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L’università dei motori, per produrre 160 milioni di moto

Nasce in Italia una università dei motori, un hub tutto emiliano per la formazione specifica del settore automotive: due corsi di laurea magistrale in Advanced Automotive Engineering e Advanced Automotive Electronic Engineering


Università dei motori: il logo della nuova iniziativa interuniversitaria emiliana

Per porre un freno all’emorragia di imprese e cervelli le università dell’Emilia, coordinate con la Regione, hanno istituito due corsi di laurea specifici dedicati al mondo dell’autmotive, completamente in inglese, che prenderanno il via dal prossimo anno accademico 2017/2018: Advanced Automotive Engineering e Advanced Automotive Electronic Engineering.

L’obiettivo è di attrarre nella regione i migliori studenti universitari di tutto il mondo, per formare gli ingegneri di domani che progetteranno veicoli stradali e da competizione, i sistemi di propulsione sostenibili e i sottosistemi per le funzionalità intelligenti e gli impianti di produzione all’insegna dell’Industria 4.0.

Il percorso di studio prevede sia una parte teorica che di laboratorio tenuta negli atenei e nei laboratori aziendali dei partner industriali: learning by doing è la parola d’ordine e senz’altro avrà fatto piacere alle aziende coinvolte che avranno professionalità importanti a costo zero.

Unica pecca, sono corsi riservati a 150 fortunati studenti, un numero molto piccolo, e di fronte ad un programma così impegnativo ci chiediamo chi sosterrà le spese per questi diplomi, visto che i costi dell’Università italiana sono sulle spalle dei contribuenti, c’è da sperare che le aziende coinvolte, soprattutto le tedesche Lamborghini e Ducati, contribuiscano in modo concreto

Un tempo l’Emilia era il cuore pulsante dell’Italia dei motori, a Bologna c’erano Marchi capaci di emozionare al solo menzionarli, producevano motociclette che il mondo intero ci invidiava: Morini, Malaguti, Italjet solo per citare i primi che mi vengono alla memoria. Oggi il peso si è spostato verso oriente, e nel 2020 il novanta per cento delle moto verranno prodotte proprio nel continente asiatico: 144.000.000 di veicoli a due ruote motorizzati. Al resto del mondo resteranno 16.000.000 di pezzi, e gli scenari attuali che vedono il solo Gruppo Piaggio player globale che tenta di difendere l’italianità della moto ci fanno presumere che in Italia se ne faranno molto poche.

Per iscrizioni e informazioni, visitare il sito: www.motorvehicleuniversity.com

 

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