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I MOTO-PIRLA ARRIVANO CON LA BELLA STAGIONE

Estate: con la bella stagione tornano anche i Moto-pirla. Otto idee assolutamente da cambiare sull’abbigliamento estivo da moto!

di Andrea Moretti

In questi giorni giro molto per lavoro, poco in moto purtroppo. Immerso per ore nella comoda noia del mio monovolume guardo tutto ciò che mi passa vicino. Una coppia su una R1 mi supera in superstrada a 170 kmh, 35° pantaloncini da mare, magliette che sventolano e mi permettono di contare le loro vertebre… Uno scooterista in canottiera ed infradito mi sguscia a destra al semaforo bruciando il giallo almeno a 60 kmh… Un gruppetto che guida cruiser ha addosso di tutto: gilet di jeans indossati a pelle, pantaloni di pelle, micro-caschetti finti tipo nazi, catene… Incrocio un distinto signore sui 130 alla guida di un BMW 6 cilindri con polo manica corta bianca e blu, pantaloni bianchi e mocassini. Sarà un commercialista, o un dentista, penso… Ma subito mi ricordo che non è importante che mestiere facciano tutti quegli uomini e quelle donne, l’importante è che per i miei occhi di motociclista così come sono vestiti sono carne da macello!

moto-pirla
Fa caldo, ma attenzione… i pericoli della strada non cambiano. Proteggetevi.

Sì è di nuovo estate e con la bella stagione tornano quelli che io chiamo “i moto-pirla”. Che nessuno si offenda, non faccio la minima insinuazione sulle loro capacità mentali. Sono anzi convinto che se vanno in giro vestiti in modo così idiota è perché non gli è mai successo niente, non sono mai caduti, non hanno mai impattato con un insetto, non hanno mai preso un sasso alzato da un veicolo che li precedeva, non si sono mai ustionati sotto il sole, non gli è mai venuto un colpo di calore… Di fatto però si comportano da moto-pirla e so che spesso ci sono idee ben radicate e consolatorie dietro questo loro modo di andare in moto. Le ho sentite tante volte nei miei 36 anni in moto ed io stesso, confesso, le ho pensate e praticate tutte prima o poi. Sento però adesso il bisogno di parlavi con il cuore amici moto-pirla: non posso più vedervi d’estate andare in giro vestiti in quel modo! Qui sotto ci sono otto vostre idee completamente sbagliate mentre le leggerete, almeno per un istante, contemplate la possibilità che le cose che vi dirò non siano proprio delle minchiate… Poi magari mi mandate a quel paese.

Moto-pirla 1. D’estate fa caldo, quindi mi svesto.
È vero che se fa freddo dobbiamo coprirci, ma non è vero il contrario. Se fa caldo, anche molto caldo dobbiamo… Coprirci! Vi ricordate i mutandoni di lana indossati dai pistoleri nei film Western in pieno deserto dell’Arizona? Ed avete tutti in mente l’immagine del tuareg che guida una carovana di cammelli nel Sahara coperto da strati di teli blu che lasciano scoperti soltanto gli occhi? I pistoleri non erano “pistola” e nemmeno i Tuareg hanno la fama di essere dei pirla, sono anzi esempi di professionisti degli ambienti caldi: quando è caldo dobbiamo coprirci con gli indumenti giusti, perché ci isolano separandoci dall’aria calda dell’ambiente e soprattutto ci proteggono dai raggi solari facendo ombra. Quando acquistiamo un capo da moto estivo poi possiamo scegliere tra una ampissima varietà di prese d’aria, collocate in punti strategici del torso e delle gambe, che forzano il circolo dell’aria intorno al nostro corpo, senza necessità di scoprirci. Ancora più importante: quei flussi d’aria circolano in condizioni d’ombra. Sì caro il mio moto-pirla se ci sono 40° e stiamo andando in superstrada al mare, tu sei con la tua amata maglietta e le vertebre e cosce al vento, io con il mio completo 4 stagioni completamente sfoderato e con tutte le prese d’aria aperte, la temperatura sulla superficie della mia pelle sarà tra i 5° ed i 10° inferiore alla tua, nonché inferiore alla mia temperatura corporea. Tu invece al mare potresti anche evitare di andarci perché senza volerlo ti abbronzerai comunque in autostrada, stancandoti molto di più e magari prendendo anche qualche scottatura o persino un colpo di calore.

Moto-pirla 2. Sì poi se fa caldo il casco lo metto, ma non mi chiedere di allacciarlo!
Ed è anche per questo che ti meriti di rientrare a pieno diritto nella tribù dei moto-pirla. In questo modo avrai tutta la scomodità del casco senza averne nessun beneficio, genio! Alla minima caduta il casco ti schizzerà via dalla testa, in un istante se si tratta di un casco aperto. Se invece si tratta di un casco integrale c’è anche una discreta probabilità che nella sua traiettoria di decollo, che lo porterà lontanissimo dalla tua testa, ti fracassi il setto nasale con la mentoniera. Allacciati il casco amico moto-pirla. Se poi è il caldo che ti spaventa, scegliendo un casco con prese d’aria avrai di nuovo l’effetto virtuoso che si ha con l’abbigliamento ventilato: le prese forzeranno l’aria attorno alla tua testa, l’aria entrerà in un ambiente in ombra e ti regalerà idee molto più fresche.

Moto-pirla 3. Però comunque il casco è meglio aperto, tanto è omologato CE lo stesso…
No omologato CE è soltanto il minimo. L’omologazione ci dice solo che il casco ha superato le prove minime necessarie. Il fatto che i caschi debbano essere omologati non assicura lo stesso livello massimo di protezione per tutti. I caschi più sicuri sono gli integrali, seguono gli integrali apribili ed i caschi aperti o “jet”. Visto che ti piacciono tanto ti dirò che sì ci sono molti buoni caschi aperti, ma il problema è appunto che sono aperti. In caso di urto lasciano esposti il tuo naso, la bocca ed il mento/mandibola, sì praticamente quasi tutta la tua simpatica faccia da moto-pirla! Cancella poi l’idea che sicuramente ogni tanto hai avuto: “ma se cado tanto la testa la tengo su”. Scordatelo. Il rapporto tra il peso della testa e la forza dei muscoli del collo è ingovernabile nel caso di una caduta, in più per la sua massa la testa è come un palla di cannone lanciata verso la sua traiettoria d’urto. Ti sei mai chiesto perché i giocatori di football americano fanno massicci esercizi per rafforzare a dismisura i muscoli del collo? E tu col tuo scooter vai molto più veloce di loro! Una buona via di mezzo che posso consigliarti mio caro sono i caschi che non sono integrali né apribili, ma hanno una barra di protezione in corrispondenza della zona bocca/mento, di solito rimovibile. Non sono sicuri come un integrale, ma sono già molto più sicuri di un casco aperto.

Moto-pirla 4. Ma dai, non sono mica Valentino! A me tutte queste protezioni non servono.
No tu non sei Valentino, ma non come credi tu nella tua capacità di guida, piuttosto nella tua testa e nell’importanza che dai alla tua sicurezza. In compenso però l’asfalto è proprio lo stesso per te e per Vale! Ti va di fare un test? Inginocchiati sulla strada e tocca l’asfalto con il palmo. È ruvido scommetto, magari un po’ caldo, niente di spaventoso vero? Adesso prova a dare una manata di striscio con lo stesso palmo sull’asfalto, come se dessi una pacca ad un vecchio amico, o un’affettuosa sculacciata alla tua fidanzata… Non che io ne voglia la prova, ma scommetto che la tua fidanzata è più morbida vero? Ti sei anche un po’ graffiato? Ok adesso, solo mentalmente, moltiplica. Devi moltiplicare il peso del tuo corpo per l’accelerazione impressa dalla velocità alla quale potresti cadere e concentrare il risultato di tutta quella forza sui pochi cm quadrati del palmo della tua mano. Sei come me e non andavi bene a scuola? Non fa niente, te lo dico io: fino a 50 kmh fa parecchio male, salendo di velocità è il caso che ti dimentichi la tua mano com’era.


Vogliamo parlare di articolazioni? Prendi un corpo duro ed appena un po’ pesante, diciamo un posacenere e datti un colpetto su un ginocchio, o su un gomito a tua scelta… È un colpetto, ma fa già male. Non ti devo ripetere lo stesso discorso della mano vero? Forse non sai che in Italia abbiamo davvero fatto la storia della sicurezza in moto, perché sono stati i nostri produttori di abbigliamento da moto che hanno inventato il concetto di protezioni e solo dopo anni sono stati imitati dal resto del mondo. Puoi acquistare oggi indumenti con protezioni incorporate in tutti i punti in cui il tuo scheletro risulta più esposto all’ impatto: schiena, gomiti, ginocchia, bacino, sterno. E le stesse protezioni le puoi trovare anche separatamente, in modo da poterle indossare sotto i capi che preferisci, sempre capi da moto ovviamente!

Moto-pirla 5. Sì ma tanto io giro solo in città e vado piano.
La città che che ti è familiare e che ti rassicura è di gran lunga l’ambiente più minaccioso per il motociclista: buche, rotaie, pavé, cordoli, tombini, macchie di olio e nafta fanno sì che ci ritroviamo a guidare su fondi che come impegno sono secondi solo alla guida in fuoristrada. Che diventano ancora più infidi quando piove. La condotta degli automobilisti poi non ci aiuta, sai meglio di me che in città alla guida fanno di tutto: parlano al telefono, inviano mail, chattano, si fanno video, mangiano, leggono il giornale, fanno sesso, si scaccolano… Tutte attività tanto importanti e che richiedono una grande concentrazione certo, ma che fanno sì che a noi motociclisti non ci vedano proprio. Pare che la dichiarazione più frequente nelle pratiche di incidenti nelle quali un’auto ha travolto una moto sia: “non ho visto la moto”. Beh nessuna meraviglia: se non uno non guarda di sicuro non vede! Ma diciamolo non è solo colpa loro, la nostra tendenza a sgusciare tra le auto non aiuta di certo. Sì le auto ci sembrano ferme e spesso vediamo molti varchi disponibili per le nostre moto, ma le auto sono tutt’altro che immobili ed i varchi possono chiudersi in un istante. Scommetto che ti capita tutti i giorni. Fidati caro il mio moto-pirla: la città è veramente pericolosa per noi motociclisti.

Moto-pirla 6. Ma io non ho “la moto”, vado al lavoro con lo scooter e devo essere vestito normalmente.
Gli stessi pionieri dell’abbigliamento protettivo, di cui ti dicevo, sono ancora tutti qua e sono oggi i migliori e più importanti produttori mondiali di abbigliamento da moto al mondo. Tutti, ma proprio tutti, offrono insieme alle loro linee “solo moto” anche capi che sembrano normali ma che in realtà hanno un ottimo livello di sicurezza. Così potrai acquistare un giubbotto, in tessuto anti-abrasione (tipo Cordura 500 o superiore) o magari in pelle e dalla linea di tendenza, ma con paraschiena e protezioni per i gomiti e per le spalle incorporati. Ti piacciono i jeans? Ci sono tanti modelli che pur avendo l’aspetto e la vestibilità dei jeans normali, hanno tessuti rinforzati con kevlar ed altre fibre balistiche che li rendono infinitamente più resistenti, oltre alle protezioni per le ginocchia ed il bacino incorporate. Nessun problema neanche per le scarpe, troverai protezioni su punta, tallone e malleolo inserite praticamente in ogni tipo di scarpa: stivaletti, sneakers, polacchini… In tessuto, cuoio, scamosciate e persino con membrane impermeabili e traspiranti. E ti do un’altra buona notizia caro moto-pirla: tutti quelli che ho citato costano come dei buoni capi non motociclistici.


Moto-pirla 7. Ok ho capito: metto su i guanti da giardino ed il giubbotto da moto, poi tanto ho i jeans e le scarpe da ginnastica che sono “tosti”…
No, non ci siamo capiti: con i guanti da lavoro è meglio che ci poti le petunie, in moto ci vogliono pellami con spessori e lavorazioni che siano studiati per resistere all’abrasione dell’asfalto. Consigliatissimi tutti i guanti con inserti e protezioni sul palmo, le nocche e le falangi, magari rigidi in kevlar, leghe metalliche o plastica. Il giubbotto “da moto”, quindi non semplicemente quello di Fonzie ma uno con protezioni, va molto bene certo… Ma, caro-moto-pirla, cosa ti hanno fatto di male le tue ginocchia, le natiche ed il tuo bacino? I jeans, a meno che non siano quelli rinforzati da moto (vedi il punto 6), al contatto con l’asfalto si polverizzano istantaneamente come un foglio di carta nel caminetto. Sono commosso poi dalla tua decisione di lasciare a casa le infradito, ma le tue “scarpe da tennis bianche e blu” che ti sembrano toste in caso di caduta non vedono l’ora di saltare via, molto più facilmente di quando te le togli a casa se non hai voglia di slacciarle. Nel migliore dei casi se ti rimangono calzate l’asfalto le sbriciola come se fossero di pongo… Ed ovviamente quando ha finito con la scarpa non è che si ferma lì, ma per esempio può agire indisturbato e con molta meno difficoltà sul tuo tallone. Sì qualche rimasuglio della scarpa potresti anche raccoglierlo, del tallone invece probabilmente non troveresti più neanche traccia. È sicuro invece che la mancanza di quel particolare anatomico, al quale normalmente non pensi mai, ti creerebbe un bel disagio per il resto della tua vita… Una vita d’inferno?

Moto-pirla 8. Oh insomma ma tu mi vuoi proprio portare sfiga! La vita è la mia e io in moto ci vado come mi pare!
Verissimo, hai ragione caro mio. In fondo è proprio come fumare no? Non fa male proprio a tutti, non se lo fai poco… E poi comunque non capita mica oggi. Già non oggi e non a te. Probabilità, grandi numeri… È vero, è la tua pelle e ne fai quello che vuoi tu. Sacrosanto!

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Affidarsi ad amuleti e ….. non serve. Piuttosto scegli abbigliamento e protezioni certificate, vestile correttamente e potrai goderti con maggiore serenità la tua motocicletta.

Però… Sai che quando si tratta della mia di pelle le probabilità ed i grandi numeri non mi piacciono per niente?

Ti dico come ragiono io: se oggi invece di spogliarmi, come tanti moto-pirla di stagione, mi vestirò come un motociclista e così domani ed ogni volta che salirò in moto, non importa se per andare a Capo Nord o al supermercato vicino casa, è sicuro che il mio abbigliamento e le sue dotazioni di sicurezza saranno sempre lì intorno a me, pronti a proteggermi come un angelo custode.

Quell’equipaggiamento e le persone geniali che l’hanno creato faranno tutto ciò che si può per un avvenire felice mio e dei miei cari. Fai la cosa giusta amico mio, vestiti da moto.

 

© 2022, MBEditore - TPFF srl. Riproduzione riservata.


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