Patagonia 25. Sognavo questo viaggio da anni. Da quando ero poco più che un adolescente ho alcuni sogni in testa. Caponord (non il posto ma il viaggio e poi l’ho fatto più di 10 volte), Islanda perchè mi sembrava un posto “estremo” (anche qui più di 10 viaggi) Alaska e mi mancava anche la Patagonia. Quel posto dove pensi che il mondo finisce.
Complice un periodo lavorativamente positivo mi sono detto anzi ripetuto quello che mi dico sempre: usa tutte le tue risorse per viaggiare, non investire o accumulare denaro considerando che la vita è un dono ma non sappiamo di preciso quanto può durare.
Fatte queste banali considerazioni e avendo iniziato a collaborare fattivamente con il tour operator di viaggi in moto 77road decido di comprare il viaggio da loro. ( https://77roads.com/tour/patagonia-in-moto-terra-del-fuoco/) .
Perche’ un viaggio organizzato e con moto a noleggio? Le formule possono essere disparate ma io non ho tempo di studiarmi un percorso, cosa vedere e cosa non vedere. I vari blogger o youtuber che spacciano informazioni di ogni genere mi suscitano la stessa fiducia del bancario che vuole vendermi la polizza per la vita e quindi secondo me l’unica via è lavorare sodo e pagare qualcuno che conosce il viaggio e il modo migliore di organizzarlo. Spedire la propria moto in sud America ha senso se fai un viaggio di mesi, non per concentrare tutto in due settimane, quindi moto a noleggio.
Traumatico sia economicamente che fisicamente è arrivarci in Chile, 3 voli totale circa 17 ore di volo per arrivare ad Osorno dove ritiriamo le moto. Qui la mia scelta considerando che c’era parecchio sterrato da fare è andata sul Tiger 900, moto equilibrata e tutto fare e anche comoda in due dato che avrei avuto una passeggera illustre. Cerco di fornire una sorta di diario di viaggio con qualche informazione sul percorso. Massimo titolare e guida di 77road è stato impeccabile nell’organizzazione che prevedeva anche un pick up al seguito con Thomas un meccanico esperto e pronto a risolvere ogni genere di problema.
Patagonia 25. 27/12 Osorno
conosciamo gli altri partecipanti al viaggio e come sempre capita sono nate nuove amicizie che sono convinto dureranno nel tempo. Siamo un gruppo veramente eterogeneo 3 coppie e 4 singoli + la guida e il meccanico. Non siamo pochi ma non siamo nemmeno tanti e questo è importante perche’ un viaggio cosi in 20 equipaggi non sarebbe gestibile. Gia dalla prima sera scopriamo persone interessanti e ci rendiamo conto che quello che potrebbe sembrare un limite, cioè un gruppo di sconosciuti che viaggia insieme è alla fine un valore aggiunto.
Patagonia 25. 28/12 Osorno – Hornopiren,
al mattino prendiamo un transfer e ci trasformiamo da bipedi in motociclisti, prendiamo le moto e dopo rapidi aggiustamenti regolazioni e qualche firma partiamo e noto subito un problema: ho la sella in posizione bassa alla prima sosta devo alzarla, cosi come è settata faccio fatica pure a cambiare le marce. Costeggiamo il lago Lanquihue, sempre al cospetto del maestoso vulcano Osorno e ci dirigiamo a sud sulla ruta 7.
Patagonia 25. 29/12 Hornopiren – La Junta
prendiamo subito un traghetto che ci sbarca a Caleta Gonzalo affrontiamo il primo “ripio” della ruta 7, ovvero la Carretera Austral, una strada, per lo più sterrata, che collega Puerto Montt con Villa O’Higgins, voluta dal dittatore Augusto Pinochet, la cui costruzione è cominciata nel 1976 ed è terminata nel 1996. Percorso per niente banale e subito appena scesi dal primo traghetto per superare un camion metto la ruota anteriore dentro una buca enorme con conseguente fondo corsa della forcella. La moto risulta robusta è solo un spavento ma mi fa capire subito che devo tenere la concentrazione ai massimi livelli. Secondo traghetto e altro ripio questa volta molto piu’ lungo e affascinate. Si attraversa una foresta con rigogliosa vegetazione e insetti enormi. C’e’ tanta polvere quindi ognuno va per i fatti suoi. Capisco subito che il Tiger funziona bene e tenendolo a velocita’ tra i 70 e gli 80kmh la sento bene e mi diverto pure. Ogni sera ci aspettano bellissimi hotel con cene per tutti i palati a costi decisamente europei. Sia in chile che in argentina si spende praticamente come da noi mi aspettavo meno, ma comunque non sono costi proibitivi.
30/12 La Junta – Coyhaique,
Scendiamo verso sud ed intercettiamo l’altro mito patagonico: l’Oceano Pacifico all’estremità di un profondo fiordo per proseguire ancora verso sud e ancora Ruta 7, in buona parte asfaltata fino a Coyhaique. Giornata riposante rispetto al giorno precedente ma comunque ricca di emozioni. Paesaggi molto intensi il Tiger tira che è una meraviglia e i consumi sono costantemente intorno ai 21\22 km a litro così l’autonomia supera i 400 km ma Massimo la nostra guida ci fa fare benzina ad ogni occasione perchè ha grande esperienza di questi posti e sa che puoi trovare un distributore senza carburante o inspiegabilmente chiuso e allora minimo sono altri 100\150km fino al prossimo quindi molto meglio avere sempre grandi margini di sicurezza.
Patagonia 25. 31/12 Coyhaique – Puerto Guadal,
Probabilmente il tratto più spettacolare della Carretera Austral, viste magnifiche di una natura selvaggia e prepotente : alcuni vanno a vedere in barca la fantastica Catedral de Mármol (cattedrale di marmo) è una formazione minerale di carbonato di calcio che si trova lungo la costa del Lago Buenos Aires/General Carrera. Io che sono poco attratto dalla navigazione anche per poco tempo. Preferisco una escursione verso un ghiacciao, anzi alcuni ghiacciai, cascate e natura incontaminata a portata di sterrato. Faremo 85+ 85 km mentre aspettiamo che i nostri compagni tornano dalla escursione. Il bello dei tour organizzati da 77road è che ognuno puo’ interpretare la giornata come meglio preferisce, puoi anche girare da solo usando le tracce o creare piccoli gruppi oppure andare tutti dietro al tour leader. La cosa migliore è sicuramente miscelare le varie opzioni a seconda della giornata. Sempre lungo questo infinito lago troviamo il nostro bellissimo alloggio per la sera del 31\12 con annesso cenone innaffiato da vini Cileni. Per me che non sono un appassionato di abbuffate una cena perfetta in un luogo magico e soprattutto l’emozione di un capodanno senza sentire nemmeno uno (stupido) scoppio. Prima di andare a letto una vista ad un cielo stellato incredibilmente bello.
Patagonia 25. 01/01 Puerto Guadal – Gobernador Gregores (Estancia La Angostura), 02/01 Estancia La Angostura – El Calafate,
queste due tappe le ho messe insieme perchè madre natura ha deciso che non potevamo percorrere la ruta 40. La strada viene chiusa perchè allagata da una pioggia improvvisa e torrenziale, l’unico modo per andare ad El Calafate (e non possiamo mancare quel posto) è una deviazione pazzesca. Siamo costretti ad arrivare alla costa ovest fino a Puerto San Jiulian e poi tornare dall’altra parte a El Calafate. 1500km in due giorni. A parte i primi 100km circa costeggiando sempre il lago prima di uscire dal Cile di sterrato, tutta strada asfaltata e abbastanza scorrevole… ma la Pampa Argentina non è propriamente divertente anche se per me non priva di fascino. Iniziamo a vedere tanti Guanaco animali tipici in questo paesaggio che stanno in giro a farsi gli affari loro e che purtroppo spesso finiscono per essere investiti. Non esiste una cultura del rallentare se li vedi, i locali sfrecciano anche oltre i 120\130kmh facendogli il pelo e ne abbiamo visti purtroppo parecchi morti a terra. Si vedono anche parecchi Nandù strani volatili che non volano simili ai nostri tacchini. In questo “transfer” vediamo anche innumerevoli pompe per il petrolio evidentemente c’è parecchio greggio da tirare su da queste parti. Ogni passaggio di frontiera è abbastanza snervante per noi abituati all’Europa e al passaggio diretto. In questo lungo trasferimento provo anche l’emozione di bucare la ruota anteriore. Thomas il nostro meccanico al seguito fa di tutto per ripararla ma il buco e’ troppo grande, perde ancora, cosi la carichiamo sul pick up e mi faccio 170 km in auto. Al mattino dopo la ruota sara’ sostituita (ne avevamo in dotazione 2 per ogni misura di scorta) e qui capisco bene il valore di un viaggio con assistenza in un posto del genere. Dove ho bucato c’era per decine di km il niente piu’ assoluto.
Patagonia 25. 03/02 El Calafate – Parco Nazionale Los Glaciares (Perito Moreno)
Decido di rilassarmi dato che stiamo 2 notti nello stesso Hotel e la visita odierna la facciamo in Taxi anche per poter fare la lunga camminata senza abbigliamento da moto. La formazione di ghiaccio si estende per 250 km² e per 30 chilometri in lunghezza. È uno dei 48 ghiacciai alimentati dal Campo de Hielo Sur, facente parte del sistema andino, condiviso con il Cile. Questo ghiacciaio continentale è la terza riserva al mondo d’acqua dolce.
Prende il proprio nome dall’esploratore Francisco Moreno, un pioniere che studiò la regione nel XIX secolo e giocò un ruolo di primo piano nella difesa del territorio argentino nel conflitto sorto a causa della disputa circa il confine internazionale con il Cile.
La particolarità del Perito Moreno è che si tratta di un ghiacciaio in continuo e rapido movimento. Il fronte è formato da una lingua anteriore lunga circa 5 km che si staglia per oltre 60 m sul lago Argentino. Il movimento è dovuto all’esistenza alla base del ghiacciaio di una sorta di cuscino d’acqua che lo tiene staccato dalla roccia. A causa di tale movimento il ghiaccio avanza di circa 2 metri al giorno. Non esistono parole per descrivere una visione del genere. Essere lì davanti a questa massa di Ghiaccio rappresenta un momento davvero top di questo viaggio. Al mattino consegno una busta di bucato da fare che riprendo il giorno seguente, cosi’ facendo abbiamo viaggiato con molto meno carico di bagagli e possiamo cambiarci comunque tutti i giorni.
Patagonia 25. 04/01 El Calafate – Puerto Natales,
Riprendiamo la Ruta 40 e attraversiamo una delle regioni più desolate del Sud America, sparute estancia e rarissimi distributori di benzina. Rientriamo in Cile e riprendiamo la direzione sud sulla Ruta 9. Arriviamo abbastanza presto a Puerto Natales altro posto dove sostiamo due notti e possiamo concederci una bella camminata in questa interessante piccola cittadina comunque vivace e gradevole. Inizia a sentirsi il vento patagonico e alcuni partecipanti sono preoccupati. Per me che ho fatto tanti viaggi al nord Europa è una situazione ben nota e non preoccupante, ma capisco che chi non ha esperienza di guida con il vento può all’inizio rimanere un po’ scioccato.
Patagonia 25. 05/01 Parco Nazionale Torres del Paine,
nella regione cilena della Patagonia, è rinomato per le alte montagne, gli iceberg di colore blu che emergono dai ghiacciai e le pampas dorate, habitat naturale di animali i come i guanachi. La visita con tour ad anello nel parco è davvero molto bella. Si tratta di circa 300km per la maggior parte sterrati ma tenuti discretamente. A me sembra di essere in Norvegia. Alcuni dei siti più rappresentativi della zona sono le tre torri di granito da cui il parco prende il nome e le montagne a forma di corno chiamate Cuernos del Paine. Nota a margine abbiamo preso poca pioggia in questo viaggio. Intensa solo in due giornate e il mio equipaggiamento Rev.it si è confermato al top per la tenuta inoltre anche il continuo sbalzo termico in cui un attimo ci sono 8 gradi un attimo dopo 20\22 con un sole che scalda tanto mi faceva temere grandi sudate e poi sfreddate ma il mio completo Dominetor 3 non teme la situazione. Alle volte apro tutte le areazioni dopo un’ora metto il piumino sotto ma con semplici e ben studiate mosse ho avuto sempre il massimo confort e zero disagi. Vedere gli altri mettere e togliere l’antipioggia mi fa pensare ad una mia vita passata che spero di non dover rivivere. Troppo bello non dover far uso della tuta antipioggia.
06/01 Puerto Natales – Cerro Sombrero
Siamo sempre più a sud che qui vuol dire sempre più a nord perchè andiamo verso l’Antartide. Ad un certo punto a bordo di una “trasbordadora”, attraverseremo lo Stretto di Magellano e mettiamo le ruote delle nostre moto nella Terra del Fuoco! Inzia la strada verso la fine del mondo. Il passaggio sullo stretto è molto veloce e privo di contrattempi. Il paesaggio cambia di nuovo la Pampa è meno piatta e piu’ movimentata anche se la vegetazione resta poca e bassa.
Patagonia 25. 07/01 Cerro Sombrero – Ushuaia
Doveva essere un passaggio emozionante ma procediamo con ordine. La fine del mondo è totalmente diversa da come me la immaginavo: la vegetazione si fa rigogliosa corsi d’acqua da tutte le parti e fitti boschi. Inizia un passo (passo Garibaldi che non è il nostro Garibaldi) e in un attimo mi sembra di essere sulle alpi. Strada sinuosa e bellissima e con il sorriso stampato sotto il casco in un attimo ci troviamo a Ushuaia. Un nome esotico per me che mi gira in testa da quando ho iniziato tanti anni fa a sognare di viaggiare in moto. La citta’ e per me una delusione ma è normale che sia così. Tanti arrivano qui per dire ci sono stato e quindi ti ritrovi in una sorta di San Marino, ovunque negozi di souvenir e gadget di tutti i tipi, ristoranti per turisti tutto per turisti. Ma non importa per me conta esserci arrivato. Quindi ha prevalso decisamente l’emozione di esserci arrivato. Il Turismo non è necessariamente il male, va’ capito e vissuto dal lato giusto. Il fatto che sia diventata una attrazione turistica fà anche sì che ci siano alberghi confortevoli e strade ben tenute.
Patagonia 25. 08/01 Ushuaia
La 77road ha calibrato bene le soste e anche qui abbiamo il piacere di stare due notti cosi molti vanno a fare escursioni in barca per vedere i pinguini e orche marine chi invece preferisce riposare e passeggiare e chi come me che approfitta per altri 300 km di Ripio. Puerto Pirata e anche altre escursioni verso posti senza nome…alla fine ne esce una delle giornate paesaggisticamente e motociclisticamente parlando più belle. Facciamo scorrere per ore le ruote della Tiger su un fondo in alcuni tratti regolare in altri molto smosso e pieno di pietre esposte: spero tanto di non bucare e dover chiamare Thomas per dirgli “c’è un lavoro per te!”
Patagonia 25. 09/01 Ushuaia – Rio Grande
Iniziamo a vedere e pensare alla fine del viaggio. Prima di rifare il passo Garibaldi andiamo al parco Nazionale della Terra del Fuoco con tanto di stazione dove è possibile prendere il treno a vapore che veniva usato per mandare i detenuti a raccogliere legna nei boschi. Ci fermiamo a Rio Grande un classico paese di niente in mezzo al niente dove è interessante vedere come i locali trovano un modo per sopravvivere.
Patagonia 25. 10/01 Rio Grande – Punta Arenas
Un ultimo sforzo per rientrare sulla terra ferma, attraversiamo di nuovo lo stretto di Magellano e riconsegniamo le moto a Punta Arenas che è una citta molto grande e strutturata. Lasciamo le moto ad una logistica molto a sud sarà compito loro riportarle a nord. Un po’ di tristezza aleggia nell’aria, ma siamo tutti soddisfatti di aver portato a termine il compito e le moto pure sembrano soddisfatte anche se sembrano un po’ provate (ci sono state altre forature alcune forcelle perdono olio. Qualche bullone allentato etc.) niente che un bel tagliando non possa sistemare e poi saranno pronte ad accompagnare altre avventure.
Una nota sulla Tiger 900 la aggiungo. La mia aveva circa 60.000km di maltrattamenti sulle spalle eppure non ha perso un colpo, non ho mai rimpianto una maxi nel viaggio e sia elasticità che potenza si sono sempre dimostrate all’altezza di ogni compito. Molto interessante il fatto che sia una moto comoda per due, con ogni genere di gadget dal cruise control alla indicazione di pressione gomme (che mi ha avvisato della ruota bucata per tempo) . Selle e manopole riscaldate che in comune con la mia 1200 hanno un funzionamento non omogeneo. Le selle funzionano molto bene, le manopole al massimo scaldano un pochino. Ma mai abbastanza quando inizia a fare freddo sul serio.
Il sabato iniziamo le operazioni di rientro primo volo di 3 ore circa che si trasforma in 7 ore …restiamo 4 ore fermi dentro l’aereo per un problema tecnico non bene identificato. Vedo operai lavorare con attrezzi sull’ala sinistra. Ad un certo punto uno con un martello…percuote…l’ala. Non molto rassicurante ma arriviamo a Santiago sani anche se all’una di notte. Per fortuna avevamo prenotato un Hotel vicino all’aeroporto e il volo per Madrid è alle 13.10. Questi voli da oltre 10.000km sono per me sempre abbastanza traumatici anche se alla fine si sopravvive. L’ultimo è per Bologna, una volta attraversato l’infinito scalo spagnolo (con tanto di treno interno). Viaggio indolore fino alla riconsegna bagagli. A noi manca una borsa, ad un nostro amico pure. Nei giorni a seguire saranno rintracciate e ci arriveranno a casa.
Il rientro al lavoro traumatico e come ogni grande viaggio che si rispetti inizia pian piano a tornare a galla qualche ricordo in ordine sparso.
Un viaggio che è stato davvero intenso ma anche facile grazie alla impeccabile organizzazione. Veicolo di appoggio che portava anche i bagagli utile se non indispensabile. Per me che viaggio in coppia poter percorrere il ripido senza i bagagli ma solo l’attrezzatura da moto è stato un vantaggio enorme, sono sicuro che ce l’avrei fatta anche a pieno carico ma gli anni passano e la voglia di comodità aumenta.
Ora il mio prossimo target è la parte alta del Chile dato che ho avuto l’impressione che naturalisticamente parlando da questa parte ci sia più godimento per noi motociclisti.