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Piaggio Vs. Fiat: la sfida sull’ibrido è spietata

È di questi giorni la notizia della presentazione della Fiat 500 (e della “gemella diversa” Panda) con powertrain ibrido. Noi di motospia abbiamo fatto con la mente un salto temporale a qualche anno fa, e abbiamo confrontato il nuovo prodotto con un altro veicolo italianissimo di oltre un lustro fa. Con qualche ruota in meno.

Fa strano sentir parlare di ibrido nel 2020. Quasi tutti ormai guardano ai veicoli 100% elettrici con sempre crescente fiducia, anche i più scettici riguardo l’autonomia (si pensi al risultato del test della Tesla Model Y di qualche giorno fa). Al limite quelli che hanno poca confidenza con tale tecnologia si dimostrano aperti verso le ibride plug-in, ultimo baluardo che rimane sensato ora che perfino Toyota lo ha integrato nella sua flotta nonostante sia stato il full hybrid a farle fare i suoi enormi numeri di vendita.

È ancor più bizzarro quindi leggere non soltanto che le prossime auto della casa (ex) torinese saranno ibride, ma soprattutto che lo saranno solo sulla carta, o quasi. In breve: Il sistema mild hybrid è costituito dal moto-generatore elettrico collegato al motore termico con una cinghia e integrato alla rete elettrica a 12 Volt. Il motore elettrico funziona da generatore nei rallentamenti e recupera l’energia che altrimenti verrebbe dispersa, alimentando la batteria agli ioni di litio da 11 ampere. Il motore elettrico fornisce 3.600 Watt (cioè 5 CV) nelle accelerazioni e riavvia il motore termico dopo il suo spegnimento automatico mentre l’auto rallenta: al di sotto dei 30 km/h, con la marcia in folle (un indicatore nel cruscotto suggerisce quando farlo), il motore a benzina si spegne e le Fiat 500 e Panda Hybrid “veleggiano”.

Insomma: Toyota (ed altri) sono prossimi ad abbandonare un sistema che comunque consentiva di percorrere diversi km solamente in elettrico, e Fiat presenta un sistema ancor più primitivo.

Sgomento e delusione in redazione, e poi di colpo l’illuminazione: ma tu, il Piaggio MP3 Hybrid, te lo ricordi?

Rispettivamente nel 2014 e nel 2015 Piaggio ha messo in commercio il suo comodissimo scooter a 3 ruote in versione elettrificata 125 e 300.

A fronte di un peso cresciuto relativamente di poco (+20 e +30 kg rispetto alle versioni termiche) i vantaggi che lo scooter ibrido offriva erano indiscutibili: accelerazioni da classe superiore e consumi irrisori. Ovviamente c’erano anche degli svantaggi: tutto l’hardware aggiuntivo era nel sottosella, rubando quasi totalmente lo spazio a disposizione e alzando il baricentro.

I due motori (termico ed elettrico) erano in grado di lavorare in parallelo e assieme offrivano la potenza legale di 15 cv. Il motore elettrico (2,6 kW e 15 Nm) metteva a disposizione la sua coppia (che si sommava ai 16 Nm del motore a scoppio) in maniera immediata, aiutando il motore endotermico proprio là dove di solito è svogliato: in accelerazione. Il risultato è che l’MP3 Hybrid, pur essendo un 125 offriva spunto e ripresa paragonabili a un MP3 250.

Le modalità di funzionamento possibili erano quattro, tutte azionabili dal manubrio anche in movimento (a patto di essere sotto i 20 km/h per il passaggio al full electric). Nella modalità Hybrid Power motore elettrico e termico lavoravano insieme offrendo il massimo delle prestazioni consumando, ovviamente, la batteria. Come tutti gli elettrici/elettrificati recuperava energia durante i rallentamenti e le frenate, ma l’assorbimento durante l’erogazione era massimo. La modalità Hybrid Charge era quella intermedia, il motore elettrico era di ausilio a quello termico nello spunto da fermo ma poi si metteva a “remare contro” assorbendo energia per ricaricare le batterie.

Nella modalità Electric, invece lavorava solo il motore elettrico.

L’MP3 in questo caso era un veicolo a impatto zero e grazie a ciò può accedere anche oggi praticamente ovunque, anche ai centri storici più blindati che sono in costante aumento nelle nostre città. L’autonomia viaggiando in modalità elettrica era di 20 km, la velocità massima raggiungibile di 30 km/h. La quarta possibilità d’uso era la retromarcia, che funzionava ovviamente solo in modalità elettrica ed è utile per parcheggiare (funziona anche con il basculamento bloccato) o per uscire da un parcheggio in salita. La feature più interessante è che si può ricaricare la batteria da una normale presa di corrente (3 ore per una ricarica completa) perché il sistema ibrido dell’MP3 è di tipo Plug-in. L’MP3 offriva quindi già nel 2014 un reale funzionamento elettrico, ma soprattutto la possibilità di ricaricare la batteria dalla rete (magari col fotovoltaico di casa, circolando quindi quasi gratis).

Piaggio si era dimostrata lungimirante anche per quanto riguarda il bacino di utenti destinatari dello scooter: l’MP3 ibrido è nato come 125, guidabile insomma da chiunque avesse la patente A1 o la B. Quando è arrivato in versione 300 lo ha fatto sia in versione standard che in quella LT, con le modifiche necessarie per essere considerato un triciclo (non un motocliclo) ed essere ugualmente guidato con la patente B.

E Fiat? Si spera che i progettisti abbiano considerato la questione neopatentati, altrimenti 500 e Panda perderebbero buona parte del bacino di utenza. Le due auto dovranno pesare almeno 927 kg, pena l’impossibilità di guidarle da parte di chi ha il titolo di guida da meno di 12 mesi.

Come termina la sfida Piaggio – Fiat?

La sfida non termina, perchè non può nemmeno iniziare. Il prodotto presentato da Piaggio 7 anni fa era futuristico e risolveva un problema al cliente (anzi più di uno: consumi minori e niente blocchi del traffico!) quando l’elettrico era fantascienza pura.  L’auto di Fiat, nonostante siamo nel 2020, abbassa solo le emissioni medie della gamma evitando sanzioni alla casa e creando modelli che si possono vendere come “ecologiche” e “autorizzate a circolare nelle ZTL”: ci si aspettava di più, queste proposte non sembrano avere le caratteristiche che risolvano i problemi di inquinamento, oggi con le domeniche a piedi più attuali che mai. Inoltre potrebbe ricevere altri benefici quali la possibilità di parcheggiare gratis negli stalli a pagamento e la tassa di proprietà ridotta (ad esempio in Lombardia).

Senza averne il diritto, secondo noi. Questa mossa e la relativa diffusione di finte ibride può avere solamente due conseguenze: un inseverimento della normativa, che distingua i vari tipi di ibride. Oppure l’eliminazione delle agevolazioni, andando così a colpire anche i virtuosi che hanno speso di più per avere un’ibrida sensata.

Alla riga di partenza, pronti, via.

Il Piaggio MP3 parte, e fa 20 km senza un goccio di benzina.

La 500/Panda no, non è in grado di avanzare in modo attivo nemmeno per un metro senza consumare carburante fossile. Siamo sicuri che sia questo il veicolo presentato nel 2020?

La sfida non esiste, tanto di cappello a Piaggio ed al suo prodotto ibrido del futuro che arriva dal passato.

Probabilmente la scelta del fu Marchionne di destinare le (poche) risorse ad altri obiettivi non è stata molto lungimirante. Oppure si è soltanto persa tutta la strategia ora che lui non c’è più. La questione è che, dovendo esprimere una personalissima opinione, la presentazione delle nuove “ibride” sembra solo una tattica. Scopo? Non far vedere al grande pubblico quanto il gruppo sia arretrato rispetto ai competitor. Ma la verità viene sempre a galla… ed il giudizio degli utilizzatori sarà certamente inclemente.

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