Motospia

Un grande amore e la moto: la storia di Bruna

Tutto inizia nel 1970: l’amore fra 2 ragazzini (io Bruna 14 anni e lui Graziano 15 anni).

Graziano è appassionato di moto, per me dove va lui vado anche io. All’epoca avevamo rispettivamente un Benelli 3 marce e un Benelli 4 marce – motorini senza obbligo di patente.

Appena diciottenni Graziano acquista la 1^ moto e i 2 caschi integrali (nel 1974 il casco non era obbligatorio, ma noi avevamo già la coscienza per la sicurezza).

Ci sposiamo e mettiamo su casa; i soldi sono pochi però risparmiando riusciamo ad acquistare una per noi splendida Honda 500 Four, e con quella si va in vacanza con la tenda, si vanno a vedere un po’ di gare di moto (Rijeka nella ex Jugoslavia, Paul Richard in Francia).

Poi si cambia la moto con una più potente, ma soprattutto più comoda per il turismo: Guzzi S.P. 1000, e con questa siamo andati a vedere il G.P. ad Assen in Olanda, 10 gg di acqua, ma è stato comunque bellissimo.

Poi arriva il nostro bellissimo bambino e Graziano cambia lavoro, prende un bar e le ore di lavoro passano a 16 al giorno: tempo libero scomparso, ciò nonostante la moto non si vende e si fanno dei micro giri.

Poi il “bambino” cresce e diventa lui il compagno di viaggio di Graziano, ma io non accetto di seguirli in auto o peggio di aspettarli a casa per cui prendo un Yamaha 600 XJ e li seguo – ovviamente con borse laterali + bauletto ed all’occorrenza borsone sulla sella. In tre si girano: Sardegna, Lazio, Salisburgo…

Quando nostro figlio cresce ancora e supera i 16 anni il mio Yamaha viene sostituito con un Cagiva 125, pazienza è pur sempre una moto per piccoli spostamenti.

Ma io sto bene anche a fare la passeggera e riprendo il mio posto di “navigatore”/aiuto pilota.

Quando mio figlio arriva all’età giusta per la guida libera della moto, acquista un Guzzi V11 che io provo a guidare per mantenere la mia capacità di guida acquisita negli anni precedenti. Ma la moto effettivamente è grande e pesante per la mia corporatura, per cui confermo la mia funzione di passeggera/navigatore dietro a mio marito. Nel 2002 mio marito realizza una special su base Guzzi V10 Centauro e con quella andiamo in Sicilia 14 gg., più qualche altro giretto compatibilmente con il tempo a disposizione.

Il 17/7/2011, durante una gitarella a Langhirano, al mattino durante una manovra in un parcheggio cadiamo, la moto ha danni minimi e noi neanche una sbucciatura; per cui finiamo la gita e nel pomeriggio al rientro Graziano lamenta un dolore nella zona costale lato sinistro. Dopo un vivace litigio lo convinco ad andare al pronto soccorso per vedere di cosa si tratta: costola, ma ben più importante viene visto il tumore al polmone – asportato a settembre 2011 e tutto sembrerebbe risolto.

Purtroppo al controllo di ottobre 2013 il tumore si presenta con invasione totale del polmone residuo e dell’altro.

Si inizia la terapia chemio molto pesante per contrastare quel tumore, ma noi non rinunciamo ad andare in moto (dopo la terapia chemio per i 5 giorni successivi il fisico non aveva il crollo, così mettevo in un valigiotto i farmaci da prendere a supporto e si partiva, al 5° giorno si rientrava perchè iniziava il periodo di debolezza generale).

Ignorando, volutamente, il deperimento fisico acquistiamo il California G.T. 1400 della Guzzi, per fare veramente del turismo in grande. E in quella breve estate siamo andati  in Toscana ed in Sardegna.

Nonostante la grande forza di Graziano e la sua voglia di vivere, la malattia lo sconfigge e a gennaio 2016 lascia un grande vuoto.

Io guardo il nostro California in garage, ho provato a salirci sopra, ma 350 kg di peso per una larghezza di 150 cm erano troppi per portarlo in strada.

Ma l’istinto mi portava a mettere un casco in testa e uscire in moto, per cui ho venduto quella moto ed ho acquistato il Ducati Scrambler Icon, ho messo sotto la sella la foto di Graziano e oggi appena posso vado.

Mentre scrivo sto piangendo, ma se salgo sulla moto i pensieri tristi provo di lasciarli a casa e vado…Quando si va in moto si deve guardare dove si mettono le ruote, e la concentrazione è al massimo. Sono una “schiappa”, però i miei nuovi amici di  fb : “biker e zavorrine single over 40” e quelli del moto club Faithful di Castel Guelfo mi aspettano pazientemente in qualche giro (da Imola da sola fino a Cressa/NO per un giro fino alla Madonna del Sasso + tour in parte della Toscana e del Lazio fino a Caserta + piccolissimo tour al Gran Sasso / all’Aquila + Orvieto e Civita di Bagno Regio).

 

Il mio Scrambler ha il limite di non poterci mettere un bauletto degno del nome, per cui mi guardando intorno per trovare un’altra moto con le caratteristiche indispensabili per le mie capacità: sono bassa mt. 1,58, sono vecchiotta: 63 anni, e poco abile. Mi occorre una moto bassa, maneggevole e che pesi intorno ai 200 kg e con la possibilità di valigiotti laterali e bauletto rigidi. La prossima settimana vado a vedere se trovo qualcosa nella gamma Guzzi: per esempio il Bobber o il V7 . Se non trovo quello che cerco, la moto ce l’ho e posso girare.

Avanti tutta e buona strada.

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