Gara-1 della SBK in Argentina è stata corsa senza un terzo dei piloti che avrebbero dovuto essere in griglia. In sei, fra cui Davies e Melandri, si sono rifiutati di partire considerando poco sicure le condizioni dell’asfalto. Troppa polvere e sporco in pista.
Gara 1 della prova SBK in Argentina non è stata avara di sorprese. La prima è stata il ritorno alla vittoria di un resuscitato Alvaro Bautista. Evidentemente, firmato il contratto milionario con Honda per il 2020, Bautista ha ritrovato la giusta motivazione e si è piazzato avanti a tutti già nei tempi delle qualifiche. Per poi completare l’opera con una gara al comando mai messa in discussione dagli avversari (anche per la velocità sul dritto della Panigale V4). In realtà, a sentire le parole dei piloti giunti al traguardo, più che una gara è stata una lotta per la sopravvivenza. A parte la bagarre delle prime curve, tutti hanno badato più che altro a non cadere sull’asfalto reso molto scivoloso dalla polvere.
Solo Razgatlioglu negli ultimi due giri ha abbozzato un tentativo di attacco alla seconda posizione di Jonathan Rea, l’unico ad aver tentato per tutta la gara di tenere il passo di Bautista. Ma poi, il giovane turco, resosi conto dell’impossibilità del sorpasso, ha preferito accontentarsi del terzo gradino del podio.
L’asfalto era in condizioni così pessime che ben sei piloti hanno deciso di non prendere il via della gara. Chaz Davies (ARUBA.IT Racing – Ducati), Sandro Cortese (GRT Yamaha WorldSBK), Marco Melandri (GRT Yamaha WorldSBK), Leon Camier (Moriwaki Althea Honda Team), Ryuichi Kiyonari (Moriwaki Althea Honda Team) and Eugene Laverty (Team Goeleven).
Non li si può certo biasimare, visto anche cosa è poi successo in gara: tutti i piloti hanno guidato sulle uova, cercando solo di portare a casa la pelle.