Enduro. Mi sono imbattuto in una delle tante raccolte firme sul salviamo l’enduro e da qui mi sono partite in testa tante idee. Intanto nella parola enduro ci sono tanti modi di vivire in motociclismo dove la strada finisce: ci sono quelli con i mono super light che vogliono semplicemente tribolare il più possibile in percorsi il più difficili possibile, ci sono quelli che con una dual vogliono esplorare serenamente il paesaggio e cercare un po’ di tranquillità e ci sono anche quelli con le maxi pluricilindriche che cercano soprattutto strade bianche o comunque percorsi non troppo impegnativi per poter viaggiare e arrivare alla meta anche in due.
Io sicuramente faccio parte delle ultime categorie, ma ho massimo rispetto per chi fa enduro “Vero”. Il problema è che spesso da questi nascono i problemi perché vanno su strade vietate o su strade aperte al normale traffico privi di assicurazione (spesso anche di targa) con lo scarico aperto (che sintonia puoi creare con la natura arrivando nel bosco con un simile rumore?) e soprattutto sfrecciando a cannone.
In sostanza è lo stesso problema che abbiamo su strada, molti hanno in corpo un’anima da pilota ma invece di andare a competere e sfogare la propria competitività in pista approcciano al fuoristrada.
Cosi anche nell’off road disimpegnato o alle cavalcate te ne vai tranquillo per i fatti tuoi e ti sorpassano correndo e facendoti correre rischi inutili da tutte le parti… accelerano davanti a te in modo da spararti sassi. E impennano. Sì si impenna che è una meraviglia. Anche a me piace impennare, sia su asfalto che in sterrato, ma cerco sempre di farlo dove non mi vede nessuno perché l o faccio per me…e lo faccio per divertirmi non per farmi fare i complimenti.
In mezzo a questa breve panoramica sull’enduro moderno e le sue sfaccettature viene fuori la FMI.
Praticamente se vuoi organizzare un evento devi affiliarti alla FMI o a qualcosa di alternativo, ma la FMI va per la maggiore. Vuoi iscriverti? Allora ti vendiamo la tessera.
Perché’ dovrei fare la tessera ad una federazione che dopo oltre 30 anni di moto non mi ha mai rappresentato?
La FMI dice di combattere al nostro fianco per i nostri diritti. Bene io non ho mai avuto realmente questa percezione. Perché devo spendere circa 50 euro per una tessera che per me non rappresenta niente? Per l’assicurazione? Ce l’ho già anzi normalmente ne ho 3: quella della moto, quella della mia RC moto e una ulteriore.
FMI ingolosita anche dall’enduro
Ho l’impressione che nel tempo la FMI si sia ingolosita e voglia essere presente in modo quasi esclusivo dove girano i soldi.
Tornate in pista… serve la tessera. Campionati in pista dove non si fa selezione sul valore dei piloti ma si mettono insieme discreti manici a gente alle prime armi: l’importante è pagare il posto in griglia. Nel fuoristrada sembra che stiamo intraprendendo la stessa strada. Se hai la tessera partecipi e magari ci sono eventi che hanno anche percorsi abbastanza complicati, ma allora perché non trovare il modo di separare i partecipanti per livello? No basta pagare la tessera.
Non è che la FMI stia pensando, in collaborazione con la politica, di creare delle mini riserve indiane dove far “divertire” gli enduristi o aspiranti tali, a patto di essere tesserati paganti?
L’Enduro in tutte le sue sfaccettature potrebbe rappresentare una grande opportunità economica per tutta l’Italia. Abbiamo territori di tutti i tipi e ci sarebbe spazio per enduro racing come tanto Adventouring ma la FMI a parte la tessera cosa fa?
Ha messo su un regolamento in cui agli eventi ci deve essere la monotraccia, cioè principianti medi, piloti, e magari veri piloti tutti insieme. Questa non mi sembra la strada per perseguire la sicurezza. Io dalla FMI mi aspetterei vere prove fonometriche ad ogni evento da lei patrocinato, sensibilizzazione estrema sul rispetto del territorio e di chi ci vive perché spesso durante gli eventi i “locals” vengono tenuti in scarsa considerazione.
Capisco che la materia è vastissima e che presti il fianco a tante interpretazioni ma io vorrei tanto essere smentito dai fatti e trovare il modo di riconsiderare la FMI come un ente che mi rappresenta e che fa gli interessi della macro categoria di cui faccio parte da tanti anni:
i motociclisti