Motospia

Two Rebel (s) on the Road

Aprilia days

Il primo contributo di Francesca Pompeo, che scopre con la Rebel di Honda (CMX500) la passione per la motocicletta. Ecco la sua storia e le impressioni dopo i primi 4 mesi sulla bicilindrica della casa dell’ala.

REBEL

Francesca, 22 anni, studentessa. E fino a qui tutto normale. Come poche persone a questo mondo, posso dire di aver trovato relativamente presto – in giovane età si intende – la valvola di sfogo dei problemi e dei pensieri che purtroppo in questa vita non ti fanno stare un attimo tranquillo. Quella “benedetta” ansia che non ti abbandona un attimo. Forse è anche per questo che tutti continuano a ripetere che non si è mai soli!

Questa sorta di anti stress comprende le due ruote e un casco. Non è proprio cheap, ma garantito che dà le sue buone soddisfazioni.

Questa cosa delle due ruote credo abbia sempre fatto parte di me: dal guardare la Moto GP con mio papà a girare con lui e la sua Honda Shadow VT 600. Da quando avevo 14 anni ho il motorino, la mia Scheggia, con più di 20.000 chilometri e solo un incontro ravvicinato con l’asfalto. Studio alla magistrale di turismo a Udine.

Lo scorso anno, per un project work, mi sono ritrovata a dover fare una ricerca sulle moto. Quale meta migliore del Faaker See per questa indagine? Fu così che partii alla volta del raduno da sola, in macchina (non avevo né la patente A né la moto), con lo zaino e il casco da Power Ranger. Quei 4 giorni, in mezzo a bikers, moto, motori e la magia dell’evento, sono stati l’inizio della fine! Finalmente dopo qualche mese ho fatto la patente per la moto: posso finalmente guidare, stare davanti, non sempre e solo dietro a guardare il casco di chi guida con la strada a destra e sinistra che fila via.

Poi dovevo scrivere la tesi di laurea e ho deciso di farla sul mototurismo in Friuli Venezia Giulia. Fortunatamente e con molto piacere ho potuto fare il tirocinio a Terre di Moto, dove ho imparato quasi tutte le strade della regione FVG grazie alla progettazione di alcuni itinerari da fare in moto e ho partecipato ai retroscena della Biker Fest International di Lignano Sabbiadoro, facendo da ufficio stampa per l’evento. Un’emozione fantastica! E a quanto pare non me la sono neanche cavata male, dato che anche quest’anno sono del team. Proprio grazie a loro, alla loro fiducia e alla loro disponibilità, alla Biker Fest mi hanno consegnato in parco stampa una Honda CMX REBEL 500 per un road test.

Beh, che dire, amore a prima vista con la Honda Rebel!

REBEL

Un bobberino bello, forte e simpatico, come mi sento spesso dire. Sarò di parte, ma è davvero bella! Con un’estetica liscia ma anche dettagliata, di questo colore argento opaco che cambia sfumatura in base alla luce del momento. La marmitta è forse sproporzionata, ma si può anche sorvolare su questo dettaglio, dai.

Per 3 settimane ho scorrazzato in giro per il Friuli e per mezzo Veneto, quasi 2000 chilometri. Montagna, collina, curve, tornanti, laghi, mare e puro divertimento.

Altezza perfetta (io sono alta un metro e 60 quindi capitemi) e peso contenuto e ben bilanciato.

REBEL

Facile da guidare per chi è alle prime armi sia su asfalto che su sterrato (sì, l’ho provata anche sullo sterrato) e non stanca nelle lunghe distanze, la posizione di guida è un misto custom e naked, quindi molto comoda e naturale. Non potevo trovare moto più adatta a me e alle mie esigenze.

La Rebel è essenziale: maneggevole, pulita, con buona ripresa, buoni freni e un’autonomia pazzesca. Per me fare 250 chilometri senza preoccuparmi di cercare un distributore è un sogno!

REBEL

A mio avviso non ci sono difficoltà di guida. Nelle curve a gomito si può piegare tranquillamente, non c’è pericolo di toccare a terra, anche a bassa velocità. Ha una buona ripresa anche se si è in salita. Le 6 marce sono indovinate per non stressare troppo il motore quando si vuole viaggiare per un po’ a una velocità sostenuta. Non si avvertono vibrazioni esagerate.

Il display illustra orario, velocità, chilometri percorsi, livello del carburante. Quando si è in riserva il livello carburante inizia a lampeggiare. Essenziale e concisa: niente fronzoli.

REBEL

Quando l’ho dovuta riconsegnare alla Honda, lo ammetto, mi sono messa a piangere. E dover ripartire con lo scooter è stato un trauma. Non mi sarei mai voluta separare da lei.

Qualche settimana dopo mi sono laureata e beh, come regalo di laurea, è arrivata Lei, la Rebel, la mia Rebel. La soddisfazione e l’orgoglio di poter dire che è la mia moto, la mia prima moto.

E adesso chi ci ferma più: #tworebelsontheroad!

Di chilometri ne ha ancora pochi, è a casa solo da 4 mesi e il freddo e la pioggia non ci hanno dato molta tregua. Ma adesso viene il bello: con le giornate più lunghe e la temperatura più alta non vedo l’ora di tornare in sella e staccare.

Sì, staccare. Il casco, oltre a proteggere dagli urti, protegge dai pensieri, come una sorta di schermatura. Me ne frego del telefono, me ne frego delle preoccupazioni e delle cose da fare. In quel momento ci siamo io, la mia Rebel e la strada (e qualche altro umano pericoloso alla guida di altri mezzi ai quali bisogna sempre prestare attenzione perché non si rendono conto di quello che fanno).

E poi volete mettere la vista che si ha dall’interno di un casco da motociclista? Ha una sorta di filtro (come quelli di Instagram) che rende tutto migliore.

Poi perché no, in testa ho già qualche strada che voglio percorrere, quindi appena mi si presenterà l’occasione farò lo zaino, il pieno di benzina e via.

L’importante non è la meta, ma il viaggio!

REBEL

Foto di Simone Benedetti

© 2022, MBEditore - TPFF srl. Riproduzione riservata.


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