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Moto, Africa, aiuti umanitari

Da appena un anno un gruppo di amici motociclisti ha fondato “In moto con l’Africa” a sostegno di “Medici Con l’Africa Cuamm” per gli aiuti umanitari. L’obiettivo in questo primo anno è stato quello di sostenere le spese che riguardano i trasporti. Nella maggior parte dei casi, infatti, per i trasporti in molte parti dell’Africa è obbligatorio l’uso di motociclette.  Risultano infatti gli unici mezzi utili per raggiungere i luoghi di cura o per portare i medici al capezzale dei malati.

I traguardi del primo anno

25.000 euro raccolti, 4 moto donate, 400 pieni, 1.500 passaggi in mototaxi

Il 2020 non è stato un anno facile e per gli amici motociclisti di “In Moto Con l’Africa”. Oltre alle grandi incertezze c’erano anche tutte le difficoltà di un’associazione che muove i suoi primi passi in un contesto non del tutto conosciuto. Il gruppo ha messo in piedi tante iniziative per raccogliere fondi. Ha contribuito anche Valentino Rossi che, tramite il suo Fan Club Ufficiale, ha regalato cappellino e t-shirt da lui firmati per organizzare un’asta che ha scatenato una vera e propria gara di solidarietà tra gli appassionati.

La generosità

La generosità di tanti amici motociclisti ha permesso a “In moto con l’Africa” di raggiungere il primo traguardo dei 25.000 euro per gli aiuti umanitari. Con queste donazioni sono state acquistate 4 motociclette offroad attrezzate e già consegnate al personale medico in Sierra Leone. Non meno importanti i 400 pieni di benzina per le motoambulanze dell’ospedale di Yirol in Sud Sudan e i 1.500 voucher pagati ai conducenti di mototaxi per far rientrare nel proprio villaggio le neo mamme e i loro bambini dall’ospedale di Pujehun in Sierra Leone. Con una piccola donazione di appena 6 euro è stata garantita un’andata e un ritorno dall’ospedale.

Sud Sudan inondazioni

La nuova sfida dei vaccini

Il 2021 probabilmente sarà un anno in cui l’asticella della sfida si alzerà. Un importante obiettivo è far arrivare i vaccini contro l’epidemia da Covid-19 nei luoghi più remoti dell’Africa. Purtroppo la gestione e l’organizzazione delle vaccinazioni mettono a nudo le debolezze di un sistema sanitario. Per prima cosa il vaccino deve arrivare a destinazione e ben conservato. Dalla capitale va trasportato nei punti vaccinali, negli ospedali e poi da questi ai centri sanitari fino ai villaggi. Serve, ovviamente, un sistema logistico che funzioni, non può essere interrotta la “catena del freddo” e devono essere costantemente garantite le temperature necessarie. Servono aiuti umanitari e tutti sono invitati a supportare il lavoro di tanti che ci credono.

Le motociclette e i volontari avranno un ruolo cruciale nell’accorciare le distanze e “In Moto Con l’Africa” sicuramente riuscirà a fare la sua parte. www.inmotoconlafrica.org.

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