Un concessionario Ducati USA nel 2013 ha ideato una campagna pubblicitaria anti sessismo. Oggi, forse riportata a galla sull’onda del movimento “Me Too”, sta facendo discutere molto gli appassionati.
Il concessionario Ducati MotoCorsa, di Portland, nell’Oregon (USA), ha ideato nel 2013 una campagna pubblicitaria anti sessismo per certi versi shoccante. Ma che oggi, forse anche sull’onda del clamore anti sessismo creata dal movimento Me Too, sta facendo di nuovo il giro del mondo via social.
L’idea della concessionaria MotoCorsa era semplice ma efficace: contrapporre le foto della classica iconografia donne sexy/moto, da sempre utilizzate per attirare l’attenzione dei motociclisti (uomini), a scatti in cui gli uomini assumono le stesse identiche pose e lo stesso abbigliamento (tacchi compresi) della modella di turno. L’intento è chiaramente quello di ridicolizzare l’uso del corpo femminile come strumento per attirare l’attenzione.
Una modella professionista contrapposta ai dipendenti del punto vendita di Portland.
Il servizio fotografico è stato realizzato con la modella professionista Kyle Lewallan e con i dipendenti del punto vendita MotoCorsa di Portland. Bisogna dire che l’iniziativa dell’intraprendente concessionario ha centrato il suo scopo. Innanzi tutto ha fatto parlare di sé a tal punto da finire anche sulla stampa USA non specializzata. Ne ha scritto addirittura anche l’edizione online dell’Huffington Post. Giornale che normalmente si occupa di politica ed economia.
E oggi se ne sta parlando di nuovo in tutto il mondo, soprattutto attraverso i social. Abbiamo infatti intercettato alcune discussioni sul tema pure in Italia, in diverse pagine facebook dedicate alla lotta al sessismo. E a leggere i commenti, sembra che alle donne sia piaciuto quest’uso “ribaltato” dello stereotipo donna sexy/ motocicletta.
Fotografando i dipendenti del punto vendita in abbigliamento e pose “sexy” identiche a quelle solitamente richieste alle modelle delle campagne pubblicitarie, Motocorsa ha decisamente ridicolizzato l’uso del corpo femminile come oggetto.