Motospia

ANNA, NEOMAMMA A TUTTO GAS

Diventare madri non significa sempre e solo rinunciare alla moto, ma anche creare dei momenti con la figlia che verrà

Nella vita di una donna, la maternità è una tappa molto importante. Altrettanto importante è la persona con la quale condividere questo particolare momento, per non parlare del percorso fatto assieme. Anna, una ragazza come tante, forse ha qualche nota sopra le righe, ma ha fatto cose che noi non avremmo nemmeno osato pensare.

Anna, quando è nata la passione per i motori?
Credo di averla nel DNA! Mio nonno e mio padre hanno avuto moto, ma non le ho mai viste in casa. A 13 anni al posto del “Cioè” compravo “MotoSprint” e avevo la camera piena di poster di moto. Dopo aver letteralmente sfinito mio padre, dopo anni di “voglio la moto”, per i miei 18 anni mi regalò un Monster 600 a carburatori nuovo splendente…un pazzo!

E quando è nata la passione per la pista?
Dal 2004, anno della sua nascita, seguivo assiduamente il Trofeo Motocicliste, sognando un giorno di potervi partecipare. Quelle donne che sfrecciavano a folle velocità, che accarezzavano i cordoli ginocchio a terra, erano un richiamo irresistibile. Dopo un corso di guida con la 76 Racing Team nel 2007, che mi fece assaporare la prima “grattuggiata di ginocchio” (anche di un grave incidente del mio compagno) ho deciso di sfogare la passione solo in pista.

In pista hai vissuto tante emozioni e una dichiarazione di matrimonio ai limiti della favola.
In effetti la pista (soprattutto il Mugello) ha fatto da “scenografia” a tantissime nostre avventure, esperienze veramente indimenticabili. La dichiarazione di matrimonio in realtà l’ho fatta io a lui, ispirandomi a Pink quando la fece al suo compagno crossista Carey Hart.
Il giorno del nostro quinto anniversario, durante il pareggiamento del mio compagno Jonathan , mi sono messa sulla torretta con una tabella, solitamente usata per comunicare al pilota tempi e posizione, con la fatidica domanda.
L’ho poi aspettato in pit-lane (io e altre 200 persone presenti alla manifestazione, che nel frattempo erano state avvisate con l’altoparlante) e lui, ignaro di tutto (mentre girava non aveva notato la tabella), non ha potuto altro che dire di si!
Sono passati altri 5 anni e non abbiamo ancora deciso una data.

Quest’anno tuttavia è piuttosto diverso da tutti gli altri, e hai fatto una piccola follia a Le Mans.
A Le Mans ho disputato una gara della Women’s Cup, campionato francese dedicato alle motocicliste, durante l’evento della 24 ore, esperienza fenomenale.
Non sapevo ancora di essere incinta, non avevo nessun tipo di sintomo o problema tipico degli inizi di una gravidanza: il ritardo che avevo lo imputavo alla tensione pre gara, al periodo di preparativi concitati e di preparazione fisica che non avevo mai affrontato così intensamente.
Il giorno dopo il nostro ritorno, il test ha confermato che sul gradino più alto del podio eravamo già in due. In realtà, le prime a confermarmi sono state i nostri cani: una volta arrivata a casa, sono state mezz’ora ad annusare la pancia.

Hai ripetuto la stessa piccola follia al Mugello, ma è andata in maniera molto differente…
Al Mugello, il giorno del nostro decimo anniversario, ho voluto organizzare, con il fondamentale aiuto delle mie amiche e compagne di pistate, un “Gender Reveal”, tipica americanata dove si scopre il sesso del nascituro con qualcosa di plateale e scenografico: tema ovviamente motociclistico. E’ stato assolutamente divertente ed emozionante, anche noi l’abbiamo saputo nel momento della “fumata rosa”!

 

Parlando di gare, dalle prime esperienze nella coppa femminile FMI alla WomenCup 2018, le emozioni sono sempre le stesse? Cosa è cambiato?
E’ cambiato tantissimo. Quando feci il trofeo femminile, era da appena un paio di anni che frequentavo i circuiti, dovevo ancora fare tanta esperienza, sia a livello di guida ma soprattutto emotivo. Sentivo troppo la tensione della gara, e l’ho vissuta veramente male. Non era un divertimento bensì uno stress. Un’altra problematica è stata la costante mancanza di budget, motivo per cui ho preferito le prove libere con i pareggiamenti. Quest’anno a Le Mans mi sono voluta rimettere alla prova, e oltre ad essere molto più esperta, ho affrontato la competizione con una testa molto diversa, con serenità e consapevolezza, con la voglia di fare il mio meglio senza troppi patemi; questa tranquillità mentale mi ha permesso anche di affrontare con determinazione e grinta gli “intoppi” che mi sono successi, stupendo per prima me stessa!

L’arrivo della bimba pensi come modificherà la sua visione del mondo delle moto e come?
L’attesa della bimba è stata una grande sorpresa, non nego che all’inizio sia stato quasi uno shock. Avevo tanti progetti e appuntamenti per quest’anno, che ovviamente sono rimandati. Io non vedo l’ora di ritornare in sella, e farò di tutto per farlo al meglio la prossima stagione. Sicuramente le cose cambieranno molto, ma con un po’ di impegno e organizzazione, sono convinta di poter conciliare al meglio la figura mamma-pilota.

Cosa pensi di quei genitori che caricano di aspettative i propri figli alla ricerca del massimo risultato? Cosa provi vedendo certe scene?
E’ giusto spronare e supportare i propri figli per affrontare al meglio le loro passioni, siano esse sportive, artistiche o altro, ma gli estremismi, come in ogni situazione, non vanno mai bene. Ci sono alcune scene che mi fanno rabbrividire, genitori che ripongono sui figli aspirazioni che loro per primi non sono riusciti a perseguire, caricandoli di responsabilità e tensioni che a volte danno esito opposto!

Se la tua bimba un giorno dirà “voglio la moto”, cosa risponderai?
Vorrei offrire a mia figlia tutte le opportunità possibili, farle provare e conoscere tante realtà e tante attività: se ci sarà la moto tra quelle ben venga, l’importante che si appassioni a qualcosa che la faccia sentire bene, che la faccia perseguire un obiettivo con determinazione e concentrazione. Credo sia il miglior modo di maturare e non avere strani grilli per la testa.

Godersi l’attesa prima dell’arrivo del proprio figlio dovrebbe essere un diritto fondamentale, nonché un dovere morale per una madre. Avere poi una passione travolgente per la moto e riuscire ad avere attorno a sé amici che ti aiutano a creare momenti memorabili è un lusso di poche persone. Tutto questo fermento, tuttavia, non ha intaccato lo spirito materno di Anna, che sosterrà sua figlia in qualsiasi passione, indipendentemente se questa avrà due ruote o no. Avere una passione non significa ammorbare la propria figlia nella speranza che vengano ricalcate le sue orme, ma comprendere le azioni apparentemente insensate che su figlia potrebbe fare un giorno; sotto questo aspetto, Anna è già un passo davanti a tante altre madri ed ha tutte le carte in regola per essere una Grande Madre.

© 2022, MBEditore - TPFF srl. Riproduzione riservata.


Vuoi saperne di più? Di' la tua!

<strong>SCRIVICI</strong>

    acconsento al trattamento dei dati presenti nel form di contatto