L’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, in collaborazione con i maggiori produttori e importatori, presenta una campagna per sensibilizzare gli utenti su vendite illegali di moto da cross che alimentano frodi tributarie e concorrenza sleale.
Sconti sospetti e spropositati, offerte allettanti promosse sul web, veicoli venduti sottocosto. ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) scende in campo insieme a produttori e importatori contro il fenomeno del commercio illegale di moto da cross. Ee lo fa con una campagna di sensibilizzazione rivolta agli appassionati delle ruote tassellate.
Il messaggio per chi ama l’off-road è chiaro: “Non cedere al lato oscuro, scegli la legalità”. È questo il titolo dell’iniziativa presentata dall’associazione e sostenuta dai protagonisti dell’industria di riferimento. GASGAS, Honda RedMoto, Husqvarna Motorcycles, KTM e Yamaha hanno infatti costituito un fronte unico. E supportano attivamente questo progetto. Progetto che ha tra gli obiettivi principali quello di informare gli utenti sui rischi e le conseguenze giudiziarie derivanti dall’acquisto di motociclette nell’ambito di sistemi opachi e criminosi. La campagna promossa da ANCMA nasce infatti per accendere un riflettore sul meccanismo fraudolento che appare evidente celarsi dietro alle offerte di facile risparmio proposte da alcuni venditori disonesti. E, soprattutto, per tutelare la rete di vendita ufficiale dalla concorrenza sleale.
«Il rifermento – fa sapere l’associazione – è all’artificiosa triangolazione messa verosimilmente in atto da operatori senza scrupoli per evadere l’IVA, aggirando la normativa europea. Operazioni che si reggono su uno schema che prevede la simulazione di vendite intracomunitarie in regime di non imponibilità e la registrazione di fatture a clienti diversi da quelli effettivi. In pratica le moto escono e rientrano fittiziamente in Italia per poi essere messe realmente in vendita a prezzi inferiori del 20-25% rispetto ai listini ufficiali”.
Non si tratta di importazioni parallele, ma di frode fiscale.
Non si tratta quindi di un’importazione parallela di moto da cross. Pratica che di per sé è lecita e trasparente. Ma è una vera e propria frode tributaria. Contro cui le Case motociclistiche hanno già recentemente depositato esposti e denunce alla procura della Repubblica presso alcuni tribunali locali.
Queste pratiche procurano anche un danno ingente all’Erario. E un rischio anche per il compratore, che può andare incontro a una contestazione di incauto acquisto, se non di ricettazione. ANCMA stima che l’impalcatura illecita sulla quale si regge questo fenomeno potrebbe interessare almeno il 20% del mercato di riferimento. Che in Italia vale complessivamente più di 30 milioni di euro.
Contro la tentazione di un facile risparmio l’invito dei principali costruttori e dei distributori è quindi quello di rivolgersi alla rete dei concessionari ufficiali.