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LFS GARAGE: Come nasce un sogno

Mani sporche, lavori di fino e nuova tecnologia che incontra l’ artigianalità di una volta.

Un sogno che si realizza.

Quando e come nasce LFS Garage.

 

Chi di noi non si è mai perso nel dolce pensiero di mollare tutto e seguire il proprio sogno, quello che ti fa girare l’ adrenalina in corpo, quello che “aspetto solo il momento giusto e poi comincio”, quel sogno che culli così gelosamente e che ti aiuta nei momenti difficili?

Solo che per realizzarlo ci sta un passo enorme da fare, perché la paura è sempre che il sogno non regga l’ impatto con la realtà.

Ecco, Luciano quel passo nel buio l’ ha fatto, ha mollato la sua vita di ogni giorno e si è dedicato a realizzare il proprio desiderio diventando un artigiano customizzatore molto apprezzato e conosciuto nella varie community.

Ci racconti come è nato LFS Garage?

LFS GARAGE nasce moltissimi anni fa, nella mia testa. Da bambino ero il meccanico del quartiere che aggiustava le biciclette ai miei amici, a 14 anni ho adattato il primo “cinquantino” che diventava 80cc con carburatore maggiorato e scarico rumoroso ed ho fatto le prime modifiche estetiche ad un mezzo a due ruote.

A 20 anni, dopo il servizio militare, comprai per pochi soldi due moto incidentate da un amico meccanico, una 125 e una 350cc: da queste due ne ricavai un ibrido funzionante ma anche naturalmente bella, telaio e motore del 350 e parti di carrozzeria del 125. La verniciai nero e arancio, i miei colori preferiti.

Poi seguirono tanti anni di duro lavoro in fabbrica, 10/12 ore al giorno, dall’officina meccanica come tornitore e fresatore, passando per il controllo qualità, per poi approdare in ufficio tecnico prima come disegnatore poi come progettista ed in fine technical manager ma in un settore completamente diverso, quello di valvole e rubinetti.

Se abiti in Val Trompia é normale, qui si lavora sempre, è un polo produttivo importante della provincia di Brescia che non si ferma mai.

Per 32 anni ho fatto il dipendente con il sogno nel cassetto. Poi la svolta.

Il vero LFS GARAGE nasce nel 2016 con i primi pezzi realizzati sulla mia Triumph Bonneville. Arrivano i primi riscontri positivi sui social e nascono dunque i primi progetti e prototipi, le cose piacevano anche ad altri e non solo a me, ed io mi divertivo. In 5 anni c’è stato un susseguirsi di nuovi progetti e miglioramenti di quelli già realizzati, alla ricerca della perfezione ma sempre realizzati in modo artigianale.

Non vedevo l’ora di terminare le 9 ore di lavoro in azienda per catapultarmi in garage a lavorare sui miei prodotti! Nel 2020 la svolta del cinquantenne, ho mollato il lavoro da dipendente e ho deciso di buttarmi in questa avventura, l’ LFS GARAGE

LF sta per Luciano Favalli e S per Sabrina perché senza di lei LFS Garage non sarebbe mai nato.

Cosa ti ha spinto verso il mondo della customizzazione artigianale?

La grande passione per le moto innanzitutto. Poi ho cercato di mettere insieme le esperienze di tutta la vita: disegnare, progettare, costruire oggetti, ripararli o recuperare qualcosa di vecchio per farci qualcosa d’altro. Ma anche lo studio dei materiali, la fotografia, la meccanica, l’informatica. Partire da un’idea, realizzare un progetto, realizzare un prototipo, condurre test, ottimizzare la produzione… Insomma, realizzare qualcosa che non c’era e saperla proporre per poterci ricavare qualcosa per vivere serenamente.

Cos’è che preferisci creare e perché?

Prodotti che nessuno fa, prodotti ineguagliabili come i cupolini personalizzati.

Ogni pezzo è senza eguali e chi lo riceve ha una cosa che è stata realizzata per lui, sulla sua richiesta, e che nessun altro avrà. Un pezzo che renderà la propria moto unica.

Se devo scegliere tra tutto ciò che faccio, adoro realizzare, oltre appunto ai cupolini, le cinghie serbatoio in acciaio e cuoio.

La situazione più assurda nella quale ti sei trovato?

Non saprei, ce ne sono molte, la gente è strana e io ho le mie idee: purtroppo a volte ci sono persone che non hanno rispetto per il lavoro artigianale.

Un giorno un ragazzo mi invia un’immagine, scaricata dal mio sito, delle tabelle laterali per Ducati Scrambler, e mi chiede come poteva montarle.

All’ inizio non capivo la richiesta: sapevo che non le aveva acquistate da me (registriamo tutto quello che realizziamo e sappiamo a chi lo abbiamo venduto).

Piuttosto seccato mi scrive che aveva acquistato su Ali Express un modello “simile” ma non gli avevano fornito le viti e le istruzioni. Inoltre le piastre di fissaggio non erano adatte alla sua moto. Il ragazzo aveva quindi pensato che, essendo le nostre tabelle “simili”, avremmo potuto fornirgli le misure delle viti necessarie.

In tutto questo messaggi senza un “buongiorno”, un “per cortesia” e nemmeno “grazie”.

Gli ho fatto notare che non lo aveva acquistato da me e che i miei clienti ricevono tutto il necessario, ma alla fine ho comunque dato tutte le informazioni che gli servivano. Lui sparito nel nulla senza una risposta.

Cosa significa per un motociclista lasciare il proprio lavoro per realizzare il proprio sogno?

Penso che questo valga per tutti, non solo per un motociclista: cito uno a caso di nome Confucio che diceva “scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno in tutta la vita”.

Ho impiegato 32 anni per mettere in pratica questa massima.

Cosa cambieresti di quello che fai e cosa proprio invece, nonostante tutto, non ti piace? Ma anche quell’ aspetto del tuo lavoro che non scambieresti con nulla al mondo?

Il mio lavoro è sempre in evoluzione. Se c’è una cosa che non mi piace fare non la faccio, mi concentro su quelle che mi attraggono e che mi riescono meglio, su quelle cose che mi danno più soddisfazione. Cerco di migliorarle, con nuove tecniche e nuove attrezzature. Se avessi più risorse ci sarebbero già altre 1000 idee da sviluppare. Un po’ alla volta lo farò: si continua ad investire e ci si pone sempre nuovi traguardi.

La parte del mio lavoro che non scambierei con nulla al mondo è essere capo di me stesso e del mio tempo, il potermi gestire, organizzarmi per fare quello che voglio fare e ritagliarmi degli spazi per godermi la moto.

Hai un brand, un customizzatore, uno stile a cui ti sei inizialmente ispirato?

No, nessuno in particolare. Non vorrei sembrare presuntuoso, io sono fatto così. In genere butto lì un’idea, di solito a tarda sera, poi la mattina la riguardo, la modifico, la sviluppo e passo subito al progetto CAD, verifico la fattibilità e realizzo un prototipo. A volte ho realizzato pezzi che non ho venduto ma mi sono serviti come esperienza per svilupparne altri.

Spesso mi arrivano richieste tipo: “non potesti farmi un cupolino come quello della X?”. Rispondo sempre cercando di essere il più diplomatico possibile, spiegando che ho i miei design, i miei progetti e non copio quelli degli altri. Se non piacciono i miei non è un problema, il cliente può prendere quello di X.

Come ci si difende da piccolo creatore dagli imitatori?

Innanzi tutto si chiedono consulenze a professionisti (abbiamo un avvocato di fiducia): FATTO!

Poi si registra il marchio, è una pratica abbastanza costosa ma direi obbligatoria: FATTO!

Se qualcuno mi vuole imitare che lo faccia (senza copiare il logo ovviamente) la cosa mi renderebbe ancora più orgoglioso di quello che realizzo, ma si ricordi che dietro LFS Garage non c’è solo il prodotto, c’è anche un servizio.

Lavorare artigianalmente in epoca digitale. Quanto incidono i social nel tuo lavoro e quanto tempo occorre investire. La brand reputation conta davvero?

A 12 anni nel 1983 acquistai il mio primo computer, in seguito imparai ad assemblare PC, l’informatica è stato una delle mie grandi passioni. I social sono arrivati in questo secolo, dal 2008 sono entrato nel mondo social che per il nostro lavoro è fondamentale: quindi via a gestire Facebook, Instagram, Pinterest.

Si investe tantissimo tempo: non solo per il tempo che trascorri online, ma anche per realizzare fotografie e video da pubblicare sui social e sul sito web, è un parte fondamentale del lavoro.

Brand reputation e sua importanza? Assolutamente SI! Una recensione negativa ti può rovinare, 100 positive sono normali.

Noi di LFS Garage puntiamo molto sul servizio che diamo ai nostri clienti, perché loro sono la nostra reputazione.

Fai tutto da solo?

No, non potrei mai farcela da solo. C’è Sabrina, la mia compagna di vita e la “S” di LFS GARAGE. Lei è impegnata tutto il giorno tra forniture di materiali, organizzazione delle spedizioni, sviluppo e aggiornamento del sito internet e soprattutto sui social. Inoltre segue la parte legale e tanti altri aspetti di LFS Garage.

Sabrina, anche lei motociclista, è basilare per il mio sogno: è la mia consulente per nuove idee! Chiedo sempre la sua opinione sui nuovi prodotti e/o nuove versioni di prodotti esistenti, valutiamo tutto insieme in sinergia assoluta.

Tre consigli che daresti a chi, come te, volesse provare a realizzare in ambito motoristico il proprio sogno. E quali compromessi, invece, suggeriresti di non accettare mai.

1) Sii te stesso, sii coerente

2) Impegnati al massimo

3) Credici!

Mai “vendersi” ai “grandi” pensando al guadagno, prima c’è la passione per quello che fai anche se guadagni meno stai sereno e goditi quello che fai.

Levati un sassolino dalla scarpa….

Li ho già tolti tutti quando mi sono licenziato dal posto fisso ora cammino bene

Raccontaci della tua esperienza migliore nata grazie al tuo lavoro ed hai rapporti umani che ne sono scaturiti.

Ci son tantissime fantastiche esperienze vissute grazie a LFS Garage. Spesso i nostri clienti diventano amici e ci seguono e sostengono sui social, ci inviano foto delle loro moto, dei loro viaggi, ci chiedono consigli. Insomma nasce un rapporto unico e di grande soddisfazione per entrambi.

Ti racconto un episodio in particolare: Sergey un amico della Siberia (a 6.000 km da noi) che aveva acquistato alcuni prodotti, nel 2019 è venuto in Italia. Ha noleggiato una moto e lo abbiamo portato in giro per 3 giorni: Franciacorta, laghi e valli bresciane, pianura padana. Il terzo giorno ci ha confessato di non aver mai fatto così tante curve in vita sua, era ESTASIATO! Ora lo aspettiamo per il prossimo Tour in Italia, speriamo presto.

Meglio le donne o gli uomini come clienti? E perché?

Meglio i motociclisti/e! Uomini o donne che siano non faccio distinzione purché abbiano la moto.

Il “problema” arriva quando chiama l’amico/a fidanzato/a che vuole fare un regalo personalizzato: fidatevi, non si fa!!! Un prodotto per la moto, soprattutto se personalizzato, lo può chiedere solo il proprietario del mezzo, uomo o donna che sia.

Cosa cambia secondo te nel rapporto personale tra te e il cliente rispetto all’ organizzazione aziendale che ha un grande brand nel rapporto con il consumatore finale?

Io cerco di capire quale sia il prodotto migliore per il cliente, non quello che mi farà guadagnare di più.

Credo che l’empatia sia fondamentale per un artigiano: capire cosa desidera il proprio cliente è l’unico modo per farlo felice.

Se lui è felice tu sei soddisfatto e dormi sereno.

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