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MOTO ELETTRICA, SI… E NO. ALMENO, PER ORA

La moto elettrica. Il motociclismo eco e green al momento stride come le unghie sulla lavagna, ma in tanti ci credono.

Il futuro del motociclismo è elettrico? Fate questa domanda a qualsiasi motociclista, potreste ottenere le risposte più disparate. Se pensiamo alle competizioni, potremmo essere favorevoli ma anche contrari, portando alcuni esempi. Nel settore auto, la formula E non sta dando delle grosse soddisfazioni a livello mediatico: i circuiti sono prettamente cittadini e la F1 non ci ha mai corso (parliamo di Roma, New York, Parigi), le vetture hanno linee futuristiche, ma vedere piloti scendere da una vettura e salire su un’altra per finire la gara (dato che i tempi di ricarica delle batterie installate sono biblici) è alquanto triste.

Non va molto meglio nel settore moto, dove ci sono stati dei timidi tentativi di portare in pista la moto elettrica ma, anche qui, si è trattato di un fuoco di paglia. L’unico contesto dove le moto elettriche pare che tengano botta è nelle road race: dal 2010 esiste la categoria TTZero, dove la Mugen (Honda) e l’americana MotoCzysz si dividono le vittorie.

MOTO ELETTRICA
La Mugen TT guidata da Guy Martin durante il TT Zero
MOTO ELETTRICA
L’avversaria diretta della moto giapponese: l’americana Motoczysz

Le performance raggiunte sono piuttosto buone: tra la moto tradizionale e la moto elettrica il distacco è di soli 3 minuti, considerando che il tracciato si snoda su 60 km circa. Persino la Dorna, l’ente che organizza la MotoGP, ha in mente l’idea di creare una categoria elettrica da affiancare alla MotoGP. Questa idea è già stata abbozzata durante l’ultima edizione della Motostudent (competizione universitaria dove le facoltà di tutto il mondo si sfidano e si confrontano in un vero weekend di gara con mezzo di loro creazione), dove ha debuttato la categoria elettrica. Il feedback dato dalle università è stato molto buono, considerando il poco tempo a disposizione per creare da zero un mezzo elettrico. Probabilmente, mossi da questi primi stimoli ricevuti, l’organizzatore dell’evento, la MEF (acronimo di Moto Engineering Foundation, costola della ben più conosciuta Dorna) ha poi deciso di riconfermarla nella prossima edizione. Con ogni probabilità, la Motostudent verrà sempre più usata come “beta-tester per la moto elettrica” di regolamenti e format di gara.

MOTO ELETTRICO
La locandina della Motostudent, si svolge tutti gli anni ad Aragon

Tutta questa frenesia attorno all’argomento moto elettrica, però, cosa porta all’utente medio, che usa il suo mezzo a due ruote per andare al lavoro e far le gite domenicali?

Oggi, nel 2017, cosa è meglio avere: una moto elettrica o una a benzina?

Tra i pro della moto elettrica abbiamo la totale assenza di inquinamento (sia atmosferico che sonoro) e una manutenzione ridotta al minimo rispetto a un mezzo a benzina (olio motore, filtro olio, filtro benzina, filtro aria ecc). La lista dei difetti però non è corta: sono mezzi molto costosi, non fanno rumore (elemento che partecipa passivamente alla sicurezza globale del conducente: se non ti vedo, almeno ti sento), il che nel traffico può essere problematico, hanno tempi di ricarica molto lunghi (e non tutti hanno un box con la presa di corrente) e le prestazioni sono totalmente sacrificate a favore dell’autonomia, che comunque è più bassa di un mezzo tradizionale.

MOTO ELETTRICA
BMW C evolution, ottimo per la città ma debole sulle lunghe percorrenze (poco più di 100 Km di autonomia)

Ci sarebbe anche un dettaglio non da poco: nel modo elettrico, moto e scooter sono quasi la stessa cosa, mezzi a due ruote senza trasmissione e frizione che portano silenziosamente in giro dal punto A al punto B. Questo, per un purista delle moto, è un affronto. Non sdegniamo il mondo delle moto elettriche, ma al momento le caratteristiche e le emozioni che danno sono molto ovattate e vaghe. Un utente con moto elettrica non può, al momento, permettersi di andare a fare un giro di 300-400 km su e giù per le montagne proprio perché non è certo che torni a casa. Il motivo? La grandissima mancanza di punti di ricarica per moto elettriche: in Italia ci sono 1700 punti di ricarica, mentre la Germania ben 7400 (dati del 2017).

MOTO ELETTRICA
Due moto elettriche Energica in uno dei Rarissimi punti di ricarica

Possiamo affermare tranquillamente che l’utente desideroso di un mezzo totalmente ecologico che lo accompagni nel quotidiano senza alcun problema, ha una buona gamma di scelta, ma se si cerca altro, è bene tornare sul classico. Il problema attuale della mancanza di mezzi elettrici sulla strade italiane sta nel loro essere acerbi: sono mezzi che non emozionano, commercialmente non sono spinti come le cugine a motore termico, senza contare la difficoltà di poterle usare come dei mezzi tradizionali al di fuori del contesto urbano. In Italia, elettrico vuol dire economico, non divertente. L’italiano è molto più emotivo ed emozionale, deve sentire il rumore del motore e l’odore del gas di scarico; questi sono elementi su cui ovviamente il marketing non può fare affidamento, deve trovare nuove chiavi di volta.
In Germania il motore elettrico sta andando forte e ci sono risorse economiche provenienti direttamente dalle casse nazionali atte a questo progetto. In altri paesi come l’Olanda, quest’inverno si voterà un decreto legge che porterà alla estinzione dei mezzi a motore termico a partire dal 2025. In Norvegia il parco auto e moto nazionale è costituito da più del 20% da mezzi elettrici. Qui la platea è diversa, bada alla sostanza, a ciò che gli è effettivamente utile e le nazioni invogliano al cambiamento attraverso decreti legge e iniziative.

Nel momento in cui le performance e l’autonomia del mezzo elettrico saranno paragonabili a quelle di un mezzo tradizionale, e ci saranno più centri di ricarica, il mercato italiano lo accoglierà a braccia aperte; ma per ora “elettrico, no grazie”.

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