverse variabili che la determinano: la temperatura, l’umidità del terreno e le piogge soprattutto. In genere il fenomeno inizia a fine maggio e termina a luglio. Vi è comunque un periodo particolare (in data imprecisata, appunto) in cui la fioritura è massima.

Un borgo da favola … in moto

Il fenomeno della fioritura avviene nei Piani di Castelluccio che sono il Pian Grande, il Pian Piccolo e il Pian Perduto. Questi altipiani si estendono su una superficie di circa 15 kmq e ad un’altitudine di 1.350 metri.  Il Pian Grande è situato sulla lunga strada che da Castelluccio si dirige verso Forca Canapine-Norcia. Questo estesissimo altipiano è famoso anche per il suo “Inghiottitoio o anche detto Fosso dei Mergani. È una fenditura lunga circa 1,5 km e profonda 20 mt. Inghiotte le acque piovane e quelle che derivano dallo scioglimento delle nevi.

Un borgo da favola in motoIl Pian Piccolo invece si trova sulla strada che sale a Forca di Presta ed è teatro di una incredibile faggeta, Macchia Cavaliera, che lo illumina e lo rende “sonoro” nelle giornate in cui soffia un po’ di brezza. Il Pian Perduto, in provincia di Macerata, trae il suo nome dalla famosa Battaglia del Pian Perduto che qui si combatté tra gli eserciti di Visso e Norcia per il dominio delle terre coltivabili. In questo piano vi è un laghetto molto particolare, lo Stagno Rosso. Durante il periodo estivo il lago assume un colore rosso-violaceo causato da un’alga che, con il variare dell’intensità della luce e della temperatura dell’acqua, muta di colore creando effetti quasi irreali.

La lenticchia

La lenticchia è il prodotto per eccellenza che si coltiva a Castelluccio. Viene seminata dopo lo scioglimento della neve che in inverno ricopre l’intero altipiano e fiorisce tra i mesi di maggio e luglio. La Fioritura del Pian Grande è impropriamente collegata alla fioritura della lenticchia ma in effetti le cose non stanno proprio così. Nei campi coltivati, vengono utilizzati dei pesticidi che consentono la crescita di piante infestanti.

La favola policroma di fiori inizia con la fioritura della senape selvatica e dei papaveri che tingono di rosso i Piani del borgo di Castelluccio. A metà mese iniziano poi a colorarsi distese di camomilla bastarda e di leucantemo. Queste piante infestanti, che in genere sono considerate come nemiche delle colture, a Castelluccio di Norcia mantengono costante il livello di umidità del terreno favorendo così la fioritura e lo svilupparsi delle lenticchie, dando vita ad uno spettacolo floreale naturale unico al mondo.

Passeggiare con la moto e osservare le distese colorate ti fa sentire quasi parte del quadro, dentro le incredibili policromie che ti circondano…

Castelluccio

Per visitare Castelluccio, conviene lasciare le moto fuori dal borgo, nello slargo vicino al bar, alle porte del piccolo paese e percorrere a piedi le ripide stradine che salgono e scendono il pendio del colle. Sui muri di alcune case – con le finestre addossate le une alle altre – si possono notare delle curiose scritte satiriche, chiamate, appunto, “satire”.

Questo fenomeno ebbe inizio negli anni sessanta, le “satire” si moltiplicarono ed in poco tempo tutti i muri di Castelluccio ne furono pieni. Salendo sulla cima del colle, si arriva al nucleo più antico del paese dove si trova l’unica porta rimasta delle antiche mura adiacente la Chiesa di Santa Maria Assunta.

La chiesa di Santa Maria Assunta

La chiesa di Santa Maria Assunta, gravemente danneggiate il 24 agosto, e crollata il 30 ottobre, nasconde tra le sue macerie un fantastico capolavoro ligneo dell’800, un altare unico nel suo genere, e incredibilmente intatto.

Grotta della Sibilla

È situata a quota m. 2175 sul Monte Sibilla. Occorre arrivarci a piedi. Oltre un vano quadrato scavato nella roccia la grotta si snoda nelle viscere della terra. Narra la leggenda che le fate chiesero alla Sibilla il permesso per recarsi a un ballo notturno. La Sibilla acconsentì ma chiese alle fate di fare ritorno prima dell’alba. Le fate non si accorsero che il sole stava per sorgere e, iniziata una folle corsa per rientrare, con i loro piedi di capra segnarono per sempre il versante meridionale del monte Vettore con il “sentiero delle fate”. Secondo un’altra versione della leggenda il “sentiero” si formò perché le fate, colte dalle prime luci dell’alba, vennero trasformate in pietra.

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