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ROSMOTO: LA MOTO LA COSTRUISCO E CI VINCO

La Rosmoto: passione, tecnica e tenacia possano portare alla vittoria

Prendere l’ultimo modello di supersportiva e darci manate di gas aiutati da ogni sorta di diavoleria elettronica è per molti un must; costruire una moto da un foglio bianco e vincere è roba da pochissimi. Ho avuto il piacere di conoscere una persona in grado di raggiungere questo obiettivo: Ezio Rosboch.
Chi è Ezio? Un uomo che si è fatto da solo, con tanta gavetta e con le idee chiare su tutto ciò che vuole raggiungere. Iniziò più di 37 anni fa a fare il meccanico e 31 anni fa aprì la sua officina, la Rosmoto, a Cuorgnè (in provincia di Torino) per poi scendere pian piano fino a Leinì dove si trova attualmente. Si è fatto un nome costruendo moto da corsa su base SV650, portando il piccolo motore ad V a oltre 100cv alla ruota e incastonandolo in un mezzo dal peso di poco più di 100 kg in ordine di marcia.

La gente che si rivolge a lui  “è il vero appassionato, sia che voglia una special, o che voglia abbattere l’ultimo decimo in pista, o che voglia solo godersi la moto; i modaioli quelli che si prendono il T-Max o il BMW perchè fa figo rimangono fuori dal cancello, qui (in officina) entra solo gente con le forcelle in mano e la tuta strappata: dal lato puramente economico non è un bene, ma a me piace così” (cit Ezio Rosboch)
Ezio è stato anche un pilota di gare in salita ed è difficile fare a meno delle sensazioni che il clima delle competizioni in moto ti sa dare. Per questo motivo, Ezio ha deciso di fare delle gare con una delle sue creature: la Rosmoto Sottopeso.

Nel primo appuntamento a Varano de Melegari del campionato Battle of the Twins (www.storiebicilindriche.it), competizione dedicata alle sole bicilindriche, ha saputo tener testa al suo diretto avversario Rikki McGovern, esperto pilota Inglese che quest’anno correrà al Tourist Trophy. È stata una gara combattuta, vissuta sul filo dei decimi di secondo e la vittoria è stata costruita pezzo dopo pezzo partendo dalle prime prove libere.
Rosmoto non è un top team, Ezio non è un pilota con una preparazione atletica superlativa, la Sottopeso non è una moto appena uscita dal concessionario e allestita race replica: è il risultato di anni di studi, dedizione e sacrifici che si sono concretizzati in una coppa alta una trentina di centimetri e il gradino più alto del podio.
Quale è la morale della questa bella favola? Motociclismo non significa solo avere la moto con gli stessi colori del campione preferito, ma è soprattutto Vivere questo mondo 365 giorni all’anno a 360 gradi: conoscere la propria moto, costruirsela, godersela per quelli che sono i suoi pregi e i suoi difetti.

Negli ultimi anni il motociclo è diventato sempre più accessorio alla persona, come un orologio o un paio di scarpe firmate. È tempo che il motociclista ritorni ad essere quello di un tempo, consapevole che dietro al perfetto funzionamento del suo mezzo ci sono persone come Ezio, che fanno il loro mestiere per passione. Basta biker con mani appena sistemate dall’estetista, è tempo di chiavi inglesi e calli.

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