Moto e potenza. Ecco la mail ricevuta da Marco
Concordo appieno con quanto scrivete.
Reduce, 15 anni fa, da un brutto incidente con una GSX-R1000, sono stato tutto questo periodo senza guidare alcuna moto (mi incutevano addirittura paura). Poi, andato in pensione, a 62 anni, per passare il tempo, mi sono comprato una piccola moto, una R3.
Mai scelta fu più felice. Poi, per sfizio, dopo 2 anni, acquistai una CBR 1000 usata. (150 kg vs 200 kg e 42 cv vs 192cv).
Beh, come assennatamente voi dite, su strada (nel misto stretto poi anche di più) vado decisamente più veloce con la R3 che con la CBR. Essendo più leggera mette più confidenza, è più facile piegarla in curva e ritirarla su. E in rettilineo entrambe le moto si equivalgono alla lunga (e comunque superano entrambe i 130 (CdS) di un bel pezzo. Poi con la R3 non si cade mai mentre con la CBR e i suoi “maledetti” 200 kg, talvolta al semaforo si può perdere l’equilibrio (e io tocco benissimo con entrambi i piedi).
Per cui: suggerirei che ognuno si trovi il giusto compromesso per se stesso (anche 70 cv possono andare bene – forse 42 sono un po’ pochini ma 200 non li si usa proprio mai in strada, credetemi!). E comprate una moto leggera, il più possibile per la categoria che preferite. Aiuta moltissimo.
Grazie dell’attenzione. Marco
Il parere di Motospia
Fa sempre piacere confrontarsi con altri motociclisti, ancor di più se si condivide un pensiero come quello sulle moto potenti. Come, personalmente, trovo molto bello che si riscopra la passione e si superino le paure dopo aver avuto brutte esperienze in sella. Ovvio che quando siamo in moto l’imprevisto (e l’incidente) può essere sempre dietro l’angolo: purtroppo a volte basta molto poco per farsi seriamente male. Però non abbandonare un amore e riprovarci è un ottimo passo.
Da istruttore federale posso dirti, caro Marco, che se il cuore ti ha spinto nuovamente in sella hai fatto bene ad assecondarlo. E mi piace molto anche il tuo percorso nel parco mezzi che presenti.
Anche io sono nato in sella ad una Kawasaki Z1000 (ah, i bei vent’anni) e , ringraziando il cielo, mi è sempre andata bene. Poi ho iniziato a divertirmi (ancor di più) in sella alla KTM 950Sm (che numeri che permetteva di fare quel mezzo!!!), ed oggi, ad oltre vent’anni dalla prima moto, mi godo in maniera appagante la mia Triumph Tiger 800.
La potenza non mi interessa più? No, ammetterei il falso. Mi piace salire in sella a mezzi dove il motore esprime tutta la propria cattiveria e testare in sicurezza tutti i cv presenti, ma da moto viaggiatore preferisco su strada una moto meno cattiva e più gestibile.
Lungi da me dunque demonizzare le moto potenti, ma sottoscrivo il tuo invito ad acquistare moto più leggere, più gestibili.
E’ vero che nella mia esperienza ho insegnato ad Harleysti a fare numeri tecnici con moto da oltre 300 kg (e che bravi che sono anche stati!!!!), ma effettivamente posso confermare che la maneggevolezza aiuta molto, soprattutto negli imprevisti.
Il peso della moto che si guida non è però tutto: in Italia manca ancora una vera cultura delle due ruote. Non solo siamo poco rispettosi degli altri utenti della strada (e loro lo sono poco con noi), ma soprattutto non esiste un’ educazione alla guida.
Ci affidiamo agli amici, ai ricordi di quando guidavamo il cinquantino da giovani, alla scuolaguida di paese con l’istruttore che non sale in sella da almeno dieci anni. Impariamo ad usare le marce e l’acceleratore, ma, anche nel momento dell’ esame pratico, non siamo mai messi di fronte a reali situazioni di emergenza.
E quando queste ci capitano non siamo in grado di gestire la nostra moto, potente o meno che sia, leggera o pesante. Toccare bene conta? Dipende. Se non sai cosa fare e come muoverti sul tuo mezzo in situazioni impreviste sì, assolutamente, è un aiuto ulteriore. Ma se hai una cultura alle spalle l’ importanza di alcuni fattori, come il toccare con entrambi i piedi o avere una moto leggera, cala. Ricordiamoci comunque che, oltre un certo angolo di inclinazione, non terremo su alcun mezzo, neppure se pesa 30 kg.
Personalmente vorrei incontrare sempre più motociclisti, a prescindere dal mezzo che usano, dai cv che esprimono, dall’utilizzo che fanno della moto, attenti a imparare a gestire bene ciò che hanno.
Mi piacerebbe trovare sempre più realtà che formano utenti sulle due ruote capaci di affrontare la strada, e non che semplicemente li mettano in condizione di prendere la patente e poi ciao, arrangiati. E soprattutto, utopicamente, vorrei che fossero le stesse case motociclistiche a proporre corsi di gestione del mezzo, in particolar modo per quelle moto da oltre 100cv.