Motospia

Anna Sappino, campionessa di enduro

Tra i vigneti di Erbaluce e la collina morenica della Serra, un cane – Spooky – molto amico di un gatto – Small – (che chiamano BigSmall) tengono sotto controllo con notevole interesse un acquario pieno di pesciolini Questi piccoli esserini – coperti di scaglie e dotati di pinne – piacciono tanto a Mattia, il bimbo di Anna Sappino, nove volte campionessa italiana di enduro femminile. A Cavaglià, in provincia di Biella, questa dolce mamma in tempi “non Covid” lavora in una palestra ma da mesi, ormai, aiuta suo papà in campagna.

È la campagna con le sue asperità, i suoi profumi e i colori d’incanto che probabilmente ha da sempre ispirato Anna a buttarsi a capofitto nel suo sport preferito.

Anna Sappino è l’orgoglio nazionale per l’enduro femminile e, diciamolo pure, è una mamma, una moglie e una motociclista – oltre ad essere una campionessa – che rende orgogliose tutte quelle donne che a lei si ispirano per fare sempre meglio in questo sport duro e complesso. Cross, enduro, trial, enduro estremo… difficile districarsi tra le specialità, legate tutte da un filo invisibile, l’ambiente naturale intorno a noi. Ho incrociato Anna virtualmente, il Covid ha rubato a tutti noi la splendida risorsa del conoscersi, del godere della presenza dell’altro. Per fortuna i social ci vengono in aiuto e mediano un po’ questo nostro bisogno di mobilità e socializzazione.

Anna, sin da piccina sulle due ruote? Come hai cominciato?

Io ho cominciato tardi ad andare in moto, i miei genitori non volevano… così la prima moto è arrivata a 16 anni, grazie ad una promozione inaspettata… Una bellissima Aprilia Rx 125 per andare a scuola, che è stata sostituita con una Yamaha da cross, ai 18 anni. Da lì ho incominciato a scorrazzare per le piste, approdando al campionato italiano femminile, con le prime gare e i primi capitomboli… Parliamo degli anni 90… ai tempi della Stefania Baù.

Due tempi o 4 tempi? Cos’è meglio per te?

Inizialmente, nelle mie stagioni da crossista, ho guidato solo 125, 2 tempi. Prima ho guidato Yamaha, poi Honda. Passata all’enduro mi sono lanciata con i 250 4t, prima KTM e poi Honda. Dopo la nascita di Mattia però ho le ho trovate troppo pesanti per il mio grado di allenamento (ed età…) e sono tornata alla guida dei 2 tempi, più agili e leggere. Adesso ho una beta 200 bellissima, di cui sono pazzamente innamorata. 

Come sei approdata all’enduro?

Un infortunio, brutto e lungo … che mi ha lasciato senza moto per diversi anni. Al mio rientro la compagnia del Cross si era sciolta e non avevo più nessuno con cui andare a divertirmi… Poi al lavoro ho conosciuto un endurista che mi ha portata fuori strada! E lì è partita la mia avventura! Arrivavo dal cross e le difficoltà iniziali erano gli ostacoli naturali che si potevano trovare in trasferimento. Mi terrorizzava l’idea di trovare un tronco sulla mia strada… Poi ho imparato che tutto si supera, con tecnica, determinazione e un po’ di coraggio…

Nove volte campionessa italiana di Enduro femminile. Chi è stata la tua più temibile avversaria?

L’enduro non è uno sport di contatto… l’avversario è il tempo… vice il pilota che commette meno errori e non sempre è quello più veloce.

A volte il peggior nemico…sei tu, con le tue ansie e le tue paure. 

Da cosa è nata l’idea del Lady Enduro project?

Dopo la Sei Giorni in Francia, del 2013 mi resi conto che le enduriste stavano aumentando di numero e di livello. Erano sole, lasciate allo sbaraglio, poco seguite dai motoclub e dalla federazione stessa. Le ragazze hanno delle esigenze un po’ diverse dai colleghi maschi, sia nella preparazione che in gara. Così insieme al presidente del mio motoclub Alessandro Dario, abbiamo deciso di fondare la prima squadra corse femminile, con una struttura che potesse avvicinare “le Pilotesse” al mondo delle gare. Poi col tempo ci siamo evolute… adesso organizziamo corsi di guida per bambini e neofite fino alla preparazione ed assistenza per le atlete più ambiziose.

Anna Sappino
Cosa diresti alle ragazze che hanno voglia di cimentarsi con questo sport?

Per fare enduro… bisogna avere la testa dura!!! Poi occorre tecnica, velocità, esperienza. Queste competenze si possono ottenere con tanto duro lavoro, ma senza un po’ di sana cocciutaggine non si va molto lontane… La determinazione fa molto di più di molti muscoli potenziati in palestra! Mai mollare!  E se si vuole imparare, senza spaventarsi o rischiare di prendere una facciata alla prima uscita, bisogna incominciare dai primi rudimenti e affrontare gli ostacoli in modo graduale, senza esagerare. Quindi fondamentale uscire con compagni di giro pazienti e giudiziosi.

Cos’è per te l’enduro?

L’enduro è di per sé uno sport speciale. Qui si impara ad affrontare ostacoli e si cerca di superarli con le proprie forze. Se non si riesce, c’è sempre la compagnia della spinta che ti tira su…

Dove trovi una palestra di vita migliore di questa?

 

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