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Intervista a Sabine Holbrook: gas sempre aperto

Sabine Holbrook è una donna veramente forte che vive per la sua passione più grande, la velocità.

Sabine Holbrook è una delle donne più talentuose con cui abbia mai avuto occasione di parlare: madre e moglie, pratica ogni disciplina che ha due ruote. Vive la sua vita al massimo e sempre con il suo sorriso sulle labbra.

Prima di partire per ogni gara, è necessario controllare che ci sia tutto… per andare in pista!

Sabine, quando hai iniziato ad amare il mondo delle moto?

Sabine Holbrook: Sono affascinata dai motori e dalle moto fin da quando ero una bambina. Ho sempre voluto correre fin da allora, ma ho iniziato a partecipare alle competizioni solo nel 2010, dopo aver conseguito la patente di guida per le moto nel 2009. Mia madre pensa che “le ragazze dovrebbero fare roba ragazze”, come ballare o cose del genere. I primi tempi, quando avevo la moto, non mi rivolgeva nemmeno la parola; ora le cose sono leggermente migliorate, ma ancora non capisce quanto le moto siano importanti per me, non verrà mai a vedermi in una gara o in pista.

Qual è stata la tua prima moto?

Sabine Holbrook: La prima moto fu una Ducati 848, ma non la amai particolarmente: il bicilindrico non è facile da gestire in strada. Poco dopo, passai ad una Suzuki GSX-R 750 del 2005, moto con prestazioni simili ma molto più facile per quanto riguarda la gestione della erogazione.

Secondo te, quali sono le migliori moto (naked, custom…) per iniziare a praticare questo sport?

Sabine Holbrook: È difficile dirlo: ognuno è diverso. Un consiglio che mi sento di dare è quello di non fermarsi a quella che piace di più e comprarla, ma di provarla, non fermatevi alla prima che vi cattura, dedicate del tempo alla a scelta della prima moto, è tempo ben speso.
Personalmente, penso che le nuove moto di piccola cilindrata (Yamaha R3, Ninja 300, Duke 390…) siano una buona scelta iniziale: non sono molto care e anche i costi di gestione sono accessibili. Sui passi di montagna possono anche toglierti delle soddisfazioni, nelle piste più piccole possono dare filo da torcere alle moto di media cilindrata. È un fenomeno interessante

Dal tuo sito web vediamo che hai fatto anche Enduro in Sudafrica. Puoi raccontarci?

Sabine Holbrook: Ho fatto il mio primo tour lo scorso anno. Andare a fare enduro in Sudafrica è sempre stato un grande sogno nel cassetto. Un’esperienza molto particolare, di giorno l’enduro più estremo e alla sera, nelle zone più caratteristiche del Sud Africa, tutti i confort e i lussi possibili. Un viaggio-esperienza bellissimo,  3 settimane da sogno.

Sabine, in Africa, si cimenta anche nell’enduro.

Hai preso parte alla storica competizione, il Bol d’Or, in una squadra di sole donne. Come mai hai deciso di prendere parte a questa competizione? Quali sono gli aspetti negativi e quelli positivi di una gara di endurance?

La Famiglia con la quale ha conquistato l’ottavo posto in categoria Stock del Bol d’Or

Sabine Holbrook: In realtà, anche questo era un sogno rimasto nel cassetto da tanto tempo. Sono molto felice di aver accettato l’offerta del team e di aver preso parte ad una gara così unica. Abbiamo concluso la corsa in 19esima posizione in classifica generale, ottave in classe Stock! Questo è un risultato sorprendente. È stato possibile grazie al lavoro della squadra, molto professionale e in grado di farmi sentire come in una famiglia, mi ha aiutato a controllare il livello di stress che porta questo genere di gare.

Sabine in azione in una fase diurna della competizione

Nel complesso le gare di endurance sono completamente diverse dalle “solite” gare che si vedono in TV: la moto non è adatta a tutte le tue esigenze, il set-up è un compromesso ottenuto con altre tre persone; le sessioni di corsa sono molto lunghe e se non si è abituati è davvero un trauma; per non parlare dei meccanici che vivono tutta la gara senza soste, col cuore in gola. Fantastico il team, una vera famiglia, e l’atmosfera del campionato EWC (Endurance World Championship) che è stupenda,  con i tifosi che ti supportano anche di notte. e la cosa più bella è quando si “prende” la bandiera a scacchi: siamo tutti vincitori, tutti hanno preso parte ad una gara unica nel suo genere.

Magiche atmosfere notturne delle gare endurance

Quali sono alcuni progetti per il tuo 2018?

Sabine Holbrook: Voglio tornare sulla pista, ma per questo ho bisogno di aiuto. Devo trovare una squadra o persone che verranno con me per aiutare e sostenere. Non posso farlo da sola, i costi sono davvero troppo alti.

Persone e donne come Sabine Holbrook meritano di rimanere e vivere nell’atmosfera magica dei paddock di tutto il mondo. Nonostante la sua sofferenza, ha sempre potuto dare il meglio di se stessa per tutte le persone che le sono state vicine, dentro e fuori dai circuiti. I progetti del 2018 sono purtroppo costretti dalla mancanza di sponsor; tutto quello che possiamo fare è sperare per il meglio e sostenerlo attraverso il sito web www.sabine3racing.ch

Sabine, facciamo il tifo per te.

In piega sulla BMW S1000RR, moto con la quale ha preso parte al campionato Alpe Adria

 

 

 

 

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