Motospia

Da Gabicce a Pesaro: la “panoramica”

Panoramica: il must dei pesaresi

Che sia da Pesaro o da Gabicce mare poco importa: la “Pano” è sempre la “Pano”.

Da “marchigiana” acquisita quale sono, ma anche da riminese, una delle “sgambate” più facili e veloci quando si ha poco tempo a disposizione è proprio questa.

Avete presente il classico giro della domenica? Il momento di libertà dalla famiglia tra la colazione dei bimbi e il pranzo con i parenti? Il veloce caffè al bar, anche solo per esporre la moto nuova?

Bene. La Panoramica è tutto questo!

Percorrerla tutta avanti e indietro prenderà un’oretta al massimo, quindi se si ha voglia di bissare, tutto è concesso.

Cos’è la Panoramica

Al secolo Strada Panoramica del Monte San Bartolo, trattasi di un percorso collinare che si snoda lungo il parco naturale del monte San Bartolo, a tratti nel suo interno e a tratti a picco sul mare.

In pratica è la versione ondulata della statale Adriatica, alla quale corre parallela. Accedervi è semplice perché non è necessario prenderla dai due capolinea: a ogni borgo che si incontra corrisponde una viuzza che porta su.

Ready, steady, go…

Tuttavia, la pit lane è la solita: il semaforo del quartiere Soria. Mi chiedo quale pazienza accompagni gli abitanti di quell’incrocio che, tolto il disturbo, è un  crescendo di scarichi rombanti, sgasate, motori su di giri…

Panoramica del Monte San Bartolo
Uno scorcio della Panoramica che attraversa il Parco del San Bartolo

Prima il faro…

Il verde porta per i primi tre km circa di tornanti in salita: accessibili e non troppo stretti, talvolta regalano anche una stupenda vista sul mare.

Non solo questo: il percorso pullula di localini per giungere a un rettifilo in piano il quale, di lì a poco, si trasforma in un falsopiano in discesa noto come “rettilineo del faro”.

Nascosto tra gli alberi ma accessibile attraverso una piccola deviazione – sempre asfaltata – campeggia il faro principale di Pesaro. Una bella torre bianca, che i tedeschi distrussero nel ‘44 ma che tornò operativa circa un decennio dopo.

…e poi via verso la seconda tappa

Altra pietra miliare è uno spiazzo sulla destra, che è contemporaneamente parcheggio per il ristorante adiacente e belvedere sulla riviera, che domina incontrastata.

Che tu sia un habitué o un avventore occasionale, questa resta una sosta obbligata.

Da qui, un tempo, era anche possibile vedere sfrecciare, stante la vicina Tavullia, “Vale – the Doctor”: quasi una palestra a portata di mano!

Tornando ai tempi odierni, se si prosegue un chilometro verso nord ci si imbatte nel primo centro abitato: Santa Marina alta.

Monte San Bartolo
Il mar Adriatico visto dal Monte San Bartolo

Quattro case e due ristoranti! Il primo molto classico, con vista mare. Il secondo, invece, resta un po’ più internato.

Andando oltre ci si immette su una nuova serie di curve e rettilinei che conducono a un incrocio importante dal quale è possibile ricongiungersi alla statale che scorre a qualche centinaia di metri o proseguire per un tratto molto gustoso: c’è chi non manca di “strisciare le saponette” ma vi consiglierei di essere conservativi…

Così destra, sinistra; sinistra, destra, rettilineo e si risale.

Sulla sinistra si scorge anche il primo dei tre campeggi che si succedono fino a Gabicce, attrezzato anche con una bella piscina: diciamo che camping in famiglia nella Marca alta con “pano” accessibile, sarebbe un bell’incentivo a vanire in vacanza in zona!

Panoramica: attenti ai ciclisti

Magari fossero due, in realtà. Nonostante il sorriso e il gusto, l’attenzione ai ciclisti deve essere sempre massima. Sia su strada che fuori: questa zona è piena di mountain bike che sbucano dai sentieri del parco, con le ruote più o meno infangate.

Tornando con la mente e con le nostre, di ruote, sul percorso ci si imbatte in tornanti diversi: più stretti e impegnativi che regalano altri due soste panoramiche: la solita visuale sull’adriatico e, anche, sulla vicina Fiorenzuola di Focara.

Fiorenzuola di Focara

Merita. Merita davvero tanto e ancora oggi, pur conoscendola, decido spesso di inforcare la moto per andare a visitarla e, dirò, non me ne pento mai.

Frazione di Pesaro, è un bijou ove vale la pensa fermarsi – vi sconsiglio di farlo il fine settimana – e magari sorseggiare una moretta fanese (altro consiglio: l’Osteria Focara dove andarci tra amici, con i genitori o i bimbi oppure con la vostra bella; il locale è alla mano, il cibo ottimo e l’atmosfera del borgo romanticissima!

«Poi farà sì ch’al vento di Focara,
non farà lor mestier voto né preco»

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXVIII Canto)

Fiorenzuola di Focara, Pesaro
Le stradine del Borgo di Fiorenzuola di Focara

Tanto romantica che anche Dante ha citato Focara, dedicando i suoi versi – inscritti su di un meraviglioso arco del posto – al grande amore di Paolo e Francesca. Camminando ancora si raggiunge la torre dell’orologio e… eccola! La vista che ancora una volta si apre sul mare, lasciando intravedere pure il porto di Pesaro.

C’è un’altra chicca: quella stradina piccina picciò, interdetta al traffico, che si inerpica e conduce alla spiaggia. La si può percorrere a piedi, in bici o attendere la comodissima navetta che in estate effettua il servizio.

Casteldimezzo

Direi che sia ora di ritornare in sella: ancora curve e una deviazione: Casteldimezzo. Senza farsi spaventare dai lavori in corso, vi si può ben giungere da un’altra via.

Ennesima perla, il suo fascino è dato dalle dimensioni ridotte e dalla vista sul mare: un must o forse la norma, ormai! Come la mia consuetudine di sperimentare il cibo locale, quini merita segnalare “La Canonica”.

Il tetto del mondo

Siccome non si può pensare sempre e solo al cibo, la marcia va ripresa. Dal promontorio verso la strada principale ci si imbatte in un secondo campeggio per poi intravedere, in fondo al rettilineo, l’indicazione: “tetto del mondo”.

La curiosità è donna, o viaggiatore, ergo si parcheggia, imboccando un sentiero che sale ripido per poi offrire un nuovo, meraviglioso punto panoramico da cui ammirare l’intera riviera romagnola, addirittura il famoso grattacielo di Cesenatico ben più a nord.

Se la giornata è limpida, è matematicamente certo.

Il termine della pano è vicino, però è giusto arrivare in fondo!
Risalgo in moto: la strada scende e faccio mie tutte le curve che mi aspettano disciplinato l’una dietro l’altra.

E, quando l’asfalto non è perfetto, ne approfitto per rallentare e guardarmi intorno e non perdermi la deviazione verso destra, che si trova alla fine di una discesa. Da qui si arriva alla  famosa baia della Vallugola.

Ampio parcheggio, piccolo porticciolo, qualche negozietto, alcuni bei ristorantini proprio sulla sabbia… uno spettacolo. E dal parapendio al windsurf: qui pare si pratichi parecchio. Io il windsurf non lo faccio, così torno sulla mia rossa puntando Gabicce Monte, sicuramente il principale abitato di tutto il percorso, dai connotatati più turistici: d’altra parte ci stiamo riavvicinando alla Romagna e qui sappiamo come si fa turismo!

Il paesello manca di un vero e proprio centro, quindi è possibile gironzolare in moto per decidere cosa fare: se continuare verso nord e Gabicce mare oppure girare i tacchi e tornare da dove si è venuti.

Se la voglia di curve è insaziabile, la risposta è scontata! Perciò, senza indugio, dietrofront!

Parco natural del monte San Bartolo
Un cartello che segna l’inizio del parco naturale del Monte San Bartolo

Dal canto mio, non sarebbe la prima volta in cui mi muovo avanti e indietro per lo stesso passo, prima di rientrare a casa.

Forse un ciclista potrebbe cogliere il sapore di una strada, o di un percorso, da rifare anche più volte pur apparendo sciroccato agli occhi di tanti! Memorizzandone ogni centimetro, sfruttando tale mappatura anche per una successiva guida più serena – purché non troppo allegra andante -.

Quindi…?

Quindi: gambe in sella a scoprire la Romagna e le Marche!

Non troppo lontana è la Valmarecchia con le sue perle e anche se doveste rimanere sulla panoramica… Portate il costume. Non si sa mai!

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