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Grandi spese Ducati per la nuova concessionaria di Milano, collocata nella vecchia sede rinunciata da BMW moto

Solo qualche settimana fa vi abbiamo accennato della novità #scramblerhashtag, il nuovo modello del piccolo Scrambler che si potrà comprare solo online.

Incuriositi abbiamo chiesto alla Casa di Borgo Panigale più notizie: sul modello, sulle modalità di vendita, ma soprattutto sui target che si sono dati per #scramblerhashtag.
La risposta della Casa, laconica quanto sfuggente: “è un’iniziativa che non sarà disponibile per il mercato italiano”. Non abbiamo dato seguito, di proposito.

Sappiamo tutti che lo scorso anno Ducati ha realizzato il proprio record storico di moto prodotte, e dicono dalla casa che mai così tante Ducati sono state prodotte tra gli stabilimenti italiani e quelli tailandesi: parlano però di solo 420 moto in più rispetto al 2016, che ben potrebbero essere riconducibili ad una forzatura nelle vendite in Italia alla fine del 2017 sui concessionari italiani. In particolare, è plausibile osservare che queste poche centinaia di moto siano state assorbite dalla nuova concessionaria milanese che ha aperto di recente nello stesso building che fu scelto anni fa per BMW Motorrad Milano. La persona che ha scelto la nuova sede milanese DUCATI oggi dirige il marketing e le vendite globali di Ducati, mentre anni fa scelse lo stesso immobile per BMW essendone il responsabile per l’Italia dell’area moto.

Non entriamo nel merito dell’opportunità di utilizzare uno spazio rinunciato da BMW Motorrad, ma rileviamo che la proprietaria dell’immobile è la società Annex costituita nel lontano 1997, sede prestigiosa ma capitale sociale vicino al minimo di legge (€10.300), detenuta da 5 soci: il 99,03% intestato ad una fiduciaria, per il restante 0,97% diviso tra 4 persone, con quote da 25 Euro ciascuno, tra cui coloro che rivestono posizioni di vertice.

Una struttura societaria comune, ma la domanda è se nel Consiglio di sorveglianza di Audi (quello che ha posto un veto alla cessione di Ducati ) sono a conoscenza di questo fatto?

Quindi mentre non possiamo mettere in discussione il record, possiamo serenamente affermare che non si tratta di una crescita importante, piuttosto di un consolidamento. Ma come, un consolidamento quando il mercato globale cresce? L’abbiamo già scritto (link), consolidare un bilancio che produce utili non adeguati alle attese del padrone, è da considerarsi un fallimento commerciale, ma visto che siamo in Italia nessuno sarà responsabile.
Ma torniamo alla nostra #scramblerhashtag. Apprendiamo che in pochi giorni hanno deciso di cambiare rotta e venderla anche da noi. Ci sembra una politica commerciale “a singhiozzo”.

Come si acquista: prenoto #scramblerhashtag online, pago sempre online una caparra alla Ducati di 500 Euro e poi mi reco dal concessionario che mi indica la casa (questo non è normale, il cliente dovrebbe scegliere il concessionario più vicino o il più simpatico, mentre è probabile che i clienti, se dovesse scegliere la casa, vengano indirizzati al concessionario più esposto nel caso migliore, mentre, nel caso peggiore alla concessionaria in sintonia con chi decide in Ducati) e nella concessionaria indicata da Borgo Panigale pago il saldo (6.490 Euro + immatricolazione e messa in strada) e con un po’ di fatica ho la nuova moto.

In sintesi estrema si cerca di vendere un prodotto a fine ciclo, che non ha mai avuto un successo significativo da noi nella versione 400cc, al 10% di sconto (di solito i concessionari lavorano con un margine lordo del 15%) con la promessa di un buono da spendere in accessori e parti speciali, vendute a caro, anzi carissimo, prezzo.

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