Bisogna far slittare la Euro 5 per salvare il mondo moto

La progressione stabilita dai legislatori europei per l’introduzione della Euro 5, già iniziata quest’anno per le nuove omologazioni, dovrebbe  slittare come conseguenza della crisi mondiale creata dal coronavirus. Questa è la prima richiesta ai governi UE da parte delle associazioni dei costruttori.

 Sapevamo già che tutti i costruttori erano fortemente impegnati (ed economicamente esposti) per adeguarsi alla nuova normativa Euro 5. E sappiamo già che, almeno in ambito nazionale, ANCMA ha già fatto notare che quando le concessionarie potranno riaprire si troveranno piene di moto Euro 4 che non potranno più vendere. La norma infatti prevede che per il 2020 si potessero ancora vendere le moto Euro 4 omologate prima dell’1 gennaio 2020. Ma dall’1 gennaio 2021 quelle moto, tranne alcune eccezioni, non potranno più essere vendute e immatricolate. Questo causerà un danno molto consistente a tutta la filiera (produttori moto, produttori componentistica, concessionari).

E c’è anche da considerare che in questo momento sono chiuse praticamente tutte le industrie moto nel mondo. Questo sta sicuramente rallentando il processo di sviluppo dei nuovi modelli Euro 5 che dovevano sostituire gli Euro 4.

La situazione sta diventando così insostenibile da sollecitare prese di posizione ufficiali da parte delle associazioni del costruttori (in Italia si sta muovendo l’ANCMA, ma anche a livello europeo ci sono già state prese di posizione da parte dell’ACEM, l’Associazione europea dei costruttori di motociclette).

In sostanza si chiedono due cose. Innanzi tutto aiuti economici per il sostegno di tutta la filiera. E poi si sta cercando anche di ottenere da parte della UE lo slittamento di almeno un anno delle scadenze previste dalla Euro 5. In pratica si chiede di poter produrre Euro 4 fino almeno a giugno 2021 e di poterle vendere almeno fino a tutto il 2022.