Motospia

Gravidanza, posso andare in moto?

Se sei incinta non sei malata.

E’ una delle primissime cose che qualsiasi professionista sanitario serio ti dice.

Ovvio, se non ci sono particolari patologie correlate e tutto procede bene.

 

Molte donne, oggi più che mai rispetto agli anni passati, sono appassionate di motociclismo e lo praticano attivamente, come passeggere ma sopratutto come pilota.

Dopo aver preso coscienza della bella notizia, una delle domande che ci si pone in chi non sa proprio rinunciare alla passione per le due ruote (come nel mio caso) è se sia possibile continuare per qualche tempo a divertirsi in sella.

La convinzione prevalente tra medici e donne è che durante i primi mesi di gravidanza sia possibile praticare sport senza esagerare. Paradossalmente, però, quando si tratta di affrontare il tema motociclismo le opinioni si fanno contrastanti.

Pienamente consapevoli o meno, la guida di una moto (anche a livello amatoriale e turistico) è uno sport impegnativo, che richiede uno sforzo fisico importante da parte del corpo intero.

Durante un giro in moto il cuore accelera, i livelli di adrenalina e cortisolo nel sangue aumentano e i muscoli posturali lavorano efficacemente per mantenere l’equilibrio ed il pieno controllo del mezzo.

Durante la gravidanza, il corpo di una donna è soggetto a molti cambiamenti adattativi sia nel fisico che nella mente.

A partire dai cambiamenti ormonali, attraverso i cambiamenti nell’organo riproduttivo e nel sistema cardiovascolare, il corpo si prepara gradualmente alla gravidanza e al parto. In particolare nel terzo trimestre, cambia anche il proprio centro di gravità, che svolge un ruolo incredibilmente importante nella guida in moto.

Ciò è dovuto a una depressione intensificata nella sezione lombare e sacrale della colonna vertebrale ed ad un progressivo ingrossamento dell’addome (ah, le gioie del pancione!!).

In questo periodo si potrebbe diventare anche più maldestre, più sensibili all’esercizio fisico e agli sforzi.

 

Gravidanza e moto

Senza pensare già al terzo trimestre, la domanda vera ad inizio gravidanza è: posso continuare a guidare o sarà pericoloso?

Ovviamente, come ogni sport, la guida in moto comporta un rischio di lesioni fisiche, disabilità o morte, ma di questo siamo ben consapevoli sin da quando abbiamo scelto di salire in sella.

Quasi sempre lo si chiede ai parenti, alle amiche mamme motocicliste, alle persone che condividono la stessa passione, e spesso lo si cerca anche su internet.
Le risposte puntualmente si dividono tra il SI e il NO e te non sai che fare, sopratutto quando senti le principali obiezioni a sfavore come: “No è pericoloso, è più importante la moto o tuo figlio?”, “No perché le sollecitazioni fanno male al feto” oppure: “Ma vale la pena rischiare?”.

Queste frasi mettono strani pensieri in testa, sciocco negarlo, però affrontando razionalmente l’argomento ci si rende conto ad un certo punto che allora, pur senza estremizzare, sarebbero tante le cose delle quali fare a meno oltre alla moto, come, per esempio, usare la bicicletta, lo scooter o l’ auto.

Ma anche non uscire con ghiaccio a terra, non passare su superfici scivolose e bagnate…

Qualsiasi professionista sanitario vi ricorderà che nel primo trimestre il rischio di un aborto spontaneo o di un distacco è più elevato che nei mesi successivi, ma ricordiamoci come principio da cui partire che “se tutto quelle incinta che vanno in moto abortissero, allora non ci sarebbe più bisogno di praticare l’aborto in ospedale”.

Posizione estrema ma non infondata, proprio perché, come detto inizialmente, andare in moto è uno sport come tanti altri.

Gravidanza e moto

 

Partiamo da un altro modo di affrontare l’ argomento: se si deve vivere il salire in sella, come pilota o come passeggera, nella paura che accada qualcosa, allora è meglio rinunciare, e questo a prescindere dall’essere gravida o meno.

Secondo un video della dottoressa ginecologa Stefania Piloni, non ci sono oggettive limitazioni fisiche allo svolgimento di sport.

Meglio ovviamente evitare gli ultimi mesi quando l’ equilibrio è più instabile, ma bisogna ricordarsi che, ad esempio in sella, ma anche in auto, l’ utero vibra, ma non è pericoloso per il feto al suo interno perché il futuro bimbo è avvolto dal liquido amniotico.

Ovvio, non se si fa del motocross spinto!!

Questa posizione è stata supportata anche dal dottor Nico Comparato , dirigente dell’ Echocenter (centro di diagnostica di ecografia multidisciplinare avanzata) di Matera.

La comunità scientifica è divisa tra si e no, anche se, durante le ricerche, ho notato che sono pochi i medici che spiegano le motivazioni di un no.

Quasi sempre si ottengono solo indicazioni vaghe e non circostanziate, quasi una forma di tutela/prudenza ma non supportata da veri dati scientifici.

Tant’è che, alla prima visita a conferma della gravidanza, fatta con mia ovvia domanda se potessi proseguire cautamente l’ uso della moto, mi son sentita rispondere “ veda lei”.

Quando ho chiesto maggiori chiarimenti non ne ho ricevuti se non indicazioni vaghe sul rischio a seguito di una possibile caduta…

Perché, se scivolo dalle scale non cado comunque con anche lì possibili conseguenze?

Diciamo comunque che bisogna essere (come in ogni caso) sempre consapevoli che il problema non è la moto in sé, ma i rischi che l’ andare in moto può comportare.

Mi ha fatto molto sorridere la prima parte della risposta che il dottor Giulio Lanzi, specialista in ginecologia e ostetricia, ha dato ad una futura mamma che lo interpellava sul proprio sito.

La ragazza chiedeva se era sicuro, per le vibrazioni, andare in motocicletta.

Il dottore ha risposto così: “Hai mai visto i salti delle gazzelle che fuggono quando si sentono in pericolo? oppure l’inseguimento di un ghepardo a 110 km/ora per raggiungere la preda?

Pensa che entrambi quei mammiferi fanno quelle cose anche in gravidanza avanzata (altrimenti verrebbero mangiati o morirebbero di fame) e se muoversi correre e saltare li facesse abortire la specie si sarebbe estinta.

Tutto questo per dirti che se la gravidanza non è a rischio non sono i tragitti in motocicletta a poter causare aborto. E’ invece vero che se si hanno doloretti o contrazioni è opportuno circoscrivere gli stress meccanici.”

Gravidanza e moto

E quindi? Che decisione prendere?

Non esiste per ora una risposta definitiva: nessun professionista può, in tutta coscienza, dirvi che andare in moto sia esente da pericoli collegati a questa attività (ma, per chiarirci, a me è stato sconsigliato anche il nuoto), ma di contro non esistono, salvo patologie pregresse e situazioni particolari, controindicazioni che spingano ad un no deciso nell’ uso della motocicletta durante i primi mesi di gravidanza.

A prescindere dalla decisione che prenderai, ricorda che anzitutto la tua scelta sarà sempre quella giusta, perché è ciò che TU ti senti di fare in quel momento che conta (quindi non farti influenzare da compagno, parenti, amici vari) e non ti devi giustificare con nessuno.

Chiedi assolutamente un parere ad un medico competente e segui le indicazioni che ti darà.

 

Gravidanza e moto

 

E poi… anche se 9 mesi sono lunghi, per fortuna poi si arriva alla fine della gravidanza e vedrai che la passione per le due ruote non sarà ancora svanita…certo, con calma magari, ma se vorrai tornerai presto in sella!

Non ci credi?

L’ esempio lampante è Anna Sperandio, pilota vincitrice alla Women’s Cup cat. 600 nel 2018 che ha gareggiato anche nel CIV.

Qui la sua intervista dopo essere diventata mamma e non aver rinunciato all’amore per la sua due ruote.

Ed io?

Ho avuto però la fortuna di poter guidare la moto senza problematiche fino alla fine del quinto mese, ovviamente iper attenta a qualsiasi situazione e senza esagerare (dal quarto mese notavo che mi affaticavo molto più velocemente sopratutto nei giri che superavano i 300 km/giorno contrariamente alle care vecchie abitudini pre-gravidanza).

Ora…c’è ancora qualche settimana davanti prima che arrivi Alessandro e la moto mi manca terribilmente.

Però siamo concordi con il papà di Ale di non abbandonare mai questo amore che ci lega alla moto e di riprendere, compatibilmente con le necessità del bimbo, appena possibile qualche giretto per restare sempre Noi.

 

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